Salute

Allergie, Ticino in zona rossa

Su gran parte del territorio cantonale concentrazioni di polline a livelli molto elevati – Giovanni Ferrari (EOC): «Con le graminacee abbiamo toccato il terzo picco di quest’anno» – Cecilia Moretti (MeteoSvizzera): «La pioggia non basta, serve un ricambio di massa d’aria»
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Martina Salvini
09.06.2023 06:00

Guardando la cartina con le concentrazioni di pollini nell’aria, il Ticino appare come una gigantesca macchia rossa. In alcune località - come ad esempio Lugano e Bellinzona - la presenza di graminacee nell’aria è classificata al livello più alto come «molto elevata». Altrove, invece, la situazione è leggermente migliore, e si scende di uno scalino nella legenda. «La situazione, per gli allergici, in queste settimane è drammatica», conferma il dottor Giovanni Ferrari, medico allergologo presso EOC e studio medico. «Il grosso problema - spiega il medico - è la combinazione di pioggia e bel tempo: con il sole, di giorno, circolano pollini in grande quantità; con la pioggia, di sera, vengono ributtati a terra. Questo fa sì che i pazienti soffrano il doppio». Nonostante le numerose precipitazioni del mese di maggio, infatti, per gli allergici non c’è stato alcun sollievo da starnuti e naso chiuso. «Le piogge tendono sì ad abbassare le concentrazioni di polline nell’aria, tuttavia , malgrado gli eventi temporaleschi, non c’è stato il ricambio di massa d’aria necessario», spiega da parte sua Cecilia Moretti di MeteoSvizzera. Detto altrimenti: le particelle non sono state «spazzate via» e sono rimaste presenti in grandi quantità nell’aria. «Da settimane - osserva ancora Moretti - l’alta pressione sulle isole britanniche, che arriva fino all’Europa centrale, crea correnti da Nordest moderatamente instabili verso le Alpi. Ma l’assenza di un cambio di regime, e quindi dell’arrivo di una nuova massa d’aria, ha fatto sì che le concentrazioni polliniche rimanessero a livelli elevati». Dal punto di vista meteorologico, ricorda Moretti, «gli elementi che fanno diminuire la concentrazione di polline nell’aria sono il vento, ad esempio con la comparsa del Favonio, oppure la presenza delle precipitazioni, che però devono essere prolungate nel tempo ed estese territorialmente». I rovesci isolati, insomma, non producono alcun effetto rilevante. E all’orizzonte non si vede alcun cambiamento. «Per il momento, le giornate dovrebbero continuare a essere soleggiate al mattino e con la comparsa di rovesci o temporali nel pomeriggio o in serata. Quindi una situazione molto simile a quella vissuta nelle ultime settimane».

Tra i pazienti contiamo molti bambini, ma anche la categoria dei cinquantenni e dei sessantenni che diventano allergici o tornano a esserlo
Giovanni Ferrari

Tanti nuovi allergici

Lo scorso anno, il periodo prolungato di siccità aveva permesso di tenere a bada il fenomeno, mentre questa volta ci troviamo alle prese con il terzo picco di allergia nel giro di pochi mesi. «Tra gennaio e febbraio - spiega il dottor Ferrari - abbiamo avuto la fioritura del nocciolo, molto più intensa degli anni passati. Poi, ad aprile, è stata la volta della betulla. E ora, da maggio, è il turno delle graminacee. Ma non finisce qui, perché le crisi maggiori di solito compaiono nel mese di luglio, con il primo taglio del fieno, per poi attenuarsi in agosto». Con il cambiamento climatico, inoltre, la stagione pollinica è sempre più estesa. «Le fioriture - spiega Ferrari - proseguono fino a ottobre, per poi ripartire, in maniera precoce, già a dicembre». Accanto alle persone che da sempre soffrono la presenza dei pollini nell’aria, negli ultimi anni sono sempre più anche i nuovi allergici. «Allergici si può diventare», evidenzia il medico. «Tra i pazienti contiamo molti bambini, ma anche la categoria dei cinquantenni e dei sessantenni che diventano allergici o tornano a esserlo. Le stagioni sempre più calde, una familiarità sempre più presente per le allergie, ma anche lo smog persistente che stimola le piante nella produzione di polline, fanno sì che sempre più persone diventino allergiche nel corso della propria vita». Insomma, sono più fattori che entrano in gioco, ma il risultato è che una fetta sempre maggiore della popolazione si trova a dover fare i conti con le allergie.

Gli antistaminici si trovano

Per tentare di attenuare i disturbi, i pazienti fanno incetta di antistaminici, «soprattutto quelli di ultima generazione che non danno sonnolenza». «Se però non dovessero funzionare, o dovessero dare problemi - dice Ferrari - si può ricorrere agli spray nasali o alle gocce per gli occhi». Prodotti che si trovano ancora nelle farmacie, nonostante la penuria di medicamenti con cui tutta la Svizzera sta facendo i conti da mesi. «I pazienti finora non mi hanno riferito di particolari problemi. Anche perché contiamo almeno quattro prodotti diversi solo per quanto riguarda gli antistaminici di nuova generazione. Sul mercato, inoltre, si trovano diversi generici», spiega il medico. «Nonostante il fatto che non ci troviamo affatto in una zona di comfort rispetto agli anni passati, per il momento gli antistaminici non rientrano tra le categorie di farmaci per cui la situazione è più tesa», conferma da parte sua Federico Tamò, portavoce dell’Ordine dei farmacisti ticinesi. L’importante, prosegue il farmacista, è non fissarsi con un unico prodotto: «La clientela deve abituarsi a essere flessibile. La produzione di antistaminici è varia, e questo permette fortunatamente di avere una fonte di approvvigionamento più estesa».