Domande e risposte

Allentamenti in Italia, ecco cosa cambia per i ticinesi

Da domani gran parte della Penisola tornerà a colorarsi di giallo dopo due mesi di restrizioni: il tampone resta obbligatorio ma si discutono misure ad hoc per la fascia di confine
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
25.04.2021 15:27

1. Cosa prevede il nuovo decreto per le zone gialle?

I locali pubblici saranno aperti a pranzo e a cena, ma potranno ospitare i clienti soltanto negli spazi esterni. Dal primo giugno sarà possibile ricevere i clienti anche al chiuso, ma solo a pranzo, dalle 5 alle 18. Nelle regioni gialle (e in quelle arancioni) i negozi sono tutti aperti. I centri commerciali sono chiusi nei giorni festivi e prefestivi, quindi anche il sabato e la domenica. Riaprono anche cinema, teatri e sale da concerto, esclusivamente con posti a sedere e con distanza di un metro. La capienza non può superare il 50% di quella massima autorizzata, il numero massimo di spettatori è di 1000 all’aperto e 500 al coperto. Le stesse regole valgono per gli eventi sportivi, dove però la capienza massima di stadi o palazzetti è del 25%. Resta vietato uscire di casa tra le 22 e le 5, se non per ragioni di lavoro, salute ed emergenza, che vanno comprovate con l’autocertificazione.

2. Cosa cambia invece per gli spostamenti?

Gli spostamenti tra regioni gialle sono liberi, non servirà più dunque l’autocertificazione. Gli spostamenti tra regioni arancioni e rosse per lavoro, salute e urgenza sono consentiti con autocertificazione. Anche gli spostamenti per turismo tra regioni arancioni sono consentiti, ma solo se chi viaggia è in possesso della «certificazione verde» che attesta di essersi sottoposti al vaccino, di essere guarito dal virus oppure di aver fatto nelle precedenti 48 ore il test antigenico o molecolare, con risultato negativo.

3. Per i ticinesi cambia qualcosa?

Solo in parte. Dal 19 aprile, infatti, l’ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza non prevede più l’obbligo della quarantena per chi entra dalla Svizzera. Fino al 30 aprile, però, rimane necessario il tampone. Fino a venerdì, si legge nell’ordinanza di Speranza, «per gli spostamenti dai Paesi negli elenchi C (di cui fa parte anche la Svizzera, ndr.) è obbligatorio il tampone (molecolare o antigenico) con risultato negativo ottenuto nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Italia». Quindi, se muniti di tampone negativo, i ticinesi da oggi possono recarsi in Italia, anche per turismo.

4. Esistono eccezioni all’obbligo di tampone?

Sì, possono entrare in Italia senza sottostare all’obbligo di tampone i lavoratori transfrontalieri, chi si sposta per motivi di studio, le persone che rimangono nella Penisola «per un periodo non superiore alle 120 ore per comprovate esigenze di lavoro, salute o assoluta urgenza, con l’obbligo, allo scadere del termine, di lasciare immediatamente il territorio nazionale o di iniziare il periodo di sorveglianza e di isolamento fiduciario», e chi transita, con mezzo privato, nel territorio italiano per un periodo non superiore a 36 ore. Alcune novità potrebbero però arrivare già domani, quando al Senato è all’ordine del giorno una proposta per creare una sorta di «zona franca» a cavallo del confine che garantisca maggiore libertà di spostamento.

5. Cosa prevede la proposta in discussione in Senato?

Il deputato varesino Matteo Luigi Bianchi (Lega) ha chiesto al Governo di istituire una «zona franca» di 40 chilometri (20 per ogni lato del confine) per garantire gli spostamenti dei ticinesi in Italia e dei lombardi nelle zone di confine del cantone. Senza quarantene né tamponi, dunque, per «garantire il ritorno dei contatti di natura economica, sociale e culturale in quello che è denominato “confine lieve” insubrico». Qualche settimana fa, anche il sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione nazionale dei comuni di frontiera, Massimo Mastromarino, aveva scritto una lettera al presidente del Governo Mario Draghi per chiedere di esentare dall’obbligo di tampone chi entra in Italia dalla Svizzera, per una fascia di 20 chilometri. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il senatore del PD Alessandro Alfieri, che ha presentato un ordine del giorno ad hoc al Decreto sostegni per consentire l’ingresso in Italia dei cittadini svizzeri senza l’obbligo di tampone. «Una misura - ha spiegato Alfieri - analoga a quella in vigore oggi per i frontalieri e fondamentale ad esempio per settori come commercio e ristorazione».

Precisazione del 26.04

In aggiunta a quanto scritto al punto 3, segnaliamo che dopo ulteriori approfondimenti – e dopo averne discusso anche con il Consolato generale d’Italia a Lugano – anche per l’ingresso in Italia dai Paesi della lista C (quindi la Svizzera) è prevista una quarantena, nello specifico di 5 giorni. Questo almeno fino al 30 aprile e in aggiunta al tampone molecolare o antigenico.

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