Scuola

Anticipo del tedesco rimandato di una settimana

Sulla proposta di anticipare l’insegnamento di questa lingua alla prima media la Commissione non ha trovato un’intesa - Il tema sarà affrontato nuovamente settimana prossima
©Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
09.01.2023 21:29

Niente da fare. O meglio: tutto rimandato alla prossima settimana. La discussione in Commissione formazione e cultura non ha dato l’esito sperato dai sostenitori dell’anticipo dell’insegnamento del tedesco alla prima media.

Come confermatoci dalla presidente della Commissione, la deputata socialista Daniela Pugno Ghirlanda, sulla proposta la Commissione non ha trovato un accordo e i commissari si sono quindi dati una settimana di tempo per approfondire ulteriormente la tematica. Insomma, se ne discuterà nuovamente lunedì prossimo.

La proposta, ricordiamo, prevede di anticipare di un anno l’insegnamento del tedesco, iniziando dunque già in prima media e non in seconda classe come avviene oggi. A sostenere, di principio, questa misura, ci sono Lega, PLR e UDC, mentre il PS è da sempre contrario. Il Centro/PPD, dal canto suo, è più cauto e ieri ha chiesto di approfondire ulteriormente la proposta.

Come riferito nell’edizione di ieri, tra i contrari c’è pure il Consiglio di Stato (e quindi pure il DECS) che, in più occasioni, ha spiegato di preferire il sistema attuale. Nel rispondere a un’interrogazione della deputata del Centro Maddalena Ermotti Lepori, negli scorsi giorni il Governo ha infatti voluto escludere la possibilità di aggiungere ulteriori ore alla griglia oraria degli allevi. Inoltre, l’Esecutivo cantonale ha spiegato che per potenziare il tedesco in prima media, le uniche soluzioni percorribili riguarderebbero un depotenziamento o di matematica, o di italiano o delle scienze naturali. Tutte ipotesi che, come detto, il Governo preferirebbe evitare.

Correlati
L'anticipo del tedesco torna nell'aula della politica
L’ipotesi d’insegnare questa lingua già in prima media sarà discussa oggi in commissione – Intanto, il Consiglio di Stato ha risposto ai quesiti di Ermotti Lepori: «Si dovrebbe intervenire su italiano, matematica o scienze naturali: meglio lo statu quo»