Il progetto

A Lugano l'innovazione tecnica è sotto i nostri piedi

Il CDALED sta sostituendo due grosse tubazioni da quasi tre chilometri che convogliano le acque luride da Lugano al depuratore di Bioggio, utilizzando nuovi sistemi che fanno risparmiare tempo, denaro e ore in colonna
Vecchie e nuove tubazioni. ©CDALED
Federico Storni
06.08.2024 06:00

«Le tempistiche permettono, grazie alle tecniche proposte, di realizzare il progetto in tempi minori rispetto a quelli del progetto definitivo e quindi di conseguenza avere un impatto economico e ambientale favorevole». Un’ottima notizia per qualsiasi progetto, e specialmente per uno in cui nell’ormai lontanuccio 2018 si prospettava di investire 15 milioni di franchi. Parliamo della sostituzione delle grosse condotte del CDALED nel cunicolo Lugano-Vedeggio, che collegano piazza Indipendenza a Lugano a Bioggio. Quasi tre chilometri di tubazioni a cui è stato affidato il delicato compito di convogliare la acque luride del bacino imbrifero della valle del Cassarate (cioè i comuni di Capriasca, Lugano, Comano, Porza, Canobbio, Savosa, Massagno, Sorengo, Collina d’oro, Paradiso e Campione d’Italia) al depuratore. Tubazioni che, con un’espressione da intendersi per una volta letteralmente, facevano ormai acqua da tutte le parti.

L’estensione del mandato

In tutto questo la notizia è che il CDALED (Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni) ha esteso il mandato da impresa generale al Consorzio St. Anna, che in questi anni si è già occupato di sostituire le tubazioni nel tratto sant’Anna-Bioggio. «La delicata sostituzione delle due tubazioni principali dal diametro di 700 e 800 millimetri - ci spiega il segretario consortile del CDALED Alberto Gennari - è stata conclusa con successo. Le due condotte sostituite sono state collaudate e in funzione». Per fare ciò il Consorzio St. Anna era stato dotato di quasi 9 milioni di franchi. Ora gliene verranno versati altri 4,2 per compiere la stessa operazione nel tratto mancante, dal sant’Anna a piazza Indipendenza. Un tratto pure delicato, sia perché scorre sotto corso Pestalozzi, sia perché «le infiltrazioni sono notevolmente peggiorate in tempi recenti rendendo difficoltoso l’accesso al cunicolo di servizio durante precipitazioni intense e di lunga durata». La sistemazione era, ed è, considerata urgente.

I motivi

La volontà di «non rallentare in maniera considerevole i tempi di realizzazione» aprendo un nuovo concorso è uno dei motivi che ha convinto il CDALED a estendere il mandato al Consorzio St. Anna, ma è ben lungi dall’essere l’unico. Si possono citare ad esempio una «logistica di cantiere ottimizzata», «la comprovata professionalità delle maestranze coinvolte» e, dal profilo legale, il fatto che la Legge sulle commesse pubbliche lo permetta. Ma la ragione principale è un’altra ancora e si cela in quel «grazie alle tecniche proposte» con cui abbiamo aperto questo articolo. Spiega al proposito Gennari: «La tecnica innovativa proposta dall’attuale Consorzio e utilizzata con successo nella prima parte del cunicolo permetterà un minore impatto a livello stradale rispetto alle tecniche tradizionali. Questo favorisce un tempo di realizzazione delle opere minore con conseguenti benefici ambientali e risparmi a livello economico». In altre parole, il Consorzio St. Anna ha sperimentato con successo un sistema di rimozione e posa delle tubazioni più rapido ed economico, e meno impattante sul traffico.

Grundoburst e Pipe Pusher

Per meglio capire cosa comporti questa nuova tecnica ci siamo rivolti sempre a Gennari, che l’ha riassunta così (per maggiore chiarezza può essere utile digitare in YouTube i nomi dei due sistemi citati nelle prossime righe): «La tecnica innovativa a cui si fa riferimento prevede di sfilare le vecchie tubazioni tramite un tiraggio statico con il sistema Grundoburst e l’introduzione delle nuove tubazioni con il sistema Pipe Pusher. Quest’ultima tecnica utilizza degli appositi appoggi su rulli che facilitano lo scorrimento delle tubazioni e ne permette l’introduzione da un unico punto, riducendo sensibilmente i tempi di realizzazione e l’impatto del cantiere nel centro cittadino». La tecnica tradizionale, per contro, «prevede notevoli aperture del manto stradale per consentire l’estrazione e l’inserimento di singoli segmenti di tubi, e ciò comporta notevoli disagi al traffico cittadino».

In altre parole, non si prevedono chiusure prolungate di Corso Pestalozzi. Non per ora, quantomeno. Il tratto stradale è infatti in ogni caso destinato a finire sotto i ferri sul medio periodo: da un lato il CDALED dovrà compiere il potenziamento idraulico del canale Genzana, che vi scorre sotto, dall’altro arriverà il tram-treno.

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