Alto Malcantone studia una centralina idroelettica

Il Municipio di Alto Malcantone intende spendere ventimila franchi per stilare uno studio di fattibilità per realizzare una «microcentrale elettrica» sulla condotte dell’acquedotto o delle acque luride. In una delle prossime sedute (ma non già in quella di maggio) ilConsiglio comunale dovrà decidere se concedere o meno i soldi. Se si considera che la richiesta di esplorare la possibilità viene dallo stesso Legislativo tramite l’approvazione di una mozione del gruppo Lega-UDC, il passo non sembra altro che una formalità. La Commissione che deve stilare il rapporto, però, starebbe attendendo un preavviso scritto da parte del Consorzio approvvigionamento idrico del Malcantone (CAI-M), in quanto l’infrastruttura su cui su vorrebbe creare la microcentrale è di sua proprietà e non del Comune. E se il CAI-M si mostrerà poco interessato, lo studio di fattibilità potrebbe anche non essere fatto.
«Non c’è una vera strategia»
Le microcentrali, o «centraline», agli occhi del Cantone rientrano nel piccolo idroelettrico, cioè quegli impianti con una potenza elettrica netta inferiore ai 300 kilowatt. Molto inferiore, nei casi come quello di Alto Malcantone, dove la centralina - se realizzata in località Piantagione - avrebbe una potenza stimata attorno ai 13 kW. Questo tipo di impianti, nel Piano energetico climatico cantonale in consultazione in questi mesi, vengono indicati come una possibile soluzione, seppure per sua natura marginale, per raggiungere l’obiettivo di produzione media annua di energia idroelettrica di 4.000 gigawattora, contribuendo con un’ottantina di gW/h. «La realizzazione di piccole centrali idroelettriche - si legge nel documento - con la prudenza necessaria a garantirne la compatibilità con le esigenze ambientali ed economiche» dovrà avvenire «prioritariamente su acque già captate (acquedotti o captazioni di grandi impianti idroelettrici)». L’opzione, appunto, che sta esplorando Alto Malcantone. In altre parole, quelle del capoufficio Acqua, clima ed energia rinnovabili Michele Fasciana, nello sforzo per una società rinnovabile al 100% «tutto fa brodo»: «Sulle centraline non c’è una strategia vera e propria, ma il Cantone le incentiva tramite il FER». D’altronde il loro apporto globale all’interno della categoria delle energie rinnovabili è veramente ridotto: nel Bilancio energetico cantonale del 2021 l’idroelettrico su acquedotto rappresentava solo lo 0.27% della produzione.
Lo studio SUPSI
I potenziali luoghi in cui costruire centraline elettriche sono stati mappati in uno studio - che peraltro è anche alla base dell’iniziativa ad Alto Malcantone - coordinato dalla SUPSI e risalente al 2017 dal titolo «Elettricità dall’acqua potabile: un potenziale da sfruttare in Ticino». In esso sono stati approfonditi circa 300 siti in cui teoricamente è possibile inserire una centralina su acquedotto. Di questi, dopo ulteriori analisi, ne sono stati ritenuti 54, per una potenza globale complessiva di 700kW. Per ognuno di essi è poi stata fatta una scheda con gli elementi essenziali, a mo’ di base per poi approfondire, appunto, con uno studio di fattibilità. Per quella che Alto Malcantone vuole esplorare, la scheda tra l’altro spiega che il dislivello della condotta è di 85 metri, che la portata d’acqua è di 1.415 litri al minuto, che la produzione annuale d’elettricità sarebbe di 111.405 kW/h e che il costo dell’energia sarebbe di 103.6 centesimi al kilowattora. Un valore alto, ma anche molto teorico e non necessariamente attuale. Da approfondire, insomma.
Sigirino fa la parte del leone
Nel Luganese di centraline su acquedotto ce ne sono tre. Le gestiscono le AIL, anche se due sono di proprietà dell’Azienda acqua potabile di Lugano. E come si legge nell’ultimo Rapporto annuale integrato delle AIL, essi hanno permesso di produrre nel 2021 2.230 megawattora d’energia, quanto basta per coprire interamente il fabbisogno annuo di circa 125 economie domestiche. Di questi, la gran parte (2.061 MW/h) sono stati prodotti dalla centralina dell’AAP di Sigirino, inaugurata nel 2015 con una potenza installata di 989 kW. Le due centraline paragonabili a quella allo studio ad Alto Malcantone - site a Davesco (dell’AAP, 14,5 kW di potenza, attiva dal 1996) e a Torricella (AIL, 21 kW, 2017) - hanno prodotto rispettivamente 107 e 70 MW/h. Quando basta per un anno per una quindicina di economie domestiche.