Accattonaggio, regole incerte

«Qualcuno ha davvero bisogno. E allora, in questi casi, i servizi preposti si adoperano per una presa a carico e per fornire aiuto». In altre occasioni, invece, si vedono persone che ne hanno fatto un vero e proprio mestiere. Stiamo parlando del fenomeno dell’accattonaggio, ovvero delle persone che mendicano sulla pubblica via. Ma - come spiega la capodicastero Sicurezza di Lugano Karin Valenzano Rossi - è opportuno fare distinzioni tra chi chiede soldi per vera necessità e chi ne ha fatto un business.
Lugano e Locarno, complice anche la maggiore vocazione turistica, sono i due centri urbani nei quali l’accattonaggio è maggiormente sentito.
«Non è un fenomeno in aumento ma è purtroppo piuttosto consolidato - analizza Valenzano Rossi - E le armi in nostro possesso per contrastarlo non sono efficaci». Il tema, d’altronde, è presente, e «può succedere che le persone avvicinate si sentano un po’ intimorite o finanche molestate». A destare maggiore preoccupazione, spiega la municipale, «sono soprattutto coloro che arrivano dalla periferia di Milano: sono i più molesti». Ed è, allo stesso tempo, più complicato trattare il caso, diciamo così, con successo. «La polizia interviene: li ferma, li identifica, li invita a tornare a casa. Però si ripresentano, perché attualmente esiste un ostacolo giuridico per cui la nostra polizia non può irrogare direttamente le sanzioni». Un problema, come detto, piuttosto sentito anche a Locarno. «Come Lugano, così Locarno, con i suoi eventi, è alle prese con questo problema che non viene banalizzato dall’autorità - dice Elena Zaccheo, capodicastero Sicurezza della città sulle rive del Verbano - Insomma, non c’è né indifferenza né buonismo nei confronti di questo fenomeno. Si interviene con fermezza laddove ci sono abusi, e con senso di responsabilità nei confronti di chi ha veramente bisogno di aiuto».
«Armi spuntate»
Trovandosi sostanzialmente sulla stessa lunghezza d’onda, le due Città hanno deciso di lavorare insieme affinché si possano modificare le basi legali e dare, in questo modo, maggiore possibilità d’intervento alle polizie comunali. «A inizio anno - evidenzia Valenzano Rossi - proporremo al Cantone una modifica affinché le polizie possano notificare le eventuali sanzioni». Oggi, l’articolo 2 della Legge sull’ordine pubblico (LOrP) recita: «Sono puniti con la multa di competenza municipale coloro che, intenzionalmente praticano l’accattonaggio». Alla terza sanzione non pagata il caso può essere trattato dal Ministero pubblico il quale ha facoltà, ad esempio, di ordinare nei confronti della persona al centro delle attenzioni un divieto di entrata in Svizzera (o misure anche più incisive). «Il problema - ravvisa Valenzano Rossi - è l’impossibilità di notificare una contravvenzione, ad esempio, nei campi rom presenti nella zona di Milano». Cosa che, a conti fatti, non permette di arginare il fenomeno. Da qui, appunto, la proposta di modifica che, secondo la nostra interlocutrice, «renderà maggiormente efficace la possibilità di azione degli agenti». Oltre alle persone dedite all’accattonaggio provenienti dalla Lombardia, nei luoghi pubblici di Lugano «sono presenti alcuni migranti particolarmente insistenti; alcuni passanti ci hanno segnalato comportamenti che hanno creato un po’ di spavento. Sono casi noti e segnalati più volte alla Sezione della Migrazione, però non vediamo interventi incisivi», confida la municipale.
Restano valide, in ogni caso, alcune raccomandazioni: «Se qualcuno dovesse percepire un sentimento di insicurezza o si sentisse infastidito avvisi la polizia. Inoltre, non vanno dati loro soldi - ad esempio per allontanarli - perché è soltanto un incentivo a proseguire con l’accattonaggio».
«Tematica contenuta»
A Mendrisio, Bellinzona e Chiasso, invece, il fenomeno dell’accattonaggio è meno presente. «Oggi la tematica è contenuta - conferma il capodicastero Sicurezza di Mendrisio Samuel Maffi - Qualche anno fa avevamo messo una serie di cartelli, soprattutto negli autosili, con i quali si invitava la popolazione a non favorire l’accattonaggio». Allora, infatti, la presenza era più marcata. «C’erano persone che arrivavano dall’Italia, armate di flauto o chitarra, ma non erano capaci di suonare. Lo facevano perché da altri enti avevano ottenuto i permessi quali artisti di strada. Una scusa per fare, in realtà, solo accattonaggio. Anche a Chiasso la situazione è simile e non desta preoccupazione. «Non è attualmente un tema che riguarda la cittadina - dice il responsabile del dicastero Sicurezza, Luca Bacciarini - In passato, invece, la questione era più presente». All’ombra dei castelli, infine, «il fenomeno dell’accattonaggio è molto poco diffuso e la situazione è tranquilla, almeno al momento - dice il municipale Mauro Minotti, capodicastero Sicurezza e servizi industriali di Bellinzona - Gli episodi sono molto limitati e tollerati dalla popolazione, anche perché le persone non sono infastidite né fermate. Al massimo, c’è qualcuno all’autosilo, in piazza del Sole, oppure chi chiede soldi per strada vende qualche fiore o suona uno strumento. E non abbiamo ricevuto reclami in tal senso. Per questa ragione, non pensiamo di prendere provvedimenti, almeno al momento». In città non c’è stata nemmeno alcuna segnalazione di persone che dormono per strada.

