Agno e Massagno: disguido salato

AGNO/MASSAGNO - A volte i disguidi possono costare parecchio. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Agno e Massagno, sulle cui spalle molto probabilmente ricadranno la bellezza di circa 270.000 franchi di spese supplementari per la copertura dei costi del Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni (CDALED). I due Comuni non hanno presentato nei termini fissati i dati di consumo dell'acqua per l'anno 2014 e il Consorzio ha dunque provveduto a una «tassazione d'ufficio». Il risultato è che Agno potrebbe dover pagare circa 100.000 franchi più del dovuto e Massagno addirittura 170.000. Dovrebbe, si diceva, perché sul tema sarà chiamato ad esprimersi il Tribunale amministrativo, chiamato in causa dai due Municipi.
Ma come è stato possibile che alle cancellerie dei due Comuni sia sfuggito il fatto di dover fornire i dati al Consorzio? Il CDALED avrebbe affidato a una società privata, di Morbio, il compito di assumere i dati del consumo d'acqua in tutto il Luganese. La società avrebbe dunque inviato per posta, nel luglio del 2015, la richiesta (un invio semplice, non una raccomandata) a tutte le cancellerie ed è probabile che ad Agno e Massagno – che sottolineano come non vi sia comunque prova della ricezione della lettera – la richiesta non sia stata presa in considerazione in quanto inviata, appunto, non dal Consorzio ma da privati. I due Municipi, sottolineando come vi sia stata una serie di circostanze che ha favorito la mancata risposta alle richieste del Consorzio, si lamentano del fatto che le conseguenze per entrambi sono pesanti e sproporzionate. Per evitare tutto ciò sarebbe in sostanza bastata una telefonata ai sindaci o ai segretari comunali. Anche solo un sms per ricordare loro di consegnare i dati.
Sulla vicenda abbiamo chiesto una replica a Francesco Gandolla, presidente del CDALED. «Iniziamo col dire – premette – che non c'era malignità e non lo abbiamo fatto per punire Agno e Massagno. Anzi, se fosse stato chiaro che i Comuni sarebbero stati puniti non saremmo usciti con la chiave di riparto. È però anche vero che negli statuti c'è un articolo che indica la procedura da seguire, e che gli statuti sono stati approvati anche da Agno e Massagno». Il Consorzio comunque ha già deciso di fare di tutto per evitare che l'episodio si ripeta. «Nelle nostre procedure interne abbiamo adottato dei correttivi per far sì che non si arrivi più a questo punto. Certo, con il senno di poi sarebbe stato meglio fare una telefonata. E anche se la colpa formale è dei due Comuni, da parte nostra avremmo potuto fare di più».