Anche foto di donne ticinesi sul sito italiano degli «stupri digitali»

Internet non conosce confini, e nemmeno la perversione. Ha valicato la frontiera lo scandalo sul voyeurismo social che negli ultimi giorni sta tenendo banco nella vicina Penisola: ci sarebbero infatti anche foto di donne ticinesi, personaggi pubblici del mondo della televisione e non solo, tra quelle pubblicate abusivamente su un noto forum online chiuso nei giorni scorsi per ordine delle autorità italiane. Sulla vicenda nella giornata di ieri è stata presentata un’interrogazione al Consiglio di Stato, che è ora chiamato a chinarsi sul fenomeno.
La sezione ticinese
È arrivata così anche in Ticino la lunga scia delle polemiche innescatasi, inizialmente, intorno alla famigerata pagina Facebook «Mia Moglie», anch’essa nel frattempo chiusa.
Dopo le denunce di diverse donne del mondo dello spettacolo, ma anche della politica italiana e dell’informazione, ritrovatesi loro malgrado tra i «feticci» di una comunità virtuale enorme (oltre 30mila iscritti) su cui la Polizia Postale d’oltre confine ha aperto un’indagine nelle scorse settimane, nel mirino è finito anche un discusso sito per adulti domiciliato sempre nella vicina Penisola (con dominio .net): anche su questo portale venivano pubblicati scatti rubati di personalità più o meno famose, ma comunque inconsapevoli, per essere dati in pasto al popolo del web.
Sul forum - ora inaccessibile - erano stati pubblicati anche scatti rubati provenienti dal Ticino. La granconsigliera Lisa Boscolo (del gruppo PS-Giso-Forum Alternativo) ha segnalato ieri la vicenda al Consiglio di Stato, dopo che una giornalista della RSI si era imbattuta in una sezione ticinese del sito incriminato.
Qui - è stato riferito - utenti della Svizzera italiana si scambiavano e commentavano foto, e cercavano materiale di ragazze e volti noti della televisione e non solo. Dei veri e propri «stupri digitali» che avevano nel mirino «mogli, conoscenti e amiche».
Le misure di contrasto
«Tale vicenda - fa notare Boscolo nell’interrogazione - conferma come anche il Ticino non sia esente da fenomeni di sextortion, sessismo online e violazione della privacy online, con gravi ripercussioni sulle vittime, in particolare tra le giovani».
In passato, in effetti, non sono mancate indagini anche da parte del Ministero Pubblico: i gruppi scoperti negli anni su Whatsapp e Telegram, in cui venivano condivise immagini di ragazze non consenzienti, hanno squarciato il velo su un fenomeno che, anche alle nostre latitudini, ha attecchito tra le fasce più giovani colpendo spesso vittime minorenni. Spazi virtuali in cui «le violenze non solo sono ammesse, ma incentivate, descritte, elogiate » sottolinea Boscolo.
Su denuncia di parte
La repressione di queste forme di ricatto e diffusione di immagini senza consenso, ricorda la deputata, è stata rafforzata dal 1° luglio 2024. La divulgazione non autorizzata di contenuti a carattere sessuale (pornodivulgazione o revenge porn) è ora punibile, su denuncia della vittima (articolo 197a del Codice penale).
Ma è sufficiente? Per contrastare il problema, a livello federale sono state già lanciate campagne di prevenzione (come la piattaforma Clickandstop). Al Consiglio di Stato l’interrogazione chiede lumi sulle misure di sensibilizzazione che, in Ticino, vengono già intraprese nel mondo della scuola, e sollecita interventi ulteriori per allinearsi ad altri Cantoni che, sotto questo riguardo, si sono mossi da più tempo.