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Il sisma

Terremoti in Turchia e Siria: i morti sono più di 11 mila

In Turchia 23 fermi per post «provocatori» sui social – Erdogan nelle zone colpite: «I feriti sono 49.133 e gli edifici distrutti 6.444» – Le squadre di cani da salvataggio svizzere hanno finora salvato 24 persone
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Terremoti in Turchia e Siria: i morti sono più di 11 mila
Red. Online
08.02.2023 06:59
17:25
17:25
Twitter bloccato dopo le proteste sui soccorsi

Twitter ha smesso di funzionare in Turchia dopo che sulla rete sociale si sono moltiplicate le critiche per i ritardi nei soccorsi dopo il terremoto. Il social è stato usato nei giorni scorsi anche da persone rimaste sotto le macerie per segnalare la propria posizione.

Oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato a stare in guardia «dai provocatori» che a suo avviso diffondono notizie false.

15:10
15:10
Attività sismica estesa 50 km a Sud

L'attività sismica si è estesa di 50 chilometri a Sud, lungo la faglia Est Anatolica al confine fra Turchia e Siria e anche a Nord-Est della città di Malatya, vicina alla seconda faglia, attivata sempre il 6 febbraio provocando il secondo grande terremoto di magnitudo 7,5.

Lo ho detto all'ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Resta da sempre una sorvegliata speciale la faglia Nord Anatolica, che arriva a lambire la città di Istanbul e che dal 1939 ha generato 7 grandi terremoti.

«E' impossibile prevedere quando potrà arrivare il prossimo terremoto», ha detto ancora Amato.

15:09
15:09
Quasi 300 mila sfollati in Siria

Più di 298'000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all'epicentro del terremoto di lunedì.

15:06
15:06
In Turchia 23 fermi per post «provocatori»

Diciotto persone sono state fermate dalla polizia e cinque sono state arrestate a causa di messaggi «provocatori» riguardo al terremoto pubblicati da loro sulle reti sociali. Lo rende noto la televisione di Stato turca TRT aggiungendo che sono oltre 200 gli utenti che hanno pubblicato post «provocatori».

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan poco fa ha chiesto alla stampa di «non dare un'opportunità ai provocatori» aggiungendo che «oggi è un momento di unità e solidarietà».

13:31
13:31
In Siria i bambini dormono in auto per la paura

«In Siria fa incredibilmente freddo in questo momento. Molte persone, compresi i bambini, possono essere ancora intrappolate sotto le macerie, altre sono senza casa e si arrangiano come possono, anche dormendo nelle auto. Siamo particolarmente in ansia per i bambini che dormono all'aperto a temperature gelide». Lo dichiara Kathryn Achilles, direttore media e comunicazione di Save the Children Siria.

La Ong è preoccupata, le temperature gelide di questi giorni e i danni riportati da strade e aeroporti rendono difficile i soccorsi. Le organizzazioni umanitarie fanno fatica a raggiungere migliaia di bambini e le loro famiglie che, spiega Save the Children, «hanno un disperato bisogno di assistenza dopo il devastante terremoto di lunedì».

In Siria il sisma si aggiunge a un conflitto che dura ormai da quasi 12 anni. Sono quasi 3 milioni gli sfollati interni nel Nord-Ovest della Paese e 1,8 milioni di persone vivono nei campi dell'area colpita dal sisma. Save the Children si è attivata per rispondere all'emergenza nelle regioni colpite, dove i sopravvissuti hanno bisogno di ripari, coperte, cibo e cure mediche, in uno scenario in cui, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, circa 23 milioni di persone, tra cui circa 1,4 milioni di bambini, potrebbero essere colpite dal terremoto.

Il terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito il nord-ovest della Siria e la Turchia ha lasciato migliaia di persone senza riparo, cibo e combustibile. Caritas Turchia e Caritas Siria hanno fornito assistenza fin dall'inizio e la Confederazione Caritas sta sostenendo e coordinando i loro sforzi per valutare i bisogni e portare aiuti alle persone colpite da questa tragedia. Le aree interessate dal terremoto si trovavano già in una situazione umanitaria difficile. Le rigide temperature invernali e la distruzione o i gravi danni alle strutture - tra cui diversi ospedali - e alle strade complicano ulteriormente le operazioni umanitarie.

Riad Sargi, direttore di Caritas Siria, spiega che «in Siria, il terremoto ha colpito pesantemente il nord-ovest della Siria, un'area in cui 4,1 milioni di persone già dipendevano fortemente dall'assistenza umanitaria». Circa 5'000 sfollati, soprattutto donne e bambini, hanno trovato rifugio in scuole e capannoni. I morti e i feriti registrati continuano ad aumentare, mentre prosegue la ricerca di persone disperse tra le macerie di edifici e case distrutte. Gli ospedali di alcune delle aree più colpite hanno difficoltà a gestire l'alto numero di feriti a causa del terremoto.

Caritas Siria sta lavorando per fornire articoli di soccorso e aprire rifugi per accogliere le persone più bisognose ad Aleppo, Hama e Lattakia. «Fa molto freddo e continua a piovere e a nevicare. Molti hanno perso le loro case e anche coloro che hanno ancora una casa non vi fanno ritorno per paura di ulteriori scosse», aggiunge Sargi. Ad Aleppo, occorrono urgentemente beni di prima necessità e rifugi per le persone le cui case sono crollate. L'ufficio della Caritas di Aleppo è stato distrutto, così come molte case del personale Caritas, che nonostante le difficoltà continua a prestare aiuto.

In Turchia, le province del sud-est del Paese, tra cui Kahramanmaras, Hatay, Osmaniye, AdÕyaman, Gaziantep, SanlÕurfa, DiyarbakÕr, Malatya e Adana, sono state colpite dal terremoto e dalle 42 scosse di assestamento, la più grande delle quali di magnitudo 6,6. La diocesi della regione dell'Anatolia è stata fortemente colpita dal terremoto e la cattedrale di Iskenderun è totalmente crollata. Gli uffici di Caritas Anatolia sono stati gravemente danneggiati.

«Grazie a Dio il personale sta bene, ma abbiamo perso volontari, beneficiari e anche parenti», dice Giulia Longo, responsabile di Programma di Caritas Turchia, che si trovava in Italia al momento del terremoto insieme al presidente dell'organizzazione, monsignor Paolo Bizzeti, e che ora sta tornando in Turchia. «Io e il presidente siamo vivi per miracolo. Se fossimo stati a Iskenderun probabilmente non ci saremmo salvati», ha detto Longo.

Caritas Turchia ha aperto immediatamente una linea telefonica del Centro di Ascolto per fornire supporto e assistenza alle persone colpite dal disastro, e attualmente sta lavorando a fianco delle autorità locali per raccogliere informazioni e organizzare una risposta umanitaria. Inoltre, i team Caritas stanno raccogliendo gli sfollati in spazi sicuri e aperti e stanno cercando di distribuire pasti caldi e vestiti.

13:28
13:28
Lo stadio Kahramanmaras è un'enorme tendopoli

A Kahramanmaras, la città turca più colpita dal sisma e la più vicina all'epicentro del terremoto che domenica notte ha sconquassato il confine tra Turchia e la Siria, lo stadio è stato trasformato in una enorme tendopoli per accogliere gli sfollati. Le immagini dello Şubat Stadyumu, impianto della squadra Kahramanmaraş omologato per la Super Lega, mostrano un tappeto di tende bianche con la scritta Afad, il logo della protezione civile turca.

12:31
12:31
Terremoto Turchia-Siria, il bilancio supera i 11'200 morti

Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera gli 11.200 morti. Lo rendono noto fonti ufficiali.

Soltanto in Turchia «al momento, hanno perso la vita 8.574 persone, i feriti sono 49.133 e gli edifici distrutti sono 6.444», ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando alla stampa a Kahramanmaras, durante la sua prima visita nel sud est della Turchia colpito dal terremoto. In Siria, invece, sono stati finora contati 2.547 morti, secondo le autorità e i medici.

Il presidente turco ha fatto anche sapere che presto molti sfollati saranno trasferiti in alberghi ad Antalya, Alanya e Mersin, località marittime nel sud della Turchia.

12:04
12:04
Cani da ricerca svizzeri all'opera tutta la notte in Turchia

Le squadre di cani da salvataggio svizzere hanno proseguito tutta la scorsa notte le ricerche dei sopravvissuti del grave terremoto nel sud della Turchia. Finora, insieme all'organizzazione partner turca, sono riusciti a salvare 24 persone.

Le squadre hanno lavorato a rotazione, ha spiegato Linda Hornisberger, responsabile della divisione per la ricerca di vittime della Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio, (Redog), all'agenzia di stampa Keystone-ATS. Le fasi di recupero dei cani e degli accompagnatori sono molto importanti per ridurre al minimo il rischio di incidenti, ha aggiunto.

Redog è al lavoro con sei cani e dieci persone insieme all'organizzazione partner turca GEA Arama Kurtarma. La squadra turca ha molta esperienza, ha detto Hornisberger. L'associazione ha inoltre messo a disposizione della Catena di salvataggio svizzera otto cani e dodici persone.

11:56
11:56
Bimbo di 8 anni salvato dopo 52 ore a Hatay

Continuano a emergere storie e immagini incredibili dai luoghi del disastro. Ad Hatay, in Turchia, un bambino di otto anni è stato salvato dalle macerie di un edificio crollato dopo circa 52 ore. Lo riporta la Bbc. Yigit Cakmak è stato trasportato dall'edificio da cui è riemerso alla madre che lo ha accolto con un grande abbraccio.

© KEYSTONE (Erdem Sahin/EPA)
© KEYSTONE (Erdem Sahin/EPA)

Intanto, i Caschi Bianchi dell'ONU in Siria, che hanno condotto operazioni di soccorso nel nord-ovest del Paese martoriato dalla guerra civile, hanno scritto sui social media che quattro dei loro volontari e le loro famiglie sono tra le vittime del terremoto. Lo riporta il Guardian.

11:37
11:37
Ankara apre altri 2 valichi di frontiera

Le autorità turche hanno dato il via libera stamani all'apertura di due valichi frontalieri con la Siria per consentire l'ingresso di aiuti umanitari nelle disastrate zone siriane colpite dal sisma.

Lo ha detto poco fa il capo negoziatore siriano Badr Jamus, incaricato di gestire i rapporti tra Ankara e le opposizioni siriane che governano il nord-ovest della Siria col placet turco.

«Dopo negoziati prolungati con il governo turco, gli aiuti possono entrare a Bab as Salama, Bab al Rai e Bab al Hawa», ha detto Jamus riferendosi ai tre valichi principali che collegano le regioni della Turchia sud-occidentale con quelle della Siria nord-occidentale.

In precedenza erano state date notizie della riapertura del valico di Bab al Hawa, l'unico attraverso cui possono entrare gli aiuti internazionali, coordinati dall'Onu, in forza di un meccanismo rinnovato per altri sei mesi lo scorso gennaio con l'accordo anche della Russia, alleato del governo centrale siriano.

Nel contesto del conflitto siriano in corso da 12 anni, le autorità governative siriane non controllano il nord-ovest della Siria, dominato invece da una coalizione di milizie di fatto cooptate da Ankara. Damasco rivendica formale sovranità anche su queste regioni e chiede che gli aiuti passino solo per le autorità governative.

Da anni, il passaggio di aiuti umanitari direttamente dalla Turchia verso il nord-ovest siriano tramite il valico di Bab al Hawa serve per aggirare l'ostacolo posto dal governo centrale siriano. Gli altri due valichi tra Turchia e Siria - quello di Rai e di Salama - riaperti oggi non rientrano nel meccanismo Onu approvato da Mosca.

11:16
11:16
Riaperto il valico di frontiera di Bab al Hawa-Cilvegozu

Ha riaperto nelle ultime ore il valico di frontiera di Bab al Hawa-Cilvegozu, tra Siria e Turchia, e dal lato siriano del confine si dicono pronti a ricevere i tanto attesi aiuti umanitari internazionali diretti alle zone siriane devastate dal sisma e fuori dal controllo del governo centrale di Damasco.

Parlando con l'agenzia di stampa ANSA, il direttore del lato siriano del valico di Bab al Hawa, Mazen Allush, ha affermato che il punto di passaggio frontaliero è aperto e pronto a ricevere gli aiuti, «ma finora nessun convoglio è arrivato». Bab al Hawa è l'unico valico dove, secondo l'Onu, possono passare gli aiuti dalla Turchia alla Siria.

Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato a Kahramanmaras, città turca a pochi chilometri dall'epicentro del terremoto di magnitudo 7.8 che il 6 febbraio ha colpito l'intera regione del sud est della Turchia e il nord della Siria provocando almeno 9'500 vittime nei due Paesi. Lo rendono noto vari media turchi.

11:04
11:04
«Il popolo turco supererà unito anche questi giorni difficili»

«Il nostro dolore è indescrivibile, ma il popolo turco supererà unito anche questi giorni difficili». Lo dice Ömer Gücük, ambasciatore della Turchia a Roma, in un'intervista al quotidiano italiano Il Messaggero.

«Il Paese, subito dopo il terremoto, ha mobilitato tutte le sue istituzioni e organizzazioni per aiutare le zone disastrate. Stiamo continuando incessantemente l'attività di ricerca e soccorso, utilizzando tutti i mezzi. Attualmente - spiega - abbiamo nelle aree colpite 53'317 uomini operativi con il personale di supporto. Oltre a migliaia di volontari addestrati e attrezzati con mezzi moderni, che lavorano sotto il coordinamento dell'ente perla gestione dei disastri e delle emergenze, l'Afad».

Oltre al personale, «sono stati inviati 360 veicoli e 3.361 scavatrici. La Presidenza del nostro Stato Maggiore ha istituito anche un ponte aereo per l'invio di personale e materiale nell'area del terremoto con aerei ambulanza, elicotteri e droni. Molti Paesi e organizzazioni internazionali hanno offerto assistenza. L'Italia è proprio tra questi Paesi. E vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il Governo italiano e l'amico popolo italiano a nome del mio Paese», conclude l'ambasciatore.

10:53
10:53
Le prime immagini dai satelliti

Sono arrivate le prime immagini dai satelliti europei del Copernicus Rapid Mapping che evidenziano i danni delle aree colpite dal violento terremoto che ha colpito Turchia e Siria. Sono relative a 6 città, tra cui Antiochia, Adana e Osmaniye, e nelle prossime ore arriveranno quelle relative ad altre 14 aree.

Mappe preziose per supportare i soccorsi realizzate con le immagini raccolte da un'ampia gamma di satelliti europei, come i Sentinel del programma Copernicus, processate e analizzate dai tecnici di e-Geos, la società italiana che coordina servizio europeo Copernicus Rapid Mapping.

Mappe preziose per supportare i soccorsi realizzate con le immagini raccolte da un'ampia gamma di satelliti europei, come i Sentinel del programma Copernicus, processate e analizzate dai tecnici di e-Geos, la società italiana che coordina servizio europeo Copernicus Rapid Mapping.

Le mappe sono state realizzate mettendo a confronto varie immagini, prima e dopo il terremoto, ottenute anche con satelliti diversi, dall'ampia schiera delle «sentinelle» europee dotate di differenti strumenti per l'osservazione sia nell'ottico che nelle onde radio ai tanti altri satelliti dei vari paesi europei. La raccolta delle immagini è stata resa difficile dalla copertura nuvolosa che in questi giorni ha interessato le aree colpite dal violento terremoto.

Le prime mappe sono relative ai centri abitati di Kahramanmaras, Osmaniye, Cumhuriyet, Islahiye, Antiochia, Nurdagi, Afsin, ossia 6 dei 20 siti identificati in accordo con le autorità turche che hanno richiesto l'attivazione del servizio europeo utile in casi di disastri. Le mappe delle altre 16 aree, ha comunicato e-Geos - costituita da Telespazio (80%) e dall'Agenzia Spaziale Italiana (20%) - saranno disponibili nelle prossime ore.

07:37
07:37
Bandiere della NATO a mezz'asta

Bandiere a mezz'asta ieri al quartier generale della NATO a Bruxelles in onore delle vittime dei terremoti in Tirchia e Siria: «In questo momento terribile, siamo solidali con il nostro alleato Turchia e con tutte le persone colpite, e gli alleati della Nato sono pronti a fornire ulteriore assistenza a chi ne ha bisogno», ha dichiarato la portavoce dell'Alleanza, Oana Lungescu, come riporta la CNN.

© NATO
© NATO

La NATO ha inoltre illustrato in un tweet il suo contributo ai soccorsi: «Più di 1.400 membri del personale di emergenza di oltre venti alleati e partner della NATO, tra cui gli invitati Finlandia e Svezia, vengono dispiegati in Turchia per aiutare a rispondere ai devastanti terremoti che hanno colpito il Paese», si legge nel messaggio.

06:59
06:59
Erdogan nelle zone del sisma

Il bilancio dei terremoti in Turchia e Siria ha superato 8.700 vittime dopo che oltre 6.200 sono state segnalate da Damasco. Funzionari turchi e siriani, oltre a fonti mediche, hanno reso noto che finora almeno 6.234 persone sono morte in Turchia e almeno 2.470 in Siria, portando il totale a 8.704. Stando all'agenzia per le emergenze e i disastri turca Afad, come riporta Anadolu, i feriti sarebbero 37.011.

Si teme che il bilancio aumenterà inesorabilmente, con i funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità che stimano che i morti potrebbero essere fino a 20.000. «I numeri non ci raccontano quanto è pericola la situazione che molte famiglie ora devono affrontare. Hanno perso tutto e sono costrette a dormire al freddo. Ora si tratta di una corsa contro il tempo. È in corso la mappatura dei danni per cercare di capire dove concentrare i nostri sforzi», ha dichiarato il direttore dell'OMS.

In una dichiarazione congiunta, il coordinatore residente delle Nazioni Unite e il coordinatore umanitario ad interim per la Siria e il coordinatore umanitario regionale per la crisi siriana hanno dichiarato: «Questa tragedia avrà un impatto devastante su molte famiglie vulnerabili che lottano quotidianamente per provvedere ai propri cari».

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intende visitare nella giornata di oggi le zone colpite dal devastante terremoto. Lo si apprende da una fonte ad Ankara: «Oggi il presidente della Turchia ha in programma una visita nelle regioni in cui si è verificato il terremoto. In questi giorni difficili per il Paese, i cuori di ognuno di noi battono all'unisono. Il presidente prenderà conoscenza della situazione sul campo e darà le sue istruzioni», ha detto la fonte.

Intanto, sui social turchi si moltiplicano appelli di persone che chiedono aiuto per le persone care rimaste sepolte sotto le macerie del terremoto, con critiche contro i ritardi dei soccorsi. «Nessuna squadra di soccorritori e nessun funzionario è venuto nel nostro villaggio di Pazarcik», ha scritto su Twitter un abitante del villaggio all'epicentro del sisma, riferisce la BBC.

LA PRIMA GIORNATA - LUNEDÌ 6 FEBBRAIO: un terremoto devastante, di magnitudo 7.8, è stato registrato alle 4.17 ora locale, con epicentro nella provincia di Gaziantep