Alloggi Airbnb offerti online, a Locarno il fenomeno rallenta

Il proliferare di appartamenti affittati a turisti per brevi periodi, sul modello di Airbnb, sta suscitando una certa preoccupazione per la conseguente possibile diminuzione di alloggi a disposizione della popolazione residente. Ciò vale in particolare per le grandi città, ma Locarno non fa eccezione. O, almeno, è ciò che paventa la Sinistra Unita in un’interrogazione con la quale chiede lumi, appunto, riguardo all’impatto di questo fenomeno sul mercato delle abitazioni primarie. Fenomeno che in Città sta rallentando, sottolinea il Municipio nella risposta ai quesiti posti da Francesco Albi e dagli altri firmatari dell’interrogazione. Precisando che le unità abitative affittate a fini turistici per un periodo inferiore ai 90 giorni l’anno - il cosiddetto affitto breve sul modello della piattaforma online Airbnb - non sottostanno al rilascio di una licenza edilizia per cambio di destinazione, l’Esecutivo rileva come il numero di annunci riguardante questo tipo di alloggi, non soggetti alla Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (LEAR), sia in calo: dai circa 150 del 2023 si è infatti passati ai 50 registrati nel 2025.
Picco durante il Covid
«Ogni anno il numero di appartamenti annunciati per affitti di breve durata è soggetto a variazioni. Durante il periodo dell’epidemia da Coronavirus era cresciuto moltissimo, poi è andato via via calando. Ma, ripeto, la tendenza è altalenante e le variazioni possono essere anche importanti da un anno all’altro», rileva al riguardo Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli. Di sicuro resta il fatto che questo tipo di offerta rappresenta una consistente fetta del mercato dell’alloggio a scopi turistici anche nel Locarnese. «Registriamo centinaia di migliaia di pernottamenti in queste tipologie di appartamenti che hanno ormai raggiunto una posizione importante per quel che riguarda l’offerta turistica in tutta la nostra regione di riferimento», conferma Bonetti.
Oltre 100 cambi di destinazione
Sono invece 112 le unità abitative locate per più di 90 giorni, che negli ultimi cinque anni hanno ottenuto la licenza edilizia per il cambiamento di destinazione in affittacamere. Dal punto di vista legale le unità abitative per affitti a scopi turistici di lunga durata vengono registrate quali attività economiche/commerciali e non sono dunque considerate residenze secondarie. A proposito di queste ultime, Palazzo Marcacci precisa che il loro numero si è stabilizzato nel corso degli ultimi cinque anni, rimanendo in ogni caso sotto il limite del 20% fissato dalla legge federale: nel 2020 rappresentavano il 18,72% in rapporto all’intero effettivo delle abitazioni presenti sul suolo comunale, nel 2021 il 19,24%, nel 2022 il 18,74%, nel 2023 il 19,35% e nel 2024 il 19,76%. La stabilizzazione di tali percentuali, annota ancora il Municipio cittadino, è anche frutto delle specifiche disposizioni ancorate nelle norme di attuazione del Piano regolatore comunale che limitano la possibilità di trasformare le abitazioni primarie in residenze secondarie. Disposizioni che, va ricordato, variano comunque da quartiere a quartiere della Città.
