Accoltellamento a Pura, al via il processo

È iniziato da poco il processo di fronte alla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta a carico di una donna di 35 anni accusata di tentato omicidio (subordinatamente lesioni gravi e lesioni semplici) per aver accoltellato a Pura nella propria abitazione l’ex marito al termine di una lite verbale con una coltellata sferrata «senza preavviso» al fianco destro dell’uomo. Era il 17 marzo di quest'anno. Stando all’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi la lama del coltello di cucina è penetrata nelle carni dell’uomo per 11,5 centimetri. I due hanno un bambino, che quella sera era con loro.
La 35.enne non nega di averlo accoltellato, ma afferma di non averlo fatto intenzionalmente. Dopo la lite verbale l’ex marito avrebbe portato fuori dalla porta il bambino e poi sarebbe rientrato e l’avrebbe trattenuta con fare minaccioso. «Ero terrorizzata, molto turbata. Vedo il portacoltelli di legno e per tentare di spaventarlo ne prendo uno e faccio un gesto dimostrativo. Ma ci siamo girati assieme e c’è stato questo contatto. Non mi sono accorta di nulla. Lui mi chiede cosa ho fatto, apre la porta e se ne va. Io prima lo seguo, poi rientro in casa dove vedo il coltello sporco di sangue e capisco di averlo involontariamente ferito. A questo punto ho chiamato subito la polizia».
La donna e l’ex marito vivevano separati dal 2017 e avevano un rapporto difficile, con diverse liti verbali in passato e l’intervento della polizia. Stando a quanto riferito dalla donna in aula, nei mesi precedenti all’accoltellamento stavano cercando di recuperare il rapporto, anche perché la donna una settimana prima si era vista ritirare la patente in quanto alla guida sotto l’effetto di alcol.
Ricusa da fuori
Il processo si è aperto con un fatto insolito, una richiesta di ricusa nei confronti del giudice Pagnamenta. Insolito anche perché l’avvocato Rossi non è parte del processo. «Come da prassi – ha detto Pagnamenta – la mia presa di posizione verrà inviata alla Corte dei reclami penali. Ritengo comunque la richiesta non fondata perché l’avvocato Rossi non è parte in causa e non si capisce perché l’abbia fatta. E già che ci siamo, ad abbundantiam, ha chiesto anche la scarcerazione dell’imputata». La donna e l’avvocato della donna, Fabio Creazzo, hanno detto di aver scoperto proprio in aula della richiesta e di non appoggiarla. Come detto, nel merito deciderà la CRP.