Alla Clinica Luganese servono spazi, ma non sa ancora bene per cosa

Due anni fa la Clinica Luganese Moncucco aveva annunciato un importante progetto edificatorio dove oggi si trovano i parcheggi della struttura: uno stabile di 4 piani e la realizzazione di un autosilo interrato a due piani. Uno o due piani del nuovo edificio erano destinati ad accogliere i reparti acuti a minore intensità che, nell’ambito della pianificazione ospedaliera, erano stati richiesti alla Clinica. Per il restante, l’intenzione era di adibirli gli spazi ad attività ambulatoriali, ambulatori specialistici o studi medici, e servizi amministrativi. La licenza edilizia era stata ottenuta e oggi la Clinica è pronta a costruire. Sì, ma a costruire qualcos’altro.
Due cambiamenti importanti
Da quel settembre 2017 ci sono in fatti stati due cambiamenti importanti. A inizio 2019 il Tribunale amministrativo federale ha accolto dei ricorsi contro la pianificazione ospedaliera cantonale (di cui della stessa Moncucco), di fatto affossandola. Da luglio, inoltre, la clinica privata ha ottenuto dalla curia la gestione del prospiciente centro San Carlo per i prossimi 50 anni. Tutto ciò ha portato al congelamento della costruzione del nuovo stabile in attesa di capire come si evolverà la situazione. Ma qualche spazio in più serve già oggi, e allora Moncucco ha optato per una soluzione alternativa: allungare l’esistente blocco B (inaugurato nel 2008) sul lato parcheggi in modo da ricavare 1.000 metri quadrati in più e, con le parole del direttore Christian Camponovo, «tamponare i nostri bisogni per un paio d’anni». L’investimento stimato è di 4 milioni di franchi e il progetto (che mantiene invariate le aree destinate a verde) prevede la formazione di cinque piani fuori terra in cui troveranno spazio 12 camere di degenza e studi medici. La domanda di costruzione è attualmente in pubblicazione. La costruzione richiederebbe un anno di lavori.
In attesa di risposte
«Nel 2017 avevamo inoltrato la domanda di costruzione in base ai bisogni stimati, pur non sapendo ancora con esattezza i contenuti – spiega Camponovo. - Oggi sappiamo che la pianificazione ospedaliera è da rivedere, in particolare per i letti acuti di minore intensità che pensavamo di mettere in quello stabile, e dovremo valutare cosa succederà. Nel frattempo si è anche concretizzata un’idea di lungo termine che sono gli spazi del centro San Carlo. Si aprono dunque nuove possibilità, ma ancora non conosciamo i contenuti. Dobbiamo capire cosa metterci e quando gli spazi saranno disponibili. Per tutto questo abbiamo sospeso il progetto del 2017: sarebbe un peccato costruire spazi in più che potrebbero rivelarsi non necessari».
L’incognita al centro San Carlo è sapere quando lo lasceranno il Conservatorio di musica della Svizzera italiana (che dovrebbe trovare spazio negli stabili oggi della RSI a Besso) e la scuola infermieristica (indirizzata in tempi relativamente brevi a Giubiasco). «Sono tutte situazioni in divenire», dice Camponovo. E nell’attesa di sapere quel che sarà, la Clinica ha dunque optato per una soluzione transitoria, l’allargamento del blocco B.
Da valutare anche i parcheggi
L’incertezza ha effetti anche sui parcheggi. Chiediamo a Camponovo se è congelato anche l’autosilo interrato. La risposta è affermativa: «Anche qui dobbiamo capire. Grazie a una politica generosa di sovvenzioni ai collaboratori per l’uso dei mezzi pubblici conviviamo abbastanza bene con gli spazi attuali. Ma un riordino dei parcheggi è da prevedere, tenendo in conto che ora c’è anche il centro San Carlo. Già diversi anni fa era stata avanzata l’ipotesi di costruire un autosilo su via Soldino che servisse entrambe le strutture». Ma non è detto che si andrà per quella strada: «Il tema è ancora in fase di valutazione: miriamo a una soluzione che renda anche più bello il comparto».