Basso ceresio

Arogno crede in se stessa: «Cerchiamo nuovi abitanti»

Dopo il no all’aggregazione con Rovio, Maroggia e Melano, il Comune pianifica il futuro – Il sindaco: «Non siamo ancora riusciti a dimostrare del tutto quanto siamo attrattivi come luogo in cui vivere»
Arogno vuol convincere più persone a mettere radici nel paese.
Giuliano Gasperi
23.03.2022 06:00

Fra meno di tre settimane le elezioni sanciranno la nascita di Valmara, e ad assistere alla contesa, in prima fila, ci saranno i vicini di casa di Arogno. Dopo aver detto no all’aggregazione con Maroggia, Melano e Rovio, il Comune all’ombra del Sighignola e del Generoso si è messo al lavoro per pianificare, da indipendente, i suoi prossimi anni. Il sindaco Emanuele Stauffer vuole concentrarsi proprio su questo, sul futuro di Arogno, mettendo nel cassetto un tema, la fusione, che ha tenuto banco per mesi e creato divisioni nella comunità locale.

Difficile, comunque, restare indifferenti davanti alle prime elezioni del nuovo dirimpettaio. Con quale spirito le osserva Stauffer? «Con simpatia e interesse, forse anche con un piccolo sospiro di sollievo. Non per le elezioni in sé, ma per quella che sarà l’agenda futura di Valmara. Nei prossimi anni, infatti, temo che la vita di Maroggia e Melano sarà fortemente condizionata dal dibattito sul potenziamento della A2 e dal gigantesco cantiere che ne conseguirà. Le menti del nuovo Comune saranno focalizzate soprattutto su questo argomento e Arogno, che è in cima alla valle e non è toccata direttamente dal progetto, aggregandosi avrebbe subito tutto ciò, vedendo altre opere necessarie finire inevitabilmente in secondo piano».

Fine, per il sindaco, del discorso sulla fusione e su Valmara. Del resto, anche senza modificare i confini comunali, ad Arogno, i progetti non mancano. E Stauffer ha buone sensazioni. «Dal piano finanziario, proiettato sui prossimi sei anni, vediamo che la capacità finanziaria del Comune è reale e consente di pensare ad opere di grande respiro, in grado di cambiare il volto del paese. A breve sottoporremo al Consiglio comunale richieste di credito per ben tre progetti, tutti importanti: dalla sistemazione di un grande comparto oggi in disuso in cui sorgeranno parcheggi, orti comunali e spazi verdi, al rifacimento di un lavatoio di un certo pregio o, ancora, alla realizzazione di un centro giovanile. E di altre opere importanti si discuterà in occasione delle sedute di giugno e di fine anno».

Territorio da «vendere»
Guardando oltre il breve e il medio termine, quale può essere una visione futura di Arogno? Stauffer ha un preciso desiderio. «Le dirò la verità: non riesco a capire come mai il nostro Comune, ad oggi, non sia riuscito a dimostrare compiutamente la sua reale attrattività. Non siamo alla ricerca dei soliti contribuenti facoltosi, ma molto più semplicemente di nuovi cittadini, di famiglie o di persone alla ricerca di un posto piacevole in cui eleggere domicilio. Sono di parte, è vero, ma vedo solo vantaggi ad abitare qui. Innanzitutto è un luogo immerso in un paesaggio fantastico. È lontano dal traffico, ma allo stesso tempo abbastanza vicino all’imbocco dell'autostrada e dunque a pochi minuti dai grandi centri del cantone. I servizi ci sono, il contesto sociale è vivace. Noi vogliamo che rimanga tale, che Arogno si affermi come un luogo ideale in cui risiedere. Per questo vogliamo rendere ancora migliori i servizi, le infrastrutture e l’accoglienza. Dobbiamo anche distinguerci dalle grandi collettività favorendo il contatto fra cittadini e autorità comunali, e tentando di coinvolgere tutti in questo processo di valorizzazione del territorio». A questo proposito, insieme alla Sezione Enti locali, sta per essere lanciato un progetto di democrazia partecipativa. «Con il coinvolgimento diretto della popolazione, definiremo la destinazione di uno spazio pubblico oggi un po’ trascurato» dice sempre Stauffer.

«Sarà un’esperienza che confermerà la vitalità del nostro paese e la sua capacità di innovare ed elaborare progetti concreti». Per attirare nuovi cittadini, si potrebbe seguire l’esempio di altri Comuni che hanno portato avanti politiche di «marketing territoriale», dando anche degli incentivi economici ai loro futuri abitanti. «Ci stiamo riflettendo» ammette il sindaco. «Credo che il marketing del territorio non vada ridotto a una questione di soldi, e penso che il moltiplicatore non sia così determinante come fattore di attrattività (Arogno tra l’altro, entrando in Valmara, avrebbe avuto un’aliquota più bassa di almeno dieci punti percentuali, ndr). È comunque un approccio che vogliamo approfondire».