Inclusione doganale

«A Campione si rischia il disastro ambientale»

Le nuove norme UE attive nell’enclave creano non pochi problemi a ridosso del confine – Tra le difficoltà si segnalano anche le operazioni di trasporto transfrontaliero dei rifiuti e del materiale inerte
Bernardino Marinoni
25.06.2021 06:00

Campione d’Italia si adegua, suo malgrado, ma non si rassegna all’inclusione doganale nell’Europa unita e continua a domandarsi – nella seduta consiliare di mercoledì per bocca del sindaco Roberto Canesi – come possa essere accaduto. Come, «senza contezza alcuna da parte della comunità» dell’enclave, sia stata pregiudicata la secolare integrazione di Campione d’Italia nel contesto svizzero, come possano essere venute meno le condizioni di extraterritorialità cui si appella la normativa UE.

Chiesta la documentazione

L’Amministrazione comunale, intanto, ha chiesto formalmente la completa documentazione relativa alla «sorprendente inclusione» doganale, mentre in Consiglio comunale si è dibattuto di un paio degli effetti conseguenti, il trattamento dei rifiuti e l’imposta locale sul consumo. Effetti nefasti, per quanto a maggioranza approvati, ma di certo obtorto collo. Relazione e piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, e relative tariffe per l’anno corrente, sono passati, 9 voti a 2 (del gruppo di minoranza Campione 2.0), con una previsione di spesa di poco più di 730 mila franchi, ma la situazione è al limite dell’insostenibilità. «Emergenziale» nelle parole del sindaco, che sulla questione dei rifiuti aveva centrato le proprie comunicazioni preliminari. Con il nuovo regime doganale infatti le operazioni procedurali di trasporto transfrontaliero dei rifiuti monopolizzano l’attività degli addetti all’Ufficio tecnico comunale, generando costi aggiunti per l’utenza; ma il rischio di «disastro ambientale locale» che fatalmente, ha aggiunto Canesi, finirebbe con il ripercuotersi anche sul limitrofo territorio ticinese, non è scongiurato perché se i rifiuti solidi urbani vengono smaltiti, altre categorie delicate di scarti non hanno (ancora) sbocco. Il locale Centro di raccolta non è più in grado, l’avviso è di un paio di settimane fa, di accogliere rifiuti legnosi e vegetali, ma è solo un esempio. Come quello del materiale inerte, che non può lasciare Campione d’Italia, sempre causa le «implicazioni necessarie all’ottenimento delle autorizzazioni per il trasporto transfrontaliero», bloccando ogni pur ridotto intervento edilizio. Ma il catalogo dei rifiuti speciali fermi nell’enclave - il consigliere Domenico Deceglie ne ha fatto l’elenco - è impressionante.

Pazienza al limite

Il sindaco, pronto a far valere i diritti dei cittadini sulla scorta di intese rimaste però finora sulla carta, così come non ha avuto ancora esito l’appello rivolto alle massime autorità della Repubblica, ha annunciato un prossimo vertice, oltre il quale c’è da ritenere che sarà considerato oltrepassato il limite di tollerabilità. Dibattito acceso anche su regolamentazione e linee guida della nuova imposta locale sul consumo che il legislatore ha espressamente formulato per Campione d’Italia con l’obiettivo dichiarato di un allineamento all’IVA svizzera. «Arduo slalom» - non ha taciuto il sindaco - tra le disposizioni, doganali comprese, dei due paesi; ma per Simone Verda, del gruppo minoritario Campione 2.0, negli svantaggi che comporta la norma è una «schifezza», da respingere. Al Consiglio comunale ha chiesto di sospendere la deliberazione, con un atto politico cui non è stato estraneo, nei banchi di maggioranza, il consigliere Sergio Aureli, annunciando la propria astensione, cui si è aggiunta in sede di voto quella dell’indipendente di minoranza Christian Toini. Contrarissimo il gruppo Campione 2.0, la deliberazione ha contato 7 sì, il sindaco ha ribadito che l’Amministrazione non può essere inadempiente, ma portando da 60 a 120 giorni la moratoria in un regolamento posto a tutela dell’operatore economico campionese.

«Un distretto dei giochi»

Nelle comunicazioni, Canesi aveva riservato un cenno alla riapertura, verso fine anno, del Casinò, dopo l’approvazione della proposta di concordato in continuità della società di gestione della casa da gioco, preannunciando però «totale discontinuità con il passato». Una linea - con il troncamento del cordone ombelicale tra Comune e casa da gioco, separandone le sorti finanziarie, ribadita ieri in un webinar con l’amministratore unico della società, Marco Ambrosini, per il quale l’allure di un casinò come quello di Campione d’Italia è intatta, entrambi convinti delle potenzialità nell’area ceresiana di un «distretto dei giochi».