A corsa ai piedi dell’Everest per fare del bene

«È una popolazione che ti dà talmente tanto che non puoi restare indifferente. Pur vivendo in condizioni di povertà sono generosi, hanno un cuore immenso. E poi c’è il paesaggio, la montagna, la natura. Qualcosa di eccezionale e unico». Ad Arianna Regis il Nepal è entrato nel cuore. Tanto da portarla a costituire, a fine 2019, l’associazione con sede a Claro «Nepal per Te Tashi Delek» (di cui è vicepresidente) con lo scopo di sostenere progetti sociali ed educativi in diverse regioni, fra cui il Dolpo e il Solukhumbu.
Nonostante l’emergenza sanitaria il gruppo di amici non è rimasto con le mani in mano. Ed è nata l’idea di un’iniziativa che ha il duplice obiettivo di mantenere vivo lo spirito del consesso e di raccogliere fondi a favore del Paese himalayano. Ecco quindi che sabato prossimo, 10 aprile, Marco Gazzola (marito di Arianna e presidente dell’associazione) e Fabio Bernasconi, entrambi noti podisti ticinesi, percorreranno un giro di quasi 300 chilometri in pochissimi giorni. Ben 24.000 metri di dislivello, dai 2.000 fino ai 5.400 metri di altitudine, raggiungendo anche il campo base dell’Everest.
Fra le vette maestose
I preparativi sono in corso da settimane. I «nostri» atleti non vedono l’ora di tornare in Nepal. Dapprima visiteranno alcune famiglie nella regione di Loding, nel distretto di Solukhumbu, che appartiene alla zona del Parbat. Faranno tappa anche alla Pikey School e in seguito poseranno la prima pietra di un progetto che l’associazione bellinzonese ha intenzione di realizzare, appunto, nella regione del monte più alto al mondo. Si tratta di «una cosiddetta struttura ricettiva help&farm, che verrà gestita direttamente dagli sherpa, attraverso la quale garantiremo l’approvvigionamento diretto per altre iniziative che abbiamo previsto in quella zona».
È in sostanza un ostello che offre alloggio e ristorazione e che mira altresì a promuovere il benessere della popolazione. Proprio per sostenere finanziariamente la costruzione dell’edificio, Marco Gazzola e Fabio Bernasconi affronteranno l’ennesima sfida agonistica della loro carriera: 300 chilometri a piedi, partendo da Loding, e a corsa fra le vette più maestose del pianeta, nelle valli del Dudh Kunda e dell’Everest.

Amore a prima vista
Chi volesse aiutarli nella missione può farlo senza dover sudare come faranno loro. Basterà «acquistare» la loro fatica, donando un franco per ogni metro di dislivello sul sito www.nepalperte.ch. L’intero ricavato verrà destinato non solo al progetto che abbiamo appena accennato, ma anche ad altri. «Direi che la folle del gruppo sono io, più che loro. Scherzi a parte, il Nepal e i nepalesi sono entrati nel mio cuore. Un amore che ti porta a voler ricambiare, con gesti concreti, quanto ricevi. Si badi bene, non siamo gli unici ad aver subito il fascino di questo Stato dell’Asia meridionale. È qualcosa di indescrivibile che a parole è davvero difficile da spiegare», puntualizza la vicepresidente dell’associazione Arianna Regis.
«Gli abbiamo salvato la vita»
I progetti, dicevamo. Dopo aver destinato dei fondi alla scuola di Ku, un villaggio a 4.800 metri di altitudine nel Dolpo, ed essere pronti a buttarsi anima e corpo nella realizzazione della struttura ricettiva, da maggio e per cinque mesi Jacqueline Eastridge (insegnante americana di inglese nonché volontaria e giramondo) darà una mano all’associazione di Claro in Solukhumbu. Impartirà lezioni a quasi 150 fra bambini e ragazzi, dai 5 ai 17 anni, che frequentano la scuola di Loding. Ma non è tutto. Arianna Regis ci tiene infine a ricordare il fondamentale aiuto fornito ad uno sherpa di appena 24 anni, il quale è improvvisamente rimasto paralizzato. È stato operato con successo e, dopo mesi di riabilitazione, ora ha ricominciato a camminare. «Gli abbiamo salvato la vita», chiosa con orgoglio la nostra interlocutrice.
Perché il Nepal ti dà tanto, ed è così stupendo ricambiare con gesti che scaldano il cuore e aiutano chi vive nella sofferenza pur non perdendo mai il sorriso. È questo che colpisce. E che fa innamorare a prima vista.
