Pianificazione

A Cornaredo vince il Cantone: via libera alle nuove strade

Dopo un’attesa di cinque anni sono stati respinti quasi integralmente i ricorsi contro il riassetto viario – La rotonda sul fiume, la vicina passerella ciclopedonale e via Stadio, secondo il TRAM, possono essere realizzate
Via Sonvico oggi. Verrà spostata verso il fiume. © CdT/Gabriele Putzu

Era una decisione attesa con ansia, quella presa dal Tribunale cantonale amministrativo sul futuro assetto viario di Cornaredo. Con ansia e da tanto tempo: sono trascorsi quasi cinque anni dal deposito dei ricorsi contro il progetto che prevede, tra le varie cose, lo spostamento di un tratto di via Sonvico sugli spazi della ex Termica, la realizzazione della nuova via Stadio fra la futura arena e i campi di allenamento, di una nuova rotonda sul fiume Cassarate e di una passerella ciclopedonale. Tutto questo si farà come previsto dal Cantone (e condiviso dalla Città): la Corte, presieduta dalla giudice Flavia Verzasconi e completata dai colleghi Matea Pessina e Fulvio Campello, ha quasi integralmente respinto i reclami presentati: uno, in coppia, dall’Associazione traffico e ambiente e dalla Società ticinese per l’arte e la natura, l’altro da un gruppo di privati rappresentati dall’avvocato Aldo Foglia. Diciamo «quasi integralmente» perché una richiesta dei privati è stata accolta: la costruzione di un tratto della citata ciclopista è stata posticipata alla fine del terzo anno dei lavori. Complessivamente, tuttavia, l’esito è netto: la rivoluzione viaria del quartiere, per il TRAM, può procedere. Bisogna capire se la sua decisione sarà ancora oggetto di ulteriori ricorsi: gli ultimi possibili, al Tribunale federale.

Non così deturpante

Parlando di opere sovradimensionate, deturpanti e in contrasto con le norme per la protezione del paesaggio, ATA e STAN chiedevano la rinuncia a realizzare la maxi rotonda in zona Rugì, il ripristino dei percorsi pedonali e ciclabili lungo gli argini del fiume formando un asse verde continuo dalla foce al piano della Stampa, la rinuncia a via Stadio e il mantenimento della funzione di strada cantonale per via Sonvico. In poche parole: un grosso ridimensionamento generale. I ricorrenti contestavano poi al Cantone di non aver considerato varianti meno invasive. Prima di esprimersi in merito, il TRAM ha fatto una premessa abbastanza importante: in casi come questo, in cui «le conoscenze degli specialisti» e «delle autorità del posto costituiscono spesso un insostituibile elemento per la presa di decisione», i giudici possono annullare un progetto solo se scopriranno «vizi di una certa rilevanza». «Non basta dunque che risulti possibile una soluzione migliore di quella contestata: la soluzione alternativa deve manifestare dei pregi realmente superiori». E questa differenza di qualità fra il progetto proposto e la visione dei ricorrenti, cioè ricalibrare tutto o quasi, la Corte non l’ha trovata.

Sulla rotonda sul fiume, per esempio, il TRAM si è allineato al Consiglio di Stato, che aveva approvato il riassetto stradale e secondo cui «il contesto in cui si situa l’opera non presenta pregi particolari» e «la rotonda, con la sua apertura centrale, rappresenterà un elemento qualificante e strutturante del nuovo assetto territoriale».

«Inoltre – aggiunge la Corte – con la sua forma geometrica limitata all’essenziale», la rotonda «non presenta elementi di stravaganza, limitandosi a quanto necessario per assolvere la sua funzione». I giudici invitano poi a considerare come diventerà in futuro Cornaredo, «il cui impianto urbanistico presenterà volumi e altezze considerevoli». Lo stesso ragionamento è stato fatto per la passerella ciclopedonale che, «anche se artificiale, è destinata a diventare parte integrante del nuovo tessuto urbano»;un tessuto che, «con la sua leggerezza ed esilità, concorrerà a caratterizzare».

Per quanto riguarda via Stadio, è stata respinta la critica secondo cui il collegamento «danneggerebbe la vasta proprietà comunale, dividendola e intaccandola». «Contrariamente a quanto sostengono i ricorrenti – scrive il TRAM – la connessione e la permeabilità fra i due comparti è comunque garantita dalla passerella pedonale prevista sopra la nuova arteria».

L’unica vittoria

Lamentando «una lesione della garanzia della proprietà» e sottolineando «gli effetti penalizzanti del progetto sul loro fondo», anche i ricorrenti privati chiedevano un forte ridimensionamento dei piani del Cantone: in particolare la bocciatura della passerella ciclopedonale, la riduzione del calibro di via Sonvico e la modifica del programma dei lavori, nel senso di eseguire per ultimi quelli che toccano il loro terreno. Solo su quest’ultimo punto hanno avuto soddisfazione, anche se in parte. La passerella avrebbe dovuto essere costruita fra il secondo e il terzo anno. I privati volevano posticiparla al settimo, l’ultimo. Decisione dei giudici:alla fine del terzo. Triplice fischio.

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