Alfieri: «Niente shopping in Italia, via libera ai frontalieri»

(Aggiornato alle 20.31) Dieci milioni di italiani, gli abitanti della Lombardia, si preparano a un nuovo lockdown. La Regione, è stato confermato questa sera dal premier italiano, è considerata «zona rossa» (come Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta). Da venerdì, quando entrerà in vigore la misura voluta dal governo Conte per frenare i contagi, sarà dunque vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai confini regionali, ma anche all’interno del territorio stesso. Verranno chiusi i negozi al dettaglio (tranne alimentari, tabaccherie e edicole), e bar e ristoranti potranno soltanto consegnare a domicilio. A restare aperte saranno soltanto le scuole (infanzia, elementari e medie). Insomma, tutto o quasi come la scorsa primavera. E per almeno quindici giorni si potrà uscire di casa solo per «comprovate esigenze» di salute, lavoro e studio. Sempre con autocertificazione a portata di mano. La decisione, inevitabilmente, avrà conseguenze anche al di qua del confine. In sostanza, la situazione tra Ticino e Lombardia tornerà ad essere quella di marzo. Le frontiere non saranno chiuse, ma di fatto gli spostamenti tra la «zona rossa» e il nostro cantone saranno permessi unicamente ai lavoratori frontalieri e a chi deve recarsi in Italia per motivi sanitari, di lavoro o di studio. Niente più spesa oltreconfine, né shopping. «I lavoratori frontalieri potranno continuare ad andare avanti e indietro come hanno sempre fatto, così come i lavoratori autonomi. Gli spostamenti saranno anche garantiti per motivi di studio e sanitari. Al contrario, sarà vietato il turismo degli acquisti», conferma da noi contattato il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri. I lavoratori che oltrepassano la frontiera dovranno munirsi di autocertificazione in caso di controllo, anche se i dettagli esatti saranno probabilmente definiti in una riunione in agenda domani tra le autorità competenti. Esattamente come a marzo, però, si riproporrà anche la delicata questione dei legami affettivi. «Le visite ai familiari restano un punto ancora irrisolto», ammette Alfieri. Tuttavia, «è facile ipotizzare che come all’interno della zona rossa saranno impediti gli spostamenti fra i Comuni, lo stesso varrà anche tra Ticino e Lombardia». Varcare il confine, magari per fare visita ai genitori, sarà possibile solo con l’autocertificazione e solo per motivi urgenti o di salute. La barriera tra Italia e Svizzera tornerà dunque a rialzarsi, se i dati epidemiologici lo permetteranno, non prima di quindici giorni.