Circolazione

Alcol e incidenti, «Dimentichiamo l’egoistico “Tanto a me non succede“»

Anche lo scorso anno il nostro Cantone ha registrato una casistica tra le più alte di tutta la Svizzera - Il primato spetta all’area latina e a Nidvaldo - Simone Cotti: «C’è un diverso modo di approcciarsi alle leggi» - IL GRAFICO
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
19.12.2020 06:00

Sulle strade ticinesi ancora troppi incidenti sono provocati dall’abuso di alcool. Stando a una statistica pubblicata giovedì dal TCS, nel 2019 il nostro cantone si situa al di sopra della media nazionale. Il triste primato del tasso proporzionale di incidenti stradali con vittime gravi spetta a Ginevra, cantone seguito a ruota da Nidvaldo, Vallese, Giura e Ticino. Più in dettaglio, il nostro cantone presenta una media di 0,68 casi ogni 10 mila abitanti, un dato in aumento rispetto agli 0,57 casi ogni 10 mila abitanti del 2018.

Morfologia e territorio

Bere o guidare, occorre scegliere. Sebbene questa massima sia a tutti nota, il nostro cantone continua a restare nei «piani alti» di questa classifica. Per capire come mai, ne abbiamo parlato con il responsabile del settore ROAD di iQ Center by ingrado SA Simone Cotti. «Questi dati confermano che sul fronte della prevenzione non possiamo abbassare la guardia», premette. «Credo che ci siano diversi aspetti che spiegano questi numeri: per prima cosa, la morfologia del territorio ticinese. A differenza di cantoni come Berna e Zurigo abbiamo montagne e valli discoste, ovvero zone meno coperte dai mezzi pubblici». Pertanto, il mezzo privato per tornare a casa resta la scelta preferita. Le statistiche evidenziano inoltre come in testa alla classifica vi sono prevalentemente cantoni latini (Ginevra, Vallese, Giura e Ticino). «Questo ci porta al secondo possibile aspetto: il diverso modo che hanno i latini di approcciarsi alle leggi», osserva Cotti. La latinità, insomma. Un altro aspetto da considerare è la vicinanza di questi cantoni a Francia e Italia e, almeno fino a qualche mese fa, alla movida di questi due Paesi: «I ticinesi hanno molte più possibilità di uscire e far festa a Como o Milano rispetto a chi abita a Lucerna o Appenzello». A far da cornice a questi scenari c’è anche una questione di mentalità, ossia il voler a tutti i costi riportare a casa il proprio veicolo. «Questo ci riporta alla prevenzione: la sicurezza sulle strade dipende da tutti noi», conclude Cotti. «L’egoistico “tanto a me non succede” è un concetto che bisogna dimenticare». E proprio sul fronte della prevenzione giungono buone notizie: «I dati del 2019 riguardanti i morti sulle strade sono i più bassi da quando esistono le statistiche: è la dimostrazione che continuare a lavorare sulla prevenzione e sul cambiamento di comportamento è indispensabile e funziona».

Abitudini rischiose

Certo, la pandemia e le restrizioni che essa ha comportato (basti pensare alla chiusura anticipata di bar e ristoranti e al recente decreto di Roma che limita gli spostamenti in Italia) ha notevolmente ridotto le occasioni di uscita e la bevuta in compagnia. Ma da non sottovalutare, avverte Cotti, è il fatto che il lockdown e le chiusure possono aver portato qualcuno ad aumentare i consumi alcolici per far fronte alla difficoltà ed all’incertezza della situazione Un’abitudine che potrebbe anche restare dopo il ritorno alla normalità.