Ticino attore importante nella tecnologia medicale

La tecnologia medicale ha in Ticino un polo importante e lo scorso anno 30 aziende del settore hanno dato vita alla sezione regionale di Swiss Medtech, abbreviazione di Swiss Medical Technology Association, la quale opera dal 2017 a livello nazionale, e con collegamenti internazionali, forte di 750 società elvetiche aderenti, attivandosi nella tutela dei loro interessi, nel campo delle regolamentazioni, particolarmente delicato visto il settore, della formazione permanente e nella realizzazione di eventi di sensibilizzazione e di contatto. Una presentazione volta a mettere in mostra le attività, gli obiettivi e le sfide con cui il comparto si confronta è stata organizzata a Mezzovico, promossa dalla Camera di Commercio del Canton Ticino. Dopo un saluto introduttivo di Cristina Maderni, vice-presidente della Camera di Commercio, e di Mario Canepa, sindaco di Mezzovico, i temi sono stati discussi da Sandra Rickenbacker-Läuchli, membra dell’Executive Board di Swiss Medtech e responsabile degli affari pubblici e consigliera legale, e da Giuseppe Perale, presidente della sezione ticinese. La sua visione si snoda intorno a cinque linee di sviluppo strategico, tutte rivolte a migliorare la qualità della vita e degli interventi sanitari: l’innovazione, ovviamente parte del DNA del settore, la digitalizzazione a tutti i livelli, il miglioramento delle condizioni quadro, dell’assistenza sanitaria e dello sviluppo della Svizzera come sede produttiva tale da mantenere il livello di leadership globale che oggi detiene, visto anche il numero record di brevetti.
Una perla dell’economia
Il settore è «una perla dell’economia svizzera», è stato illustrato, contribuisce per oltre il 16% alla bilancia commerciale del Paese con 12 miliardi di franchi annui di export sui quasi 18 di fatturato complessivo e registra una crescita continua. È un propulsore di tecnologie innovative e crea profili professionali altamente qualificati, ma tutto questo, ha affermato Sandra Rickenbacker, si trova a fare i conti anche con delle sfide da superare. Un ostacolo che si va manifestando è di natura finanziaria. Infatti lo sviluppo di prodotti medicali ed i relativi studi clinici comportano costi elevati non sempre compensati. D’altro canto ottenere sovvenzioni e capitale di rischio non è sempre facile. Ciò si unisce alla crescente pressione sui costi, sia in termini di materie prime sia di apparati elettronici, alle regolamentazioni sempre più stringenti ed alla difficile reperibilità di personale specializzato. Il tema delle regolamentazioni si lega a quello dello status della Svizzera quale «Paese terzo» nei confronti dell’Unione europea. Il tema è complesso, tanto che alcune società extra-europee, desiderose di creare una struttura nel Vecchio continente, e pur riconoscendo i punti di forza ed i benefici offerti dalla Svizzera, optano alla fine per collocarsi all’interno della Comunità europea.
UE, burocrazia pesante
D’altro canto la stessa UE è fonte di una burocrazia particolarmente «pesante» nei confronti del settore tecnico medicale e sono proprio queste strettoie burocratiche responsabili di gran parte delle carenze di prodotti medicali che oggi la Svizzera lamenta. L’organismo europeo MDR (Medical Device Regulation) non riconosce neppure ciò che viene autorizzato dalla pur severa FDA (Food & Drug Administration), l’ente di controllo americano, e proprio Swiss MedTech si è fatta promotrice da tempo di una mozione parlamentare mirante a superare questi scogli, di cui si attende l’esito positivo. Sullo sfondo permane tuttavia la più ampia questione della relazione istituzionale fra Berna e Bruxelles. Questo tema si inserisce in quello delle altre condizioni quadro. Sono state auspicate regole commerciali comunque liberali, che assicurino in prospettiva l’accesso ai mercati, sia a quelli sviluppati sia a quelli emergenti, ove il ritmo della crescita, la domanda di prodotti ed i bisogni sono ancora maggiori. In parallelo vanno salvaguardati gli aspetti reddituali, che consentono da un lato i reinvestimenti ed il minor ricorso al mercato dei capitali, ma soprattutto salvaguardano la concorrenzialità delle nostre aziende a lungo termine. E proprio a redditività e possibilità di effettuare investimenti si lega anche l’aspetto fiscale, il cui peso andrebbe mantenuto moderato, anche per attirare nuove risorse e nuovi operatori.