Ascona

Acqua di falda per scaldare edifici pubblici e privati

Grazie allo sviluppo di una rete teletermica a bassa temperatura nel comparto delle scuole comunali il Municipio del Borgo punta all’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera
Per la progettazione definitiva dell’opera occorrono 290.000 franchi. © Shutterstock
Spartaco De Bernardi
04.09.2023 21:15

Sfruttare l’acqua di falda per riscaldare gli edifici riducendo in questo modo fino a circa 390 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Questo l’obiettivo che si è posto il Municipio di Ascona sviluppando il progetto per la realizzazione di una rete teletermica a bassa temperatura nel comparto delle scuole comunali. Progetto che è già stato abbozzato e che ora va definito nel dettaglio. Per questo l’Esecutivo del Borgo chiede al Legislativo di stanziare un credito di 290.000 franchi. Quella della rete teletermica «è una soluzione strategica innovativa per il nostro territorio – si legge nel messaggio con la richiesta di credito -. Un nuovo approccio nell’uso delle risorse locali e nell’approvvigionamento energetico, che dimostra come il nostro Comune sia impegnato e al passo con i tempi per raggiungere gli obiettivi prefissati nel rispetto dell’ambiente e del proprio territorio». Questo tipo di soluzione, precisa l’Esecutivo, ora prevista per il comparto delle scuole, potrebbe essere utilizzata in altri contesti, come ad esempio quello del nucleo storico del Borgo in risposta alle difficoltà d’installazione di singoli impianti a pompe di calore per quanto concerne gli spazi, nonché l’impatto estetico e fonico.

Potenziale interessante

La premessa che ha portato all’elaborazione del progetto di massima della rete teletermica è data dal fatto che il Comune di Ascona presenta un potenziale energetico interessante proveniente dalle acque sotterranee, grazie alla presenza della falda e del lago. «Secondo stime effettuate – precisa il Municipio – questa fonte energetica potrebbe coprire il 49% del fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici abitativi con una conseguente riduzione importante delle emissioni di anidride carbonica». Solo considerando gli edifici pubblici che saranno allacciati alla futura rete teletermica (le scuole e le aziende comunali, nonché il futuro Centro civico) tale riduzione è stimata in circa 180 tonnellate all’anno, che potrebbero come detto diventare 390 considerando anche i potenziali ulteriori allacciamenti privati. E questo considerato che, secondo i dati aggiornati del bilancio energetico comunale, sul territorio di Ascona la principale fonte di energia per il calore è tuttora l’olio combustibile, con una quota pari al 74% dei consumi globali.

Come funziona

La soluzione proposta di rete telematica, spiega ancora il Municipio nel citato messaggio, è caratterizzata dalla distribuzione di acqua di falda senza apporto di calore indotto. In pratica, l’acqua di falda viene pompata dal sottosuolo e, per mezzo di una pompa di circolazione adeguatamente dimensionata, viene portata alle varie utenze con temperatura pressoché costante su tutto l’arco dell’anno. Mediante una pompa di calore acqua-acqua, installata in ogni edificio in sostituzione degli impianti obsoleti, si potranno riscaldare e raffreddare gli ambienti, nonché produrre l’acqua calda sanitaria. Ogni utente possiederà una sottostazione di scambio che gli permetterà di regolare la richiesta di acqua in funzione delle reali necessità del suo nuovo impianto a pompa di calore acqua-acqua. «Rispetto ad una pompa di calore aria-acqua – precisa ancora l’Esecutivo del Borgo - questo tipo di impianto presenta dei rendimenti notevolmente migliori e non ha un impatto fonico rilevante».

Soluzione integrativa

La realizzazione della rete teletermica rientra in un progetto globale che ne prevede l’integrazione con i pannelli fotovoltaici che potranno essere installati sugli immobili comunali. «Tale soluzione – si legge a tal proposito nel messaggio - si presenta interessante sia dal profilo realizzativo, sia da quello economico ed è interconnessa alla possibile realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici che saranno collegati alla rete teletermica. Questi ultimi, infatti, potrebbero sfruttare in modo ottimale l’energia elettrica prodotta con il sole per coprire parte dei consumi provenienti dal funzionamento delle nuove pompe di calore». Insomma, lo sviluppo di una rete teletermica a bassa temperatura nel comparto delle scuole comunali non rappresenta solo «un investimento sostenibile in termini economici e ambientali, ma anche un esempio di politica lungimirante e rispettosa del proprio territorio».

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