Turismo

A Lugano chi viene per lavoro spesso si ferma per scelta

Si chiude domani il Congresso sui linfomi che ha attirato in città oltre 4.000 visitatori da tutto il mondo – Samuel Righetti (TiCB): «Gli albergatori hanno osservato un prolungamento delle prenotazioni dei partecipanti»
© CdT/Gabriele Putzu
20.06.2025 06:00

Ancora una volta, Lugano si conferma meta privilegiata per il turismo congressuale. Sono infatti oltre 4.000 gli esperti da tutto il mondo che hanno raggiunto le sponde del Ceresio in occasione della diciottesima edizione del Congresso internazionale sul linfoma maligno (ICML). Un afflusso di visitatori notevole, che ha messo in moto l’intera filiera del turismo. Certamente si è trattato di un evento eccezionale, che si inserisce però in più ampi sforzi portati avanti dalla città: «Lugano, già da diversi anni, è molto orientata al turismo d’affari» commenta al Corriere del Ticino Samuel Righetti, coordinatore del Ticino convention bureau (TiCB), l’ufficio di coordinazione cantonale creato poco più di due anni fa esclusivamente dedicato al settore del turismo per le aziende.

Città sul podio

«A livello di eventi realizzati, le due regioni in Ticino che suscitano più interesse restano Lugano e Ascona-Locarno. Si distinguono infatti per un’offerta maggiore rispetto al resto del territorio, sia per quanto riguarda i complessi alberghieri, ma anche per la disponibilità di strutture idonee ad ospitare eventi di grandi dimensioni», racconta Righetti. Lugano resta però la meta privilegiata per quanto riguarda il turismo congressuale. Il Palazzo dei Congressi rimane infatti ancora un unicum nel panorama ticinese: «Gli altri spazi per eventi presenti nel cantone, penso ad esempio al Palexpo di Locarno, o al mercato coperto di Giubiasco, nascono come padiglioni espositivi, e pongono quindi sempre il cliente nella posizione di dover fare dei compromessi – spiega Righetti. Lugano, da questo punto di vista, ha invece un vantaggio notevole». La scarsità delle strutture è però una forma di tutela. Anche il turismo congressuale è infatti sensibile a dinamiche di overturismo, che in Ticino vengono così automaticamente mitigate: «La domanda si spalma inevitabilmente a livello temporale, perché l’infrastruttura limitata evita di avere congressi da centinaia di persone contemporaneamente. Anche quello dei congressi è un equilibrio sensibile, perché attirando numerosi visitatori in una frazione di tempo limitata, il pericolo dell’overturismo esiste anche in questo settore» commenta il coordinatore del Ticino convention bureau.

Non solo convegni

«Nel 2024 abbiamo constatato che il 18,5% delle camere d’albergo nel nostro cantone è stato occupato dal turismo d’affari: quasi un turista su cinque si reca dunque in Ticino per eventi legati alla propria azienda», illustra Righetti. Il turismo d’affari, infatti, non si limita esclusivamente ai congressi: l’acronimo inglese è MICE, e include oltre ai convegni, anche conferenze più piccole, fiere e viaggi premio aziendali. Rispetto ad altre realtà elvetiche come Zurigo, Ginevra e Basilea, il Ticino è proprio su quest’ultimo settore che presenta un importante vantaggio relativo: «Se nell’ambito congressuale la disponibilità rimane limitata, poche destinazioni in Svizzera hanno un’offerta simile in quanto ad attività ricreative di gruppo» continua l’esperto. «Il Convention bureau intermedia per oltre 300 diverse strutture sul territorio e offre 250 attività di gruppo, che spaziano tra enogastronomia e sport. Da questo punto di vista, anche le regioni di Bellinzona, Valli e Mendrisio hanno un’offerta valida e interessante», spiega Righetti.

Visita sporadica? Macché

Lo Switzerland convention incentive bureau, l’organizzazione che si occupa a livello federale del turismo d’affari, stima che un congressista lasci sul territorio 350 franchi al giorno: quasi il doppio di un classico turista. Lugano e, più recentemente, il Ticino intero, hanno riconosciuto il potenziale di questo settore in crescita: la creazione di un ufficio di coordinazione cantonale rappresenta uno degli sforzi in questa direzione. Anche in una prospettiva a lungo termine, infatti, il turismo d’affari non si limita necessariamente a una visita sporadica: «Proprio in occasione dell’ICML, alcuni albergatori di Lugano hanno osservato un prolungamento delle prenotazioni dei partecipanti al congresso», racconta Righetti. Gli esperti mondiali dell’ambito medico si sono recati dunque in Ticino per lavoro, ma molti hanno deciso di prolungare la loro visita come scelta personale. Il fenomeno è noto nell’ambito del turismo come «bleisure», un’unione tra i termini inglesi «business» e «leisure» (tempo libero): «Questo aspetto non solo contribuisce all’estensione media dei soggiorni, ma permette un’ulteriore destagionalizzazione, due obiettivi importanti della nuova strategia di Svizzera Turismo presentata quest’anno», conclude l’esperto. La possibilità di conciliare vita professionale e piacere sembrerebbe dunque essere la carta vincente del nostro cantone.

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