AITI: “I politici tornino alla ragione”

MENDRISIO - Il mondo politico, quello sindacale ed in alcuni casi anche economico, parlano più alla pancia della gente piuttosto che spiegare le sfaccettature dei problemi. L'invito alla ragione ha rappresentato il filo conduttore dell'intervento di Fabio Regazzi, presidente dell'Associazione industrie ticinesi (AITI) in occasione della 55.a assemblea svoltasi a Mendrisio.
Regazzi ha affrontato la questione del cambio che continua a far sentire i suoi effetti, mettendo prezzi e margini sotto pressione. «Una situazione che rischia di minare la capacità competitiva e che rende difficile immaginare molte nuove assunzioni», nonostante i segnali positivi manifestatisi a partire dal quarto trimestre 2016, soprattutto per le aziende rivolte all'export, e confermati da un buon avvio del 2017, grazie anche al leggero indebolimento del franco.
Ad essere stigmatizzate da Regazzi sono state le «decisioni politiche in contrasto con le leggi, il diritto superiore e gli accordi internazionali sottoscritti e sostenuti dal popolo», in riferimento alla potenziale disdetta dell'accordo sulla libera circolazione ed al conseguente venir meno dei Bilaterali fra Svizzera e Unione europea. Di pari passo, l'insicurezza e lo smarrimento dei cittadini porta «a leggi populiste e raffazzonate» con pesanti carichi di burocrazia. Altrettanto negativo, per il presidente di AITI, l'emergere di volontà protezionistiche che non portano alcun vantaggio a lungo termine, pur amettendo che la globalizzazione «provoca disagi e perdenti anche fra le stesse aziende, soprattutto se piccole e medie».
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