Accoltellamento fuori dalla discoteca: l'accusa chiede otto anni e mezzo

Otto anni e sei mesi di carcere, la condanna per duplice tentato omicidio intenzionale, l’espulsione dalla Svizzera e il riconoscimento del torto morale alle vittime. Queste le richieste principali della procuratrice pubblica Anna Fumagalli in relazione al caso dell’accoltellamento fuori dalla discoteca Blu Martini a Lugano la scorsa estate, in cui una giovane donna ha riportato ferite. Autore dell’accoltellamento, e del tentativo di accoltellare un altro giovane, è un 20.enne algerino soggiornante a Bellinzona che, interrogato in precedenza dalla presidente della Corte delle assise criminali Francesca Verda Chiocchetti, aveva affermato di non aver voluto uccidere nessuno, bensì solo spaventare le vittime per scoprire chi l’aveva picchiato poco prima.
Fumagalli ha parlato di una «triste storia, perché seduto al banco degli imputato c’è un giovane adulto che ha imboccato un’impervia e oscura via e in cui è assente qualsivoglia segnale di assunzione di responsabilità. E triste anche per le giovani vittime, che quella notte potevano perdere la vita senza alcun motivo».
Il tutto è partito da un palpeggiamento dell’imputato al sedere di una giovane: di conseguenza un gruppo di persone rimaste ignote «lo picchia anche dopo che cade a terra». «A ciò decide di porre rimedio a modo suo, con la vendetta, facendo schizzare la sua aggressività alle stelle. Era arrabbiato, voleva litigare: l’ha ribadito ancora oggi in aula. Doveva fare capire chi è il più forte ed è partito alla ricerca dei responsabili della sua umiliazione. Ha ritenuto la giovane vittima la prima responsabile del suo pestaggio».