«Anche il Governo deve avere una visione d’insieme sui Comuni»

Il progetto Ticino2020, che mira a ridefinire i rapporti tra il Cantone e i Comuni ticinesi, si trova «in una fase d’impasse, e negarlo sarebbe poco serio». La riforma, dunque, «è giunta a un punto cruciale che richiede un rilancio deciso, chiaro e coraggioso». Le parole di Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni, rilasciate in un’intervista al Corriere del Ticino alla vigilia del sesto «Simposio Cantone-Comuni», svoltosi oggi a Bellinzona, hanno rilanciato un tema, quello della riforma Ticino2020 che, appunto, si trova ormai a un bivio.
Riuscirà la tanto attesa riforma, nei prossimi mesi, a sbloccarsi? Lo abbiamo chiesto direttamente alla «controparte», ossia al presidente dell’associazione dei Comuni ticinesi (ACT), Felice Dafond. «Condivido la lettura di Gobbi, ma con un appunto: il progetto si trova in una fase d’impasse, ma non per colpa dei Comuni, bensì del Governo, il quale, imponendo la neutralità finanziaria del progetto tra Cantone e Comuni ha creato quell’impasse. Tutti i Comuni, all’unisono, hanno confermato che, se da una parte può andare bene la ridefinizione dei flussi finanziari, dall’altra l’esercizio non può limitarsi a ciò, perché sempre più l’autonomia dei Comuni viene erosa, con il Cantone che si arroga tutta una serie di competenze che dovrebbero essere svolte dagli Enti locali». Insomma, i Comuni ticinesi chiedono maggiori spazi di autonomia. E, non a caso, lo stesso Gobbi nell’intervista ha fatto capire che questo è il momento, per gli Enti locali, di «dire chiaramente al Governo dove necessitano maggiore autonomia, senza timori o esitazioni». I Comuni, risponde Dafond, «questo lavoro lo stanno facendo. Con l’ACT abbiamo organizzato diverse riunioni molto frequentate. Quindi c’è interesse per questo tema». Ma, aggiunge il presidente, «anche il Consiglio di Stato deve avere una chiara visione d’insieme su quale futuro vogliamo dare ai Comuni. Poiché sovente sono poi i dipartimenti a mettersi di traverso. Il ‘dipartimentalismo’ troppo spesso complica ulteriormente le relazioni tra Cantone e Comuni. E spero dunque che Norman Gobbi non venga lasciato solo, ma sostenuto da tutto l’Esecutivo cantonale e dalla politica in generale». La riforma Ticino2020, in definitiva, è ancora salvabile? «Io lo spero – risponde Dafond –, e ci impegneremo affinché possa sbloccarsi. Ma per fare ciò serve uno sforzo corale da parte di tutti».
Su questo fronte, ricordiamo, una proposta concreta avanzata da Gobbi nell’intervista è stata quella di modificare la Costituzione cantonale per «rafforzare il principio dell’autonomia comunale». Un’idea che piace anche all’associazione Comuni ticinesi. «Certamente, va benissimo», spiega Dafond. «Ma dirò di più. Il tema è attualmente discusso anche sul piano nazionale, con l’Associazione dei Comuni svizzeri, di cui faccio parte. È dunque un tema sentito anche nel resto del Paese: c’è attenzione per l’autonomia dei Comuni a Bellinzona, ma anche a Berna e in tutta la Svizzera».