Nuova Bellinzona

A opera conclusa, i cittadini vanno alla cassa

Il lungo iter per l’avvenuto rifacimento della piazza di Preonzo giunge all’ultimo step con il prelievo dei contributi di miglioria, questione che era stata all’origine di un referendum e di un ricorso (accolto dal Governo) – Tutti i mappali edificabili del quartiere, circa 750, sono coinvolti con importi diversi a seconda della tipologia
I lavori si sono conclusi a fine 2020, l’inaugurazione si è tenuta ad agosto 2021. © Ti-Press/Pablo Gianinazzi
Simone Berti
20.10.2022 06:00

Contributi di miglioria. Un concetto che quando si manifesta può essere un po’ indigesto per i cittadini coinvolti, chiamati a pagare una somma per delle opere pubbliche che non hanno richiesto personalmente o che magari, addirittura, non le toccano direttamente. Nel Comune di Bellinzona il tema torna d’attualità con la pubblicazione relativa alla piazza di Preonzo rimessa a nuovo negli scorsi anni con un iter che si era rivelato un po’ laborioso. L’incarto tocca praticamente tutta la cittadinanza, con ben 750 mappali edificabili coinvolti, i cui proprietari sono chiamati a pagare somme che vanno da pochi spiccioli fino ad un massimo di 5.000 franchi (una tantum).

Il primo credito sei anni fa

Per comprendere la questione (se volete) occorre però fare un passo indietro. Era la fine del 2016, oramai sei anni fa, quando l’allora Legislativo di Preonzo (Comune che pochi mesi più tardi sarebbe confluito nella nuova Bellinzona) approvava il progetto municipale per il rifacimento della piazza Pasquéi posta sulla strada cantonale, a due passi dal nucleo. La decisione era tuttavia stata contestata da un referendum e un ricorso al Consiglio di Stato. Lo stesso è stato accolto il 18 marzo 2018 dal Governo che ha in sostanza sancito che l’opera - costituendo un elemento di urbanizzazione generale - contrariamente a quanto previsto dall’ex Comune di Preonzo è soggetta ai contributi di miglioria. Ereditato il dossier, il Municipio della Bellinzona aggregata ha preparato un nuovo messaggio con la richiesta di un credito di 1,8 milioni di franchi per la sistemazione e la riqualificazione della piazza, contemplando appunto il futuro prelievo dei contributi di miglioria, tappa a cui siamo ora arrivati. Con i lavori che si sono conclusi a fine 2020, la piazza rifatta è infine stata inaugurata nell’agosto di un anno fa. Il consuntivo, abbiamo appreso consultando l’incarto in pubblicazione al Dicastero opere pubbliche (DOP), è di 1,352 milioni, 448.000 franchi in meno rispetto al credito votato dal Legislativo.

Un calcolo tecnico

Della fattura finale, è soggetta al prelievo non tutta la spesa sostenuta dalla Città bensì solo la miglioria vera e propria, sottraendo anche gli importi spesi per le canalizzazioni. Si arriva a mezzo milione, cifra che a sua volta è «tassabile» solo per il 30%, giungendo quindi infine alla cifra complessiva di 162.000 franchi. È questo l’importo che, per legge, il Comune deve prelevare su tutti i mappali edificabili del perimetro in questione (nel caso specifico si tratta dell’intero quartiere, zona industriale esclusa) secondo un calcolo tecnico che determina il beneficio diretto fornito dal progetto ai privati. Il calcolo avviene secondo criteri ben precisi tra cui in particolare, semplificando al massimo, la distanza dall’opera e il potenziale edificatorio del proprio mappale. Non solo i fondi che si affacciano sulla piazza sono dunque chiamati a contribuire ma anche quelli che distano centinaia di metri, essendo anch’essi beneficiari della nuova opera pubblica: ovviamente agli stessi vengono richiesti importi minori. A determinare la fattura ci sono anche la grandezza della proprietà e le possibilità edificatorie concessa dalla pianificazione.

C’è la facoltà di reclamo

Per ogni mappale è quindi stato inviato il relativo calcolo. Contro l’ammontare dello stesso (ma non contro il principio in sé che è intanto già stato sancito dall’approvazione del credito da parte del Legislativo cittadino) i proprietari hanno la facoltà di presentare un reclamo al Municipio e, in seconda istanza, ricorrere al Tribunale espropriativo.