Alla sbarra ancora lui: il rapinatore mascherato

Davanti alla Corte delle assise criminali – da lunedì prossimo – ci sarà ancora lui: l’uomo che, negli ultimi anni, è balzato agli onori della cronaca con l’appellativo di rapinatore mascherato. Non è bastato, dunque, fare i conti con la giustizia elvetica per due volte: l’imputato – che questa volta sarà difeso dall’avvocato Samuel Maffi – comparirà nuovamente davanti alla Corte che sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Le ipotesi di reato? Rapina aggravata; infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni; furto d’uso di un veicolo; infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e grave infrazione alle norme della circolazione.
Doppia condanna
Il soprannome – rapinatore mascherato – risale all’autunno del 2015. Il 35.enne, in quel periodo (fino a febbraio 2016), aveva infatti compiuto diverse rapine nella regione indossando una maschera per celare il volto. Era finito in manette una prima volta il 21 novembre del 2015 ma, soltanto un mese più tardi, era stato scarcerato. E cinque giorni dopo aver lasciato il carcere era tornato nuovamente a colpire. Poi l’epilogo: il 6 febbraio del 2016 , in compagnia di un complice, tentò una rapina a un distributore di via Marcetto a Novazzano. In quel frangente, però, le cose (per lui) si misero male: il pronto intervento delle forze dell’ordine riuscì a sventare la rapina e il 35.enne, durante i concitati attimi, fu raggiunto alla gamba da un proiettile partito dalla pistola di un poliziotto. Ne seguì il processo, svoltosi nell’aprile del 2017 e l’uomo venne condannato per aver commesso (o tentato) sette rapine. Sei anni e mezzo di detenzione la pena pronunciata dal giudice. Per il complice, invece, Pagnamenta sentenziò una condanna a 4 anni e mezzo.
Prima di allora, il rapinatore mascherato aveva già dovuto fare i conti con la giustizia e sempre una rapina (tentata). Nell’ottobre del 2009 l’uomo aveva preso di mira un negozio di alimentari di Morbio Inferiore. Un colpo fallito che gli costò, allora, 30 mesi di carcere.
Il colpo a San Pietro
Come detto, il rapinatore mascherato tornerà nuovamente nell’aula del Tribunale penale cantonale. L’ultima condanna – quella a 6 anni e mezzo – a conti fatti non l’ha fatto desistere dal commettere nuove rapine. Una volta scarcerato, infatti, il 35.enne è tornato a colpire. Stando all’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, l’uomo si sarebbe macchiato dei reati a lui imputati – tra il giugno del 2020 e l’ottobre dello scorso anno – a Novazzano, Lugano, Breganzona, San fermo della Battaglia, Guanzate e in altre imprecisate località del Ticino. Senza dimenticare San Pietro di Stabio. Ed è proprio in quest’ultima occasione che l’uomo è stato nuovamente arrestato. Era il 21 ottobre e il rapinatore mascherato – insieme a una complice, una 23.enne libanese – attorno alle 16.20 prese di mira, ancora una volta, un distributore di benzina. Colpo apparentemente riuscito e fuga, a bordo di un’auto rubata, attraverso il valico di san Pietro. Ma gli inquirenti ci misero pochi giorni ad individuarlo e a mettergli nuovamente le manette ai polsi.