Politica

Accordo fiscale: «La ratifica entro la fine dell'anno? Illusorio»

Fiscalità dei frontalieri, mobilità e ambiente sono stati al centro dell'incontro tra il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il Consiglio di Stato
©Gabriele Putzu
Martina Salvini
15.11.2022 18:05

A meno di un’accelerata improvvisa, è destinata a slittare ancora la ratifica dell’accordo fiscale sui frontalieri. La nuova intesa, parafata da Italia e Svizzera nel dicembre del 2020, dovrebbe entrare in vigore il 1. gennaio del prossimo anno. Eppure, una ratifica in tempi brevi da parte del Parlamento italiano sembra ormai un miraggio. La conferma è arrivata ancora oggi, al termine dell’incontro tra il Consiglio di Stato e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Un vertice nel quale Ticino e Lombardia hanno discusso una serie di temi d’attualità e hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento della «roadmap» sottoscritta nel 2018. Tra i temi sul tavolo c’erano il mercato del lavoro, la mobilità e, appunto, l’intesa fiscale sui frontalieri che attende ancora l’approvazione del Parlamento italiano. Un via libera che, hanno confermato sia Fontana sia Zali, difficilmente arriverà entro la fine dell’anno. «Anche se il nuovo Governo italiano fosse particolarmente ben disposto, sembrerebbe illusorio poter arrivare alla ratifica entro la fine dell’anno. Credo non ci siano nemmeno i tempi tecnici necessari», ha detto al termine dell’incontro il presidente del Governo ticinese. Eppure, Zali vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. «È comunque un successo che il ‘‘tavolo’’ Ticino-Lombardia abbia dato l’impulso affinché si arrivasse a sottoscrivere l’intesa». L’accordo fiscale - ha proseguito - «per noi rimane importante, soprattutto perché con il tempo esplicherà gli effetti da noi auspicati, ossia una minore attrattività del nostro mercato del lavoro e, di riflesso, un minore assalto da parte dei lavoratori frontalieri. Lavoratori che, con l’entrata in vigore del nuovo accordo, si vedranno imporre una fiscalità che oggi non esiste».

Un mese di tempo

Il Parlamento italiano ha a disposizione poco più di un mese per ratificare l’intesa. «Ma molto dipenderà dalla disponibilità di inserire l’accordo fiscale nella Legge di bilancio, di cui dovranno occuparsi Camera e Senato in via prioritaria. Non dovesse essere così, slitterà ai primi mesi del 2023», ha spiegato il presidente lombardo Attilio Fontana. «Tuttavia – ha aggiunto – stiamo facendo pressione affinché l’intesa possa essere inserita in questo documento».

Il faccia a faccia ha permesso anche a Ticino e Lombardia di confrontarsi sul tema dei lavoratori frontalieri, ormai saliti a quota 77 mila. «Abbiamo deciso di avviare alcuni tavoli tematici nei quali affrontare la duplice problematica: il dumping salariale per voi, la perdita di risorse per noi», ha sottolineato Fontana, secondo il quale occorrerà trovare «il giusto equilibrio» per non penalizzare nessuno. «Mi rendo conto che non sia facile, ma resto anche convinto che si possa trovare qualche buona idea».

Mobilità e ambiente

In generale, hanno osservato Zali e Fontana, «i rapporti tra Ticino e Lombardia erano buoni quattro anni fa, quando venne sottoscritta la ‘‘roadmap’’, e lo sono ancora oggi, nonostante la pandemia abbia limitato i contatti». Parlando del documento firmato nel 2018, che metteva al centro alcuni punti di interesse transfrontaliero, «le considerazioni positive sono sicuramente più di quelle negative», ha evidenziato Zali. Tuttavia, rimane ancora parecchio lavoro da fare. A partire dalla mobilità e dal settore ferroviario. Il COVID, ha detto Zali, ha «rallentato la tabella di marcia, ma è altrettanto vero che, trattandosi di progetti ambiziosi, difficilmente possono essere attuabili in soli quattro anni». Ora, ha aggiunto, il lavoro dovrà proseguire. «È stato l’avvio di un percorso congiunto, ed è bello vedere che in Regione siedono al tavolo ancora le stesse persone. La continuità è fondamentale, anche se sappiamo che per portare a termine alcuni cantieri servirà tempo».

La cooperazione, infine, è necessaria anche per i temi ambientali. «Vi sono preoccupazioni condivise per la produzione di energia e per le necessità dell’agricoltura per la mancanza di acqua». La siccità, poi, ha riproposto la questione dell’innalzamento del livello del Lago Maggiore. «Come Governo abbiamo manifestato la forte insofferenza di fronte alle richieste unilaterali arrivate negli scorsi mesi», ha spiegato Zali. Il tema, comunque, «è rimasto virtuale, visto che non c’era acqua a sufficienza»..

Correlati
Ristorni da record all'Italia
Nel 2021 il Ticino ha riversato a Roma 91,3 milioni, superando così il primato toccato nel 2019 - Giordano Macchi: «I lavoratori con permesso G entro la fascia dei 20 km sono aumentati di 3 mila unità da un anno all’altro»