«Andar per castagne» e valorizzare il territorio

Andare a raccogliere le castagne nel bosco è uno dei gesti che tutti abbiamo nel cuore. Qualcosa che è racchiuso nella nostra cultura e nel nostro territorio. Oggi a Brontallo, in Val Lavizzara, si è tenuta la consueta conferenza stampa annuale di «Castagnamo», l’incontro che lancia l’inizio della stagione di raccolta del pregiato frutto con l’obiettivo di valorizzare il castagno locale. Perché, come è stato spiegato dai promotori, «raccogliere le castagne significa indirettamente valorizzare il territorio e rafforzarne la cultura: è un progetto di società».
Il pane degli antichi
Le castagne hanno sempre avuto molta importanza in Ticino, ha innanzitutto ricordato Alessandro Pesce, moderatore dell’incontro. Esse sono un prodotto simbolo del nostro territorio: in passato erano la base del sostentamento alimentare, tanto che il castagno era chiamato «l’albero del pane», mentre oggi la castagna è un prodotto ricercato e multiuso; la troviamo in tantissime preparazioni gastronomiche. E la vediamo troneggiare nelle tante iniziative con le quali si promuovono la sostenibilità e i prodotti a chilometro zero.


Proprio a proposito di chilometro zero, Paolo Bassetti, ingegnere dei centri di raccolta del Canton Ticino, ha rinnovato il «classico» invito alla popolazione: «Raccogliete le castagne per valorizzare questo prodotto locale. Non possiamo farlo da soli, abbiamo bisogno del contributo di tutta la popolazione ticinese». I centri di raccolta sparsi su tutto il territorio cantonale (Cadenazzo, Stabio, Vezia e Biasca) saranno aperti dal 27 settembre al 3 novembre. E i prezzi restano quelli: 1,5 franchi al chilo per le piccole castagne, 3 franchi per quelle grandi. Insomma, ha chiosato Bassetti, la collaborazione di tutti è fondamentale, anche se fortunatamente «la motivazione non manca e diverse persone si sono già annunciate».
Un lavoro impegnativo
Carlo Scheggia, forestale e membro dell’Associazione dei Castanicoltori della Svizzera italiana, attivo da decenni per la valorizzazione dell’albero e dei suoi frutti, ha dal canto suo evidenziato quanto l’arte del raccogliere le castagne, soprattutto se in compagnia dei propri familiari, costituisca un momento di svago rilassante. Ma non solo: è pure «un gesto importantissimo e concreto per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente». Anche se, non va dimenticato, valorizzare le selve castanili è un lavoro molto impegnativo, non scontato. Un aspetto sottolineato pure da Thomas Schiesser, ingegnere della Sezione forestale cantonale del Dipartimento del territorio: «Si tratta di castagneti plurisecolari, solo gli specialisti se ne possono occupare, con interventi che si rivelano molto costosi». E la produzione di castagne su un territorio particolare come quello della Val Lavizzara è pure più difficoltosa rispetto a quella su terreni pianeggianti, gli ha fatto eco Marco Conedera, ingegnere dell’Istituto di ricerca WSL: «Si tratta di produrre calorie in mezzo ai sassi», ha spiegato, indicando le maestose piante di castagno che crescono sul pendio roccioso poco sotto il paese di Brontallo. «Questi sono castagneti tipici delle zone di valle, fatte di terrazzamenti e muretti a secco».
Per concludere, Beatrice Fasana, marketing director dell’azienda Sandro Vanini SA, ha parlato della valorizzazione finale del prodotto, con la creazione dei tipici dolci a base di castagne, come i «vermicelles» e i «marrons glacés». Anche Fasana ha poi voluto rimarcare l’importanza di curare le selve castanili, evidenziando il grande potenziale della produzione locale. Insomma, ogni castagna conta e la stagione è alle porte: buona raccolta.