Locarno

Alain Scherrer: «Logoranti questi due anni. Ricandidarmi? Non escludo nulla»

Il sindaco traccia un bilancio di metà legislatura condizionato dal «dossier» Polizia comunale
Mauro Giacometti
16.11.2022 06:00

Da 18 anni siede in Municipio, da 7 come sindaco. Nella corrente legislatura, iniziata nell’aprile 2021, è stato un po’ sotto pressione. In particolare nel gestire il «dossier» Polizia comunale. Alain Scherrer, «frontman» della politica locarnese, ammette in questa intervista che non è un periodo facile a Palazzo Marcacci. E su una sua ridiscesa in campo nel 2024 risponde: «Ricandidarmi? Non escludo nulla».

Sindaco Alain Scherrer, il suo personale bilancio di metà legislatura...

«Ci sono stati momenti drammatici in questi due anni. Spero di aver trasmesso il messaggio che è stato un Municipio dal volto umano (per parafrasare Aldo Moro). Spero che i cittadini abbiano percepito il valore dell’umanità dell’istituzione. L’amore per le istituzioni è amore per le donne e gli uomini, perché essi servono a creare una società più giusta».

La convivenza di cinque partiti in Municipio e la coesistenza con l’alleanza rosso-verde non si sono dimostrate facili.

«Penso che le cinque forze politiche abbiano a cuore l’interesse generale della Città e del cittadino e che alla fine prevalga sempre il senso di responsabilità dinanzi alle numerose questioni da dirimere e verso una progettazione futura. Tuttavia sento che alcune fibrillazioni possano essere potenzialmente logoranti per l’amministrazione comunale. Anche alla luce della campagna elettorale per le elezioni cantonali e per le difficoltà interne dei partiti. Ma alla fine si è sempre riusciti a trovare un equilibrio. Il mio invito è il seguente: dobbiamo spogliarci di ogni appartenenza e farci carico esclusivamente dell’interesse generale».

E con il Consiglio comunale, considerando qualche mugugno e ricorso sui crediti approvati?

«Ho sempre cercato di interpretare il mio ruolo in seno al parlamento come quello di arbitro. Ma l’arbitro non è un notaio, e a gioco fermo è chiamato a fare delle scelte determinanti, nell’interpretazione delle regole del gioco, per superare qualche “impasse”. Questo a volte crea mugugni e atti parlamentari che esprimono una variegata dimostrazione di protesta. Ci sta. Fa parte del processo politico, nella lenta maturazione della nostra democrazia legislativa».

Ci sono diversi progetti in cantiere e altri che marciano sul posto: ci sono le risorse per portarli in porto?

«Le risorse finanziarie non sono un ostacolo insormontabile. Sono ben altre le risorse determinanti per portare a termine progetti di rilevanza, in primis la volontà degli attori in gioco. Purtroppo viviamo in una società dell’apparenza, dei proclami altisonanti che spesso non portano a una reale concretezza. Questo è il vero freno a un’espansione del benessere cittadino e le armi per combatterlo sono rare e non sempre efficaci».

Arriviamo al caso Polizia, che ha segnato questi ultimi nove mesi: niente da rimproverarsi?

«Le differenze di opinioni non devono mai farci perdere di vista il rispetto per le persone. Ecco cosa non mi rimprovero».