Sviluppi

Aggregazione di Arogno, tutte le strade sono aperte

La Commissione dedicata ha preso atto della petizione favorevole ma si chinerà sul tema solo dopo le elezioni - Stauffer: «La raccolta firme non rappresenta tutta la popolazione» - Il sindaco: «Ci rimettiamo al volere del Gran Consiglio»
©CDT/GABRIELE PUTZU
Federico Storni
12.03.2021 19:47

Oltre la metà degli aventi diritto di voto di Arogno hanno sottoscritto una petizione al Gran Consiglio affermando di essere favorevoli a un’aggregazione con Maroggia, Melano e Rovio: è notizia di giovedì, ed è notizia che ha scaldato gli animi in paese. Questo dopo che l’idea era stata bocciata in votazione consultiva il 18 ottobre scorso dal 53% di chi ha votato. In paese dunque c’è ora una maggioranza, seppur contenuta a cui la proposta piace. Ma questo non significa ancora che l’aggregazione si farà, e in comune non mancano le voci contrarie.

«Il paese è diviso»

«Sull’aggregazione il paese è diviso», afferma Emanuele Stauffer, candidato ad aprile per la lista civica Arogno 2021, nata proprio a seguito del no all’aggregazione, con l’intenzione di smetterla di parlarne e iniziare piuttosto un processo di ricucitura: «Il tema è stato evaso con la votazione consultiva e siamo contrari a che se ne parli ancora sotto elezioni. Stiamo facendo di tutto per stimolare discussioni e dibattiti attorno ad altre questioni, concrete e positive». Quanto all’aggregazione, continua Stauffer, «il Consiglio di Stato ha licenziato un messaggio per proseguire senza Arogno, fra l’altro cosciente che una raccolta di firme fosse in corso. La petizione - legittima, ci mancherebbe - è però inopportuna perché impedisce a tutti di voltar pagina. Ciò che mi scoccia di più è che, invece di lavorare insieme per contribuire al miglioramento della vita dei cittadini, certe persone preferiscono girare il coltello nella piaga, addirittura sostenendo che una petizione invaliderà il passato e provocherà automaticamente un’aggregazione. Cosa assolutamente falsa: è solo un messaggio che viene dato al Gran Consiglio, che dovrà decidere anche in base ad altre considerazioni». Anche il Gruppo di sostegno all’aggregazione in una nota faceva riferimento alla necessità di riunificare il paese, ma partendo dall’assunto opposto: «Dimenticare le spaccature del passato, accettare il risultato inequivocabile della raccolta firme», vi si leggeva.

Se ne parla dopo aprile

I continui riferimenti al Gran Consiglio sono dovuti al fatto che l’ultima parola sull’aggregazione starà al Legislativo cantonale. Gran Consiglio che peraltro nel 2019 si era già espresso su un caso che presenta molti punti di contatto: oltre metà degli aventi diritto di voto di Sessa aveva inoltrato al Legislativo cantonale una petizione simile negli intenti e nei modi a quella di Arogno e il Comune era in seguito rientrato nel discorso aggregativo della Tresa, malgrado il Consiglio di Stato, alla luce della votazione consultiva, proponesse di procedere senza Sessa.

Decisivo per Arogno sarà il voto del Gran Consiglio sulla proposta della Commissione costituzione e leggi, nel cui seno è attiva la Sottocommissione aggregazioni, incaricata di esaminare preliminarmente l’oggetto: «Abbiamo ricevuto il messaggio e la petizione - ci spiega il coordinatore della Sottocommissione Omar Balli, - ma non ci siamo ancora chinati sul tema. Né entreremo nel merito prima delle elezioni di aprile, perché non sarebbe corretto». Passato il voto, come da prassi, la Commissione costituzione e leggi intende poi convocare i vari attori in campo per sentirne le ragioni, vale a dire ad esempio il futuro Municipio di Arogno, i Municipi degli altri tre Comuni coinvolti ed eventuali rappresentanti della popolazione favorevoli e contrari: «Per ora tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo», conclude Balli.

Questione di rappresentatività

Che del tema si discuta dopo le elezioni è anche un auspicio della lista civica Arogno 2021 perché, nelle parole di Stauffer, «Il Municipio attuale, essendosi schierato compatto a favore dell’aggregazione, non può parlare a nome della popolazione ed è giusto che siano le future autorità comunali a essere interpellate, in quanto saranno - loro sì - rappresentative e legittimate dal voto popolare».

Alla finestra

Da parte sua, in tutta questa vicenda l’attuale Municipio non ha più intenzione di mettervi becco: «Premesso che per noi il progetto aggregativo era ed è tuttora valido - dice il sindaco Corrado Sartori - abbiamo preso atto della volontà popolare e già il 19 ottobre abbiamo deciso di lasciar andare gli eventi e vedere come si svilupperanno. Ci rimettiamo alla decisione del Gran Consiglio».