Acciaio, accordo sui prezzi oppure «fraintendimento»?

Ci sarebbe effettivamente un accordo tra le aziende del settore dell’acciaio coinvolte nell’inchiesta della Commissione della concorrenza (COMCO) annunciata giovedì. Ma è un accordo talmente trasparente da essere pubblicato e aggiornato mensilmente sui siti delle stesse aziende.
Si tratta dell’indice ASPAT, che determina le variazioni del prezzo a tonnellata dei tondini per cemento armato. A elaborarlo è la Camera di commercio del canton Ticino (Cc-Ti), ad attenervisi sono i soci dell’Associazione sagomatori e posatori acciaio di armatura ticinesi (ASPAT) - Frigerio, Ghielmimport, Weber Ticino e Spaeter Ticino - guarda caso proprio le quattro aziende nel mirino della COMCO.
«L’impressione è che in questa vicenda ci siano dei fraintendimenti - afferma Andrea Pfister, presidente dell’ASPAT e direttore generale di Spaeter Ticino SA -. Ogni azienda è chiaramente libera di stabilire il prezzo di vendita che ritiene appropriato. L’indice serve unicamente a determinare le variazioni, a tutela delle aziende ma anche dei clienti».
A giugno, per esempio, l’indice ASPAT è sceso di sei franchi. Questo significa che, per gli accordi in essere, la tonnellata di acciaio fornita in questo mese viene fatturata al cliente sei franchi in meno rispetto al mese precedente.
«Il costo del ferro può fluttuare rapidamente - osserva Werther D. Vidoni, direttore generale di Weber Ticino -. Per questo è importante avere un riferimento, che nel nostro caso è l’indice ASPAT. Capisco che questo indice possa portare a malintesi, ma in realtà è solo uno strumento come ne esistono in tanti altri settori».
La COMCO ipotizza che le quattro aziende in questione abbiano concordato i prezzi per la vendita e la posa dell’acciaio e che si siano ripartite la clientela. Una supposizione che lascia perplessi persino i concorrenti. A microfoni spenti, sostengono di non aver mai avuto sentore che i quattro principali attori potessero aver stretto accordi tra loro. «A volte più, a volte meno, ma abbiamo sempre lavorato anche noi», assicura il direttore di una delle aziende non toccate dall’inchiesta.
Da parte sua la COMCO non intende entrare nel merito delle indagini. Interpellato dal Corriere del Ticino su un presunto ruolo dell’ASPAT nell’ipotetico cartello, il direttore Patrik Ducrey non esclude nulla. «Il ruolo dell’associazione verrà sicuramente approfondito nel corso dell’inchiesta - afferma -. Ma per ora non posso dire di più».
Ci potrebbe volere tempo, fino a due anni, «ma molto dipenderà dalla volontà delle parti di collaborare», sottolinea Ducrey, che esclude infine qualsiasi collegamento con un’altra inchiesta aperta dalla COMCO nel settore dell’acciaio, nel 2023, che vede coinvolte anche Weber AG e Spaeter AG. «Quell’inchiesta, non ancora conclusa, riguarda un presunto abuso di posizione dominante a livello nazionale - spiega -. Questa nuova inchiesta invece verte sul sospetto di un’intesa sui prezzi e sulla ripartizione dei clienti».
Sospetto che, di nuovo Vidoni, fatica a comprendere. «Premetto che la nostra azienda è coinvolta per eredità, avendo acquistato la Baufer e in seguito il ramo dell’acciaio di Frigerio e Ghielmimport - afferma il direttore di Weber Ticino -. Ma mi sembra difficile fare un cartello con tre aziende che si rifanno alla stessa proprietà, per di più in un mercato piccolo in cui operano anche aziende che forniscono ferro da altri cantoni o dall’Italia. Noi siamo pronti a collaborare con la COMCO per chiarire quello che, per quanto mi riguarda, ha tutta l’aria di essere un fraintendimento».
Infine Luca Albertoni, direttore della Cc-Ti che elabora l’indice ASPAT, ribadisce il carattere discrezionale dello stesso. «Noi ci limitiamo a rilevare il costo dell’acciaio e fornire un prezzo base - spiega -. Abbiamo sempre precisato che non si tratta di un’indicazione vincolante, le aziende possono farne l’uso che vogliono».