Territorio

All'asta un pezzo di Muzzano che vale oltre sedici milioni

Fra un mese l’asta fallimentare dei sei terreni che per lungo tempo hanno ospitato l’attività della storica ditta di giardinaggio Stierlin e il suo vivaio – Il Comune è spettatore interessato: «Non vogliamo grandi attrattori di traffico»
©Chiara Zocchetti
Federico Storni
13.05.2025 06:00

Un bel pezzo di Muzzano è all’asta, e per accaparrarselo potrebbero volerci tanto denaro, dato il suo valore è stimato in oltre sedici milioni di franchi. D’altronde, stiamo parlando di un’area di circa 27.000 metri quadrati - poco più di quattro campi di calcio - sita in zona indicata come «industriale leggera» dall’attuale Piano regolatore. L’area, per capirci, che per decenni ha ospitato l’attività della ditta di giardinaggio Stierlin, fallita una manciata di anni fa dopo prolungati tentativi, infine infruttuosi, di salvarla. Non per niente l’asta è stata indetta, il prossimo 11 giugno, dall’Ufficio fallimenti di Lugano che si sta occupando delle conseguenze del dissesto aziendale.

Il crac di una ditta storica

Come si intuisce dalla foto, si tratta di un’area al confine di Muzzano, a fianco della strada cantonale in zona Piodella e del fiume Vedeggio, e a poca distanza dall’aeroporto, compresa anche di alcuni edifici usati anche come residenza. Non è per contro parte dell’asta il grande prato sulla destra, guardando dalla strada. Per moltissimo tempo sono stati utilizzati dalla ditta Stierlin, in gran parte a mo’ di vivaio, sino al suo fallimento nel 2021. E proprio la vendita dei terreni sembrava essere una delle strade percorribili per permettere all’attività di proseguire. Strada però poi rivelatasi a fondo cieco, come tutte le altre. In seguito al dissesto, l’Ufficio del fallimento ha in parte affittato i terreni, in particolare per un paio d’anni alla ditta Caminada, prima che essa aprisse la propria nuova sede a Lamone. Oggi l’ex vivaio non è più curato invece da tempo, e nell’area - sempre in affitto - resta attiva solo una ditta di giardinaggio che porta sì il nome Stierlin nella ragiona sociale, ma che è un’entità completamente separata dall’attività fallita in precedenza.

Le prospettive pianificatorie

I terreni si trovano come detto in una zona definita «industriale leggera», istituita ormai quarant’anni fa e che concede la possibilità di costruire «edifici destinati alla produzione industriale poco molesta», con un’altezza massima di dieci metri e con uno «spazio destinato a verde il più possibile unitario di almeno il 25% della superficie del fondo, di cui la metà alberata con piantagione ad alto fusto». Tutto ciò è però destinato a cambiare nei prossimi anni, in quanto il Municipio di Muzzano sta lavorando a una nuova pianificazione di tutta l’area industriale - una precedente è stata bocciata negli scorsi anni - per cui si è in attesa dell’esame preliminare cantonale. L’idea dell’Esecutivo, ci spiega la sindaca Verena Hochstrasser, è comunque quello di dare continuità all’esistente. I terreni all’asta sono stati dunque inseriti in una zona chiamata «di lavoro» che da un lato non intende intensificare i parametri edilizi, ma dall’altro nemmeno dezonare: «La direzione che abbiamo preso - ha detto Hochstrasser - è quella di non stravolgere le cose, tentando però di dare maggiore qualità al comparto e rendendo il territorio più vivibile, ad esempio riordinando gli accessi. Un cambiamento di indirizzo in senso riduttivo ci sembra invece molto difficile, perché a togliere terreni dalla zona industriale si creerebbero molti problemi a livello di costi».

Questa punto è perlatro indicato come principale incertezza anche dal perito che è stato chiamato a stimare il valore dei terreni all’asta, perché un eventuale dezonamento lo farebbe contrarre sensibilmente. Anche alla luce delle intenzioni del Municipio, questa possibilità pare però remota.

Il paletto

Il Comune seguirà con interesse l’asta, data l’ampiezza dei terreni e la loro posizione che ne fanno quasi una porta d’ingresso, ma lo farà necessariamente da spettatore. Ciò non toglie che non permetterà di superare certi limiti, come peraltro già fatto in passato: «Negli anni in cui erano in corso i tentativi di salvare la ditta, si erano palesati alcuni investitori per verificare la possibilità di insediare determinate aziende, e abbiamo risposto loro che vorremmo evitare di insediare nell’area attrattori di grande traffico, perché già ora la strada principale è sempre bloccata e con un ulteriore generatore di traffico si rischierebbe di peggiorare ulteriormente la situazione». Se ne deduce, quindi, che anche la nuova impostazione pianificatoria rifletterà questa volontà.

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