Trasporti pubblici

Arcobaleno, quanto mi costerai? Ecco le spiegazioni

Dopo 7 anni tornano a salire i prezzi della Comunità tariffale: a partire dal 10 dicembre 2023 gli abbonamenti annuali aumenteranno di circa il 10%, mentre per i biglietti la crescita sarà dell’8-9% – Fra le cause, il potenziamento dell’offerta e i rincari energetici
© CdT/Chiara Zocchetti
Giona Carcano
06.06.2023 15:30

Per la prima volta dal 2016, i prezzi della Comunità tariffale Arcobaleno (CTA) aumenteranno. E il rincaro sarà importante: parliamo del 10% sugli abbonamenti annuali e dell’8-9% per i biglietti. Per quanto riguarda i titoli di trasporto mensili e settimanali, invece, il costo crescerà «solo» del 3%. Insomma, inutile girarci troppo attorno: da qualsiasi lato la si guardi, si tratta di una stangata. Una stangata in parte annunciata, visto che lo scorso mese di aprile Alliance Swiss Pass (l’associazione mantello del trasporto pubblico) aveva comunicato un aumento medio dell’intero servizio nazionale del 4,3%, ma che comunque si inserisce in un contesto già difficile per la popolazione, alle prese con aumenti dei prezzi un po’ ovunque fra energia, cassa malati, affitti e ipoteche.

La lista della spesa

Il nuovo tariffario entrerà in vigore con il cambio d’orario, previsto il 10 dicembre. Tanti i motivi che hanno spinto la CTA a riversare sui clienti parte dei costi. «Le tariffe che si applicano sul trasporto pubblico si dividono in due grandi categorie», commenta Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità. «Ci sono le tariffe nazionali e quelle cantonali, che in Ticino vengono erogate tramite Arcobaleno. Negli scorsi mesi, l’insieme delle imprese di trasporto pubblico aveva già annunciato degli aumenti». Aumenti, spiega Colombo, dovuti da un lato all’importante aumento dell’offerta negli ultimi anni, dall’altro ai rincari dei salari e dei costi dell’energia. Altri fattori che hanno inciso sul rialzo sono la riduzione dei fondi federali nel traffico regionale e l’aumento dello 0,4% dell’IVA a partire dal 2024. «Tutto ciò ha un impatto notevole sulle imprese di trasporto», sottolinea Colombo. «In Ticino si è venuta a creare una situazione particolare, perché abbiamo un livello tariffale inferiore alla media nazionale. Ma la legge federale prevede che, a parità di condizioni, lo stesso viaggio in due regioni differenti abbia un prezzo equivalente. Ecco perché Berna ha chiesto al Cantone di adeguare le tariffe portandole a livelli simili al resto della Svizzera».

C’è anche la manovra di rientro

In Ticino, il trasporto pubblico ha un costo di produzione (salari, mezzi, energia) di 340 milioni di franchi all’anno. La cifra è coperta per circa 100 milioni dall’utenza. Altri 100 milioni li versa la Confederazione e i restanti 140 milioni provengono da Cantone e Comuni. «È un sistema di vasi comunicanti», dice ancora Colombo. «Laddove gli utenti non pagano a sufficienza, qualcun altro deve metterci la differenza. E in Ticino, oggi, non possiamo permetterci di aumentare la spesa pubblica. Ecco perché gli aumenti tariffali saranno superiori alla media nazionale». In questo senso, Arcobaleno cita espressamente la manovra di rientro prevista per riequilibrare le finanze dello Stato, che non dovrà «incidere sulle prestazioni». Il rischio è che – se il costo dei titoli di trasporto venisse artificialmente tenuto a un livello troppo basso ma nel contempo le prestazioni venissero ridotte – l’utente non troverebbe un’offerta adeguata, e sarebbe costretto a prendere l’auto per gli spostamenti. «Le nuove tariffe sono state concordate con il Cantone e con le imprese di trasporto», rileva da parte sua Roberta Cattaneo, presidente della Commissione della gestione della CTA. «Non è mai bello annunciare un adeguamento, eppure l’aumento è dovuto». Un’operazione inevitabile, sì, anche perché – al netto dei rincari generalizzati – negli anni l’offerta del trasporto pubblico è cresciuta sensibilmente. E per sostenere l’aumento dei collegamenti e delle linee, si è proceduto a numerose assunzioni di personale. Ad ogni modo, secondo Cattaneo, in prospettiva il livello dei prezzi dovrebbe rimanere stabile. «Questo aumento comprende già l’adeguamento del Piano zone previsto nel 2025».

L’auto non è concorrenziale

La stangata è dunque servita. Un deterrente all’uso dei mezzi pubblici? «Non credo proprio», taglia corto Cattaneo. «Il trasporto pubblico è un servizio alla popolazione. E gli abbonamenti, nonostante l’aumento, rimangono molto concorrenziali, in particolare per chi li utilizza spesso». «Per chi si sposta regolarmente con i mezzi, il confronto con la vettura privata è e resterà impietoso», conclude invece Colombo.

Che cosa cambia

A partire dal 10 dicembre, un abbonamento annuale per due zone Arcobaleno in seconda classe passerà - per gli adulti - dagli attuali 666 franchi a 732. Per i giovani, invece, si va dagli attuali 371 ai 413 franchi. L’abbonamento completo (da sei zone) passerà invece da 1.890 a 2.062 franchi (adulti) e da 1.057 a 1.170 franchi (giovani). Infine, un viaggio di sola andata da Lugano a Bellinzona (cinque zone) in 2. classe senza agevolazioni costerà 13 franchi (oggi 11,80).

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