Abitazioni a pigione moderata, il Cantone ingrana la marcia

Orientare meglio, in maniera più diretta e incisiva, la politica dell’alloggio in Ticino. Con questo obiettivo, il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), ha licenziato il messaggio governativo per rilevare integralmente il capitale sociale di Alloggi Ticino SA (ATISA), società fondata nel 1987 per promuovere l’edilizia residenziale e contrastare la speculazione immobiliare. L’azionariato è oggi composto da partner istituzionali e privati; il Cantone Ticino, già azionista di maggioranza relativa, detiene attualmente il 38% della società, proprietaria di una quarantina di immobili a pigione moderata distribuiti su tutto il territorio. Il credito di investimento proposto, su cui dovrà pronunciarsi il Gran Consiglio, ammonta a 9,4 milioni di franchi.
Perché ora?
L’opportunità di acquisire l’intero capitale di ATISA si è presentata con la decisione di un importante azionista di cedere le proprie quote: «Per il Cantone era importante cogliere questa occasione», sottolinea al CdT il direttore del DSS, Raffaele De Rosa. Con questa scelta, aggiunge, «l’obiettivo è di semplificare la governance della società e di permettere al Cantone di avere uno strumento in più per rafforzare il Piano cantonale dell’alloggio». Per la prima volta il Cantone avrà quindi il controllo esclusivo, senza mediazioni di altri azionisti, della società. Ma concretamente che cosa cambierà? «Grazie a questa acquisizione – osserva De Rosa – il Cantone potrà agire con interventi mirati, rispondendo a un bisogno reale, soprattutto nelle aree urbane e negli agglomerati». In Ticino l’offerta di appartamenti a pigione moderata non è sufficiente, ammette il direttore del DSS. «Dalla mappatura del Centro di competenza sull’alloggio presso la SUPSI sappiamo che il bisogno maggiore è presente nelle zone urbane. Ed è proprio qui che, negli ultimi anni, ATISA ha fatto interessanti acquisizioni (vedi box a lato). Ed è qui che il Cantone, con l’obiettivo di coinvolgere in futuro Comuni, intende agire ulteriormente».
Nel concreto
La società rimarrebbe una società anonima di diritto privato interamente di proprietà del Cantone. «La proposta del Governo è di mantenere inizialmente questa forma giuridica, che ha dimostrato buon funzionamento e flessibilità. Non escludiamo però di aprire in seguito la discussione ad altre soluzioni, attendendo le riflessioni del Gran Consiglio».
Secondo il messaggio governativo, ATISA oggi applica pigioni inferiori al mercato di circa il 10%. Un contributo che tuttavia non risolve il problema. Da anni, infatti, la politica discute del tema, ma i risultati scarseggiano. «Effettivamente è così», ammette De Rosa. «Gli appartamenti a pigione moderata rappresentano un bisogno reale, ma il mercato immobiliare è diversificato e complesso, e l’intervento dello Stato è forzatamente limitato». Del resto, prosegue De Rosa, il parco immobiliare di ATISA ha una capacità limitata, e un intervento cantonale da solo non può risolvere il problema, ma ATISA sta investendo molto sia nella manutenzione degli stabili, sia nell’acquisizione di immobili in luoghi strategici.
«Non esistono soluzioni immediate o miracolose. Tuttavia, acquisendo in futuro la totalità dell’azionariato di ATISA, sarà possibile rafforzare la politica per gli alloggi a pigione moderata, sfruttando le opportunità che si presenteranno senza per forza entrare in concorrenza con il settore privato». In futuro, con il pieno controllo cantonale, sarà inoltre possibile aumentare la quota di appartamenti a pigione moderata.
Uno strumento in più
In una regione cara come la Svizzera – e il Ticino non fa eccezione – promuovere alloggi a pigione moderata resta tutt’altro che semplice. I costi elevati dei terreni e delle costruzioni lo rendono difficile. A questo si aggiungono le resistenze politiche verso strumenti giudicati troppo «invasivi». Emblematico, in Ticino, il caso del formulario di locazione, pensato per obbligare i proprietari a giustificare gli aumenti al cambio d’inquilino, ma poi bocciato. Politicamente, che cosa si può fare? «Il caro-affitti è un fenomeno complesso che sfugge alle competenze delle sole autorità cantonali e comunali. Resta il fatto che, attraverso questa acquisizione, il Cantone si dota di uno strumento in più per garantire quanto di buono ATISA ha fatto e continuerà a fare in futuro». Intanto, il Cantone può già contare sul Centro di competenza sull’alloggio, attivo in collaborazione con la SUPSI. «Negli ultimi anni – ricorda De Rosa – il Centro ha permesso di analizzare il fabbisogno abitativo a livello regionale, monitorando in modo costante l’andamento del mercato immobiliare sia in termini quantitativi sia qualitativi». Le sue indicazioni e le analisi delle prospettive future saranno utili per orientare e aggiornare il Piano cantonale dell’alloggio, offrendo al contempo supporto e informazioni agli attori pubblici e alle società di utilità pubblica, come pure i privati che vogliono promuovere progetti di questo tipo. «Grazie a questa mappatura continua è stato possibile individuare le principali priorità e le maggiori carenze in termini di offerta». In prospettiva, conclude De Rosa, se il Gran Consiglio approverà l’acquisizione di ATISA, si potrà immaginare anche una partecipazione più attiva dei Comuni.