Gran Consiglio

Anziani, cambia la strategia

Il Parlamento ha approvato quasi all'unanimità il decreto legislativo per la nuova pianificazione integrata 2021-2030 – Previsto un aumento dei posti letto all'interno delle strutture, ma si punterà soprattutto sul mantenimento a domicilio degli ultraottantenni
©Gabriele Putzu
Giona Carcano
24.01.2023 06:00

La pianificazione integrata per gli anziani è realtà. L’intero Parlamento, fatta eccezione per i deputati dell’MPS, ha infatti accolto il relativo decreto legislativo con 77 favorevoli e 3 contrari. Un progetto che dal 2030 intende aumentare i posti letto nelle case per anziani e soprattutto rafforzare il servizio di assistenza e cura a domicilio, anche per chi, dopo malattia o infortunio, necessita di un sostegno a casa. In pratica, tutti gli attori che si occupano della terza età formeranno un’unica, grande rete. Un cambio di paradigma quanto mai necessario – come hanno ricordato in aula i partiti – perché bisogna rispondere alla grande sfida demografica con cui il nostro cantone sarà confrontato nel prossimo futuro: il repentino invecchiamento della popolazione. 

La bussola

La bussola che guida la pianificazione integrata, che raggruppa le due leggi di riferimento (LAnz-LACD), è la qualità di vita della persona anziana e la loro possibilità di autodeterminazione. Per farlo, e per rispondere a esigenze in continuo mutamento di questa fascia d’età, il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) diretto da Raffaele De Rosa ha spinto su un concetto in particolare: il mantenimento degli anziani al proprio domicilio il più a lungo possibile. Ma oltre a questo concetto, come visto, entro il 2030 il numero di posti letto nelle case per anziani ticinesi aumenterà del 26% (1.180 unità). A livello politico, il nodo principale ha riguardato i costi della maxi operazione: le spese di gestione annuali, in effetti, nel 2030 ammonteranno a 340 milioni di franchi (140 milioni in più rispetto a oggi), per l’80% a carico dei Comuni e per il 20% del Cantone. Una somma importante e che in passato non ha mancato di sollevare dubbi, sia nella Commissione della Gestione, sia negli enti locali. Uno scoglio superato negli scorsi mesi e che ieri ha permesso al Parlamento di andare dritto al punto con l’approvazione della pianificazione.

Costi in linea con le previsioni

«I principi cardine sui quali si basano le scelte pianificatorie del DSS sono orientati all’utente, all’inclusione, alla presa a carico domiciliare, alla gestione integrata dell’offerta e alla fornitura di prestazioni di qualità», ha sottolineato Lorenzo Jelmini (Il Centro), relatore del rapporto commissionale. «La pianificazione si basa su valutazioni approfondite di esperti esterni e dell’amministrazione cantonale». Quanto al finanziamento, «si tratta di cifre importanti, soprattutto se riferite al contesto attuale delle finanze pubbliche». Gli approfondimenti effettuati con il DSS hanno tuttavia evidenziato che «l’aumento tracciato dalla pianificazione è in linea con la crescita del settore osservata in passato e che questo sviluppo è riconducibile all’invecchiamento demografico previsto nel prossimo decennio». In generale, ha spiegato Jelmini, la pianificazione integrata è la risposta concreta ai bisogni della popolazione anziana «ed è la miglior proposta anche dal profilo finanziario, anche se il sostegno alle persone anziane non può essere subordinato alla logica del contenimento della spesa pubblica». Nell’appoggiare il decreto, Matteo Quadranti (PLR) ha da parte sua messo l’accento sullo scenario adottato, «che prevede il contenimento della crescita dei costi pur mantenendo la qualità delle cure». Per il PLR «sarà importante una gestione efficace ed efficiente delle risorse e non semplicemente prendere atto che questa crescita dei costi è un dato di fatto». Il DSS dovrà quindi «sviluppare un confronto dei costi del servizio e riflettere sulle possibili diseconomie». 

Per Eolo Alberti (Lega), invece, «la pianificazione integra tutte le prestazioni definite dalle due leggi di riferimento e questa nuova modalità permette di proporre una valutazione coordinata dei provvedimenti adottati. L’approccio scelto pone il Ticino fra i primi cantoni in Svizzera a proporre una simile strategia». Alberti ha poi sottolineato «la volontà di rafforzare la partecipazione dei Comuni e la governance del settore». Per Claudio Franscella (Il Centro), «questa pianificazione pone al centro la collaborazione fra Cantone e Comuni, fondamentale per la creazione di reti di cure integrate. Una pianificazione che valorizza anche i famigliari curanti». Un plauso anche al Consiglio di Stato, che ha proposto «un monitoraggio periodico» che permette di rimanere sempre al passo con i tempi. Pur sostenendo la pianificazione, il PS ha per contro sollevato qualche criticità. Secondo Raoul Ghisletta, infatti, «ci sono dei rischi in questa pianificazione». Innanzitutto, «viene rinviata la riorganizzazione dei servizi di consulenza mamma-bambino e dei servizi di cura a domicilio per bambini ammalati». Inoltre, «la carenza di personale e la cronica stanchezza dei curanti rimangono». Occorre quindi insistere «affinché ci sia un approccio più rispettoso nei confronti del personale sociosanitario e sbloccare risorse mirate per le situazioni di sovraccarico, così come migliori indennità al personale per conciliare famiglia-lavoro». Lara Filippini (UDC) ha sottolineato il positivo cambio di paradigma portato dalla nuova pianificazione. Anche se «manca una declinazione regionale di alcune necessità, come le liste di attesa talvolta importanti nelle case per anziani. Con l’invecchiamento della popolazione, queste attese aumenteranno e non potranno essere risolte solo attraverso le cure a domicilio. Già oggi dobbiamo quindi avere delle idee su dove creare posti nelle case per anziani e chi dovrà crearli». Il rischio, «è quello di non essere pronti ad affrontare un bisogno che non potrà che crescere». 

Claudia Crivelli Barella (Verdi) ha da parte sua insistito sulla necessità della nuova pianificazione, rilevando l’importanza per il suo partito «dei legami extra famigliari delle persone anziane. L’integrazione dovrebbe permettere delle economie di scala, una politica del personale più flessibile alle esigenze degli operatori e una migliore acquisizione di nuove competenze».

«Proposta concreta»

L’unico partito che non ha appoggiato la pianificazione integrata, come visto, è stato l’MPS. «Si dice che in futuro la governance passerà ai Comuni. Noi pensiamo invece che debba rimanere a gestione cantonale, in modo da avere una situazione uniforme su tutto il territorio», sono state le parole di Matteo Pronzini. Inoltre, secondo il deputato, «non si dice nulla sulla condizione del personale». Maura Mossi Nembrini (Più donne) ha invece messo in guardia riguardo ai lunghi iter necessari per costruire nuove case per anziani. Prima del voto ha preso la parola Raffaele De Rosa. «Questa innovativa pianificazione permette di rispondere ai nuovi bisogni degli anziani e delle famiglie del cantone più vecchio della Svizzera. Questo progetto mette al centro dell’attenzione i bisogni della persona umana, rafforzando il mantenimento a domicilio dell’anziano». De Rosa ha ricordato che dei 1.180 nuovi posti nelle case per anziani, «circa 870 sono già stati autorizzati perché contenuti nella pianificazione 2010-2020. E altre strutture vedranno la luce nei prossimi due anni. Riteniamo quindi che questa proposta è concreta e realizzabile. È inoltre importante sottolineare che la pianificazione prevede aggiornamenti costanti. L’obiettivo è quello di garantire flessibilità e risposte in tempi rapidi e finanziariamente sostenibili».