Democrazia

Al giro di boa della legislatura i «correttivi» sono in alto mare

I dibattiti in Ticino per evitare i futuri «Casi Carobbio» alle elezioni non sono ancora all'ordine del giorno – A Berna si discute di un limite alle sottoliste per il Nazionale, ma un cambio di sistema non entrerà in vigore prima del 2031
©Chiara Zocchetti
Luca Faranda
27.03.2025 06:00

Il Consiglio degli Stati è in fermento. Oltre al caso di Simon Stocker (vedi articolo in basso), in questi giorni c’è un’altra novità: l’ecologista Céline Vara, che dal 2019 siede nel Consiglio degli Stati, lascerà a fine maggio la Camera dei Cantoni poiché eletta nel Consiglio di Stato del Canton Neuchâtel. Chi sarà il futuro «senatore» a partire dalla sessione di giugno? Un altro rappresentante dei Verdi, il consigliere nazionale Fabien Fivaz. Neuchâtel e Giura sono infatti gli unici due Cantoni con il sistema proporzionale per l’elezione al Consiglio degli Stati.

In Ticino, invece, è un po’ più complicato e alcuni limiti del sistema si sono visti due anni fa. Con l’elezione di Marina Carobbio Guscetti in Governo, nel 2023 il Ticino ha temporaneamente perso un rappresentante nella Camera dei Cantoni: le elezioni cantonali si sono infatti tenute ad aprile (pochi giorni dopo Carobbio è entrata in carica), le elezioni federali a ottobre, ma la legislatura a Berna è iniziata solo a dicembre. Il seggio agli Stati è così rimasto vacante da aprile a dicembre.

Il problema rimane

Il Consiglio di Stato, allora, aveva infatti reso noto di non voler organizzare un’elezione suppletiva: i ticinesi sarebbero infatti stati chiamati alle urne a giugno, con il rischio di un ballottaggio a settembre (nei mesi estivi, per legge, non si può votare in Ticino) per eleggere un rappresentante agli Stati solo per una manciata di settimana. Tuttavia, il problema rimane: le prossime elezioni cantonali saranno nell’aprile 2027, le federali nell’ottobre dello stesso anno. Per evitare che casi simili possano ripetersi, il Consiglio di Stato ha deciso di correre ai ripari. 

Doppia carica e divieto

Lo scorso dicembre il Governo ticinese ha infatti avanzato una serie di proposte, tra cui una che andrebbe a modificare la Costituzione cantonale: vorrebbe rendere compatibile la doppia carica (consigliere di Stato e consigliere agli Stati) per un periodo limitato di al massimo sei mesi. Se questa proposta dovesse essere accolta dal Gran Consiglio, finirebbe in ogni caso anche alle urne. Un’altra misura riguarda l’eliminazione del divieto di votare nei mesi di luglio e agosto: era stato originariamente introdotto nel 1892 (allora era vietato organizzare votazioni tra marzo e novembre) e già modificato in passato poiché anacronistico. La proposta è stata avanzata due anni fa anche dall’ex granconsigliere democentrista Paolo Pamini, oggi consigliere nazionale. Con questo cambiamento di legge (che non necessita per forza del voto popolare), nel caso in cui un «senatore» venga eletto in Consiglio di Stato, si potrebbe tenere elezione suppletiva ed eventuale ballottaggio entro l’estate.

Per la popolazione si tratterebbe di una tripla chiamata alle urne nel giro di pochi mesi. È sostenibile, oppure è meglio rinunciare a un rappresentante ticinese agli Stati per qualche mese? Anche in questo caso, il Governo intende precisare alcuni aspetti: se la carica di «senatore» diviene vacante prima di nove mesi dalla data dell’elezione generale, bisognerà avviare la procedura di elezione complementare. Al di sotto dei nove mesi dall’elezione, spetta al Consiglio di Stato decidere se rinunciare o meno all’elezione suppletiva.

Tempi più lunghi

Ci sono poi altre due misure pensate dal Governo: la prima, che chiede di aumentare da 4 a 6 le settimane di tempo per organizzare il ballottaggio (per coordinarsi meglio con le date di votazione a livello federale) e di allungare i tempi per l’entrata in carica di un consigliere di Stato: ad aprile, quando viene eletto, ha infatti massimo otto giorni di tempo per lasciare qualsiasi attività professionale (o le cariche politiche come appunto quella di consigliere agli Stati). Il Governo propone di aumentare questo lasso di tempo a 30 giorni. Questo «pacchetto» di misure elaborate dal Consiglio di Stato lo scorso dicembre è ora sul tavolo della Commissione Costituzione e leggi del Gran Consiglio. Come ci spiega il presidente, Alessandro Corti (Centro), per il momento il dossier non è ancora stato trattato. L’obiettivo sarebbe però di concludere prima delle prossime elezioni del 2027.

Un freno alle congiunzioni

Alle scorse elezioni federali è emerso un altro limite nel sistema elettorale. Questa volta riguarda il Consiglio nazionale: il numero delle liste e delle candidature presentate nel 2023 ha segnato un nuovo record con ben 5.909 persone suddivise in 618 liste nei Cantoni con sistema proporzionale. Ora, a livello federale si cercano delle contromisure: a fine aprile la Commissione delle istituzioni politiche degli Stati esaminerà un’iniziativa cantonale argoviese per «limitare il numero di sottoliste per le future elezioni del Consiglio nazionale». Nella commissione omologa del Nazionale si è già un passo avanti: sta elaborando un progetto per modificare il sistema. Da un lato introducendo il metodo Sainte-Laguë (in vigore ad esempio a Zurigo), poiché migliora l’equivalenza dell’influsso dei voti, rendendo eventualmente superflue le congiunzioni di liste. Dall’altro, limitando il numero di sotto-congiunzioni. Anche in questo caso non si dovrà avere fretta: le eventuali modifiche dovrebbero entrare in vigore al più presto in occasione delle elezioni del Consiglio nazionale del 2031, «in modo che i partiti possano prepararsi», avverte la Commissione.