Apre una piscina e ne chiude un'altra

Se è vero che i guai non arrivano mai da soli, Chiasso sta facendo fronte a una serie di imprevisti che fanno pensare alla nuvola di Fantozzi. Qualche settimana fa è stata chiusa in via precauzionale la piscina riservata ai bambini del centro balneare di Chiasso per via di una contaminazione da cloro. Si pensava che la «colpevole» fosse proprio la piccola piscina, ma non è così. Oggi è stata chiusa quella quadrata e riaperta quella dei bambini sempre per lo stesso problema. In ogni caso, la vasca è stata svuotata, gli accertamenti sono in corso e l’acqua rimane potabile.
Toh, chi si rivede
I problemi sono nati a inizio luglio. L’azienda Acqua, Gas ed Elettricità (AGE) di Chiasso ha segnalato al Comune di Vacallo una piccola contaminazione. In pratica, l’acquedotto comunale di Vacallo capta l’acqua da una falda che si trova proprio sotto il sedime delle piscine comunali della cittadina. E da un controllo è emersa la presenza di cloro nell’acqua di Vacallo. A titolo precauzionale, qualche settimana fa è stata chiusa la piscina riservata ai bambini del centro balneare. Oggi, però, il problema si è ripresentato. «Abbiamo chiuso la piscina quadrata perché sono state trovate tracce di cloro nell’acquedotto di Vacallo, l’acqua è ancora potabile, ma dobbiamo capire da dove arriva la perdita – rileva il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –. Vogliamo evitare la chiusura totale della piscina, quindi giocoforza dobbiamo procedere con cautela e per esclusione». Il problema arriva dalla piscina o da qualche tubazione? Una domanda a cui Arrigoni spera presto di dare una risposta, anche per «quelle persone che non possono permettersi una vacanza e si recano in piscina». Oggi sono stati effettuati dei controlli anche ai tubi più vicini all’acquedotto di Vacallo. «Abbiamo visto che se non interveniamo subito la situazione può peggiorare, e non è il caso», conclude. Dal canto suo, il sindaco di Vacallo Marco Rizza non usa tanti giri di parole: «Si pensava d’aver identificato il problema nella piscina dei bambini, ma se fosse stato così i valori inquinanti sarebbero diminuiti. Invece sono aumentati, motivo per cui hanno dovuto chiudere la piscina quadrata». Il vicedirettore dell’AGE, Michele Tadè, ci dà una descrizione più tecnica di quanto accaduto. Ciò che è certo è che il problema che si è presentato alle piscine comunali non è nuovo, anzi. «Non si sta andando per esclusione, ma si mira alle installazioni che si ritengono possano avere problemi – rileva –. E visto che la piscina olimpionica non ne ha mai avuti, il cerchio si restringe. Questo problema succede da anni e ogni volta si localizza nella zona delle due piscine, quella quadrata e quella per i bambini». Quali soluzioni, quindi, per sistemare una volta per tutti questa situazione? Tadè è chiaro: «Le installazioni sono datate, andrebbe pensata una sistemazione generale dell’impianto per mettere al sicuro la situazione».