A Lugano la Sinistra si salva (e non di poco) con Ghisletta

Diciotto e trentuno, sospiro di sollievo. Il risultato è andato così oltre le aspettative che è rimasto sorpreso perfino il copresidente Filippo Zanetti leggendo le percentuali. I socialisti mettono al riparo il seggio, si ergono a terza forza politica in Municipio passando davanti al Centro e i timori di una possibile débâcle – sollevata in più occasioni e da più parti – si spengono tra i sorrisi, gli applausi e gli abbracci della trentina di simpatizzanti riunita al bar Croce d’Oro. Per il post Cristina Zanini Barzaghi, i cittadini hanno deciso affidare il timone socialista all’interno dell’Esecutivo, con 4.506 preferenziali, all’esperienza del già consigliere comunale, presidente sezionale e deputato di lungo corso Raoul Ghisletta. Dietro, con appena 300 voti di scarto, la copresidente Tessa Prati, che per un pelo non agguanta una delle sette poltrone di Palazzo Civico.
Degno di nota è inoltre il risultato della Sinistra in termini di voti di lista, che rispetto all’ultima tornata elettorale raggiunge il 16,49% senza l’alleanza con i Verdi (nel 2021 aveva ottenuto il 17%). In termini di voti di scheda, invece, si attesta al 13,89% (tre anni fa aveva raggiunto il 14,5%). Votazione da dimenticare, invece, per il capogruppo in Consiglio comunale, Carlo Zoppi, arrivato ultimo nella lista.
Di sinergie e opposizioni
«Mi aspetta un lavoro molto impegnativo e me ne rendo conto – commenta a caldo il neo municipale socialista, Raoul Ghisletta, dopo aver atteso i risultati con un notevole aplomb –. Spero che ci sia la possibilità di avviare una collaborazione con tutte le forze politiche che hanno contribuito ad allestire la lista. Vogliamo portare avanti un lavoro che diventi la voce di una Lugano un po’ diversa all’interno del Municipio». Al netto dei risultati in città, la giornata di oggi per il fronte socialista non è stata per nulla facile. Anzi, tutt’altro, visto che ha lasciato sul terreno voti e consensi praticamente da nord a sud del cantone. Come leggere, quindi, il risultato sorprendente sulle rive del Ceresio, chiediamo.
«Abbiamo veramente lavorato bene, non ci sono stati errori, e quando accade questo è già un bel risultato. C’è stato un buono spirito di gruppo tra tutti i candidati e tutte le forze della coalizione, ma sicuramente l’aiuto esterno dei Verdi ha aiutato». Politico profilato, sindacalista, Ghisletta incarna perfettamente la figura dell’opposizione. I luganesi dovranno quindi aspettarsi un municipale che continuerà a seguire questa linea? Secondo il neo eletto, il lavoro di un municipale «deve essere collegato con le forze che ci sono in Consiglio comunale. Vogliamo portare i nostri temi, le nostre richieste e mettere in atto un tandem con le forze politiche del Legislativo. Ma non solo, anche quelle fuori dalle istituzioni. La dinamica, in questi casi, deve essere ampia».
La musica è cambiata
Inutile negarlo, la paura di non avere una rappresentanza socialista in Municipio dopo oltre vent’anni era un sentimento fortemente percepito dal copresidente Filippo Zanetti. Ma non solo. Anche perché, oggettivamente, perdere il seggio «avrebbe comportato lasciare la città in mano alla destra», ci aveva detto qualche ora prima dei risultati. La musica, come detto, è cambiata. «Abbiamo vinto come squadra, come partito e come alleanza, ma soprattutto ha vinto un’idea di sinistra – rileva Zanetti togliendosi di dosso la tensione della giornata –. Tutti i candidati al Municipio hanno lavorato per portare eterogeneità, e la libertà di scelta è in parte stata dimostrata dai risultati, basta vedere quello di Tessa Prati, che è arrivata estremamente vicina a quello di Raoul Ghisletta». La copresidente sezionale, portandosi a casa 4.229 preferenziali, ha infatti mancato il Municipio per un soffio. «Sono molto felice di aver ottenuto questo risultato, ma lo sono di più per quello ottenuto dal partito: siamo riusciti a confermare o quasi confermare la nostra posizione. Siamo il terzo partito a Lugano e abbiamo lavorato tanto. Un aspetto, questo, che è stato riconosciuto dall’elettorato». Vedendo il risultato, puntare al secondo seggio nella prossima legislatura, quindi, sarebbe un azzardo? Nessuno l’ha escluso, «ma vedremo se sarà una possibilità o meno», chiosa Prati.
«Darà del filo da torcere»
Al ritrovo della Sinistra non poteva mancare la municipale uscente, Cristina Zanini Barzaghi, che ha raggiunto il bar Croce d’Oro verso le 18 dove è stata accolta dagli applausi dei presenti. Lascia Palazzo Civico più leggera, sicuramente, con un seggio che ha smesso di traballare e un risultato oltre le aspettative. «Temevo che la sinistra, con questa frammentazione delle liste, avrebbe avuto problemi e non avrebbe ottenuto una buona percentuale – ammette –. In verità, siamo ampiamente sopra il 16%, quindi tutto sommato l’elettorato ha capito che è necessario avere ancora un municipale socialista a Lugano. Sono tranquilla, perché è stato eletto Raoul Ghisletta, persona che darà del filo da torcere ai colleghi, oltre ad avere esperienza in diversi ambiti. E questo non è evidente, ma importante per un municipale».
Zanini Barzaghi, a più riprese, era stata criticata da un’ala della sinistra per la sua posizione troppo moderata. Ghisletta, di contro, è più profilato. E sindacalista. Cambierà qualcosa? «Già in passato abbiamo avuto politici moderati che si sono rivelati più radicali. Dal mio punto di vista, penso di aver rotto il ghiaccio su diversi temi in Municipio a Lugano», conclude.