Anche il latte può generare energia

Airolo: progetto del Patriziato per smaltire siero rendendolo combustibile
Red. Online
25.11.2013 08:01

BELLINZONA - È buono e fa bene, ha nobili origini, e utilizzato in zootecnia permette di allevare suini dalla carne particolarmente pregia­ta. Quando è troppo però il suo smaltimento crea dei problemi di carattere ambientale ed eco­nomico. Ci riferiamo al siero di latte, per la cui eliminazione il Patriziato di Airolo ha cercato, e trovato con la consulenza della Scuola universitaria della Sviz­zera italiana (SUPSI), una solu­zione che risolve tutti i proble­mi, come ci ha  confermato il presidente Ezio Pedrini .Già l'anno scorso il Patriziato ha dato un mandato all'istituto con sede a Manno per trovare una soluzione e ed entro il 2015 si prevede di avviare la costru­zione della struttura ad Airolo, in zona di là dall'acqua, non lontano dal caseificio dimo­strativo del San Gottardo che già oggi ne produce più di due­mila chili all'anno e prevede di raddoppiare la produzione di formaggio (e quindi anche di siero) entro un paio d'anni, co­me abbiamo avuto modo di ri­ferire nell'edizione del Corriere di venerdì scorso.Ma, come ci dice Pedrini, «i problemi maggiori li hanno gli alpeggi, che hanno difficoltà a smaltire correttamente questo prodotto». Una volta il siero in eccesso che rimaneva dopo che dal latte erano stati prodotti burro, formaggi e ricotta, servi­va ad alimentare i maiali, ora non più, anche perché, come sottolinea lo stesso Pedrini, «solo all'alpe di Piora si dovreb­be costruire una porcilaia con 500 capi» che a sua volta cree­rebbe problemi ambientali per la corretta eliminazione dei li­quami suini.

La produzione di latte, di formaggi e quindi di siero è notevolmente aumentata, come sono aumentate le esigenze, anche nell'ambito della protezione animali, per l'allevamento dei suini. Incrementarne il numero per consumare una maggior quantità di siero creerebbe più problemi ambientali di quelli fino ad ora causati dallo smaltimento del siero in eccesso. Si è quindi deciso di costruire un impianto «pilota o quasi» dice Pedrini, dato che in Svizzera sarebbe uno dei primi e di sicuro una novità a livello ticinese.

Si è deciso di abbandonare l'opzione dell'utilizzo alimentare, eliminando in questo modo i problemi di conservazione, trasporto e stoccaggio in modo adeguato. Il siero giunto ad Airolo verrà trattato con sistemi e macchinari ancora da scegliere (entrano in liea di conto osmosi, microfiltrazione o altri procedimenti) fino a ridurlo all'80% del volume, sostanzialmente eliminando l'acqua contenuta nel siero. Questo prodotto condensato potrà poi essere utilizzato essenzialmente per produrrreve energia, bruciandolo nei termovalorizzatori o inserendolo negli impianti a biomassa per la produzione di gas.