Paradiso

Al parco Guidino c’è un rustico indistruttibile

Il Municipio vuole sistemare l’edificio bruciato due anni fa e che originariamente era destinato alla demolizione
Diciamo che ci sono panorami peggiori.  ©CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
14.04.2020 06:00

Al parco Guidino di Paradiso sta rifiorendo un’idea. Ruota tutto attorno al rustico danneggiato da un incendio due anni fa e che il Comune ora vuole sistemare, o meglio «deve» sistemare. Chiedendo al Consiglio comunale un credito urgente di 90 mila franchi per il progetto definitivo e la domanda edilizia, il Municipio spiega che l’intervento è legato a una precisa richiesta dell’assicurazione. Quest’ultima si era detta disposta a indennizzare Paradiso con 85 mila franchi, di cui 3.600 anticipati per i primi lavori di messa in sicurezza, ma a condizione che lo stabile fosse ricostruito entro l’agosto del 2020, o almeno che l’opera fosse in fase avanzata. L’Esecutivo ha preso questa strada e se tutto filerà liscio il rustico del Comune si sarà salvato non una, ma due volte. Una dalle fiamme e una, ancora prima, dalla demolizione.
La rinuncia a quell’edificio era infatti prevista dallo studio per la riqualifica del parco Guidino consegnato nel 2011 dall’architetto Mario Botta. La sua visione prevedeva di valorizzare la zona creando un piccolo polo culturale con una terrazza affacciata sul golfo, un anfiteatro a gradoni, una saletta multiuso e una scala mobile per collegarsi con la parte bassa di Paradiso, mentre in una seconda fase era anche stata ipotizzata la creazione di un autosilo e di appartamenti. Il nostro rustico, che un tempo era un granaio, doveva essere sacrificato, mentre quelli vicini restaurati. Non se n’è più fatto nulla, ma l’idea di valorizzare tutto è ancora viva e lo scorso gennaio il Municipio ha chiesto a Botta di rivalutare il vecchio concetto salvando il rustico bruciato (e l’indennizzo dell’assicurazione).
La nuova proposta prevede il recupero dello stabile con l’eliminazione delle pareti laterali che danno sul parco e sui rustici retrostanti, in modo da creare un grande porticato. E il resto del progetto? Il sindaco Ettore Vismara non si sbilancia: «Si vedrà. La prima volta l’avevamo presentato in un momento infelice, a ridosso delle elezioni, e qualcuno l’aveva contestato». L’architetto Botta non ha dubbi: «Quel posto è da valorizzare. La prima visione può essere ancora valida, ma per il momento ho solo dato la disponibilità a farci un pensiero, nulla di più». Un elemento che aveva fatto discutere a suo tempo era la scala mobile. Il dubbio è legittimo: meglio un parco più accessibile, o il suo «isolamento» attuale gli dà un fascino che non dovrebbe essere alterato? «L’accessibilità deve essere sempre garantita – osserva Botta – altrimenti si crea una distinzione fra chi può andare e chi no e questo non va bene. Deve essere una parte viva della città».

L’altra terrazza
A proposito di parti vive e meno vive, c’è un altro vecchio edificio di Paradiso che aspetta da tempo di tornare ad essere frequentato: è la casa con giardino affacciata sul Ceresio che si può vedere lungo la cantonale salendo verso capo San Martino. Anche questa potenzialmente è una terrazza panoramica e il Municipio sta pensando a come valorizzarla. L’idea, legandosi al progetto della ciclopista Paradiso-Melide, è quella di rendere più fruibile e attrattivo tutto il comparto scendendo fino alla riva del lago, nella zona dell’acquedotto.