Arte, prevenzione, rinascita: a Chiasso una Venere «ricucita» e Emozioni in Rosa

C’è un muro, in Corso San Gottardo 109, che sta cambiando voce. Non più semplice facciata, ma pagina aperta su cui una comunità prova a riscrivere il proprio rapporto con la fragilità. È qui che Andrea Ravo Mattoni sta dipingendo Nel silenzio della conchiglia, la forza della rinascita: una Venere che non nasce soltanto dalle acque, ma da una lotta. La conchiglia che la sostiene è incrinata e ricomposta con venature d’oro: kintsugi, l’arte giapponese che cura senza nascondere, che trasforma le fratture in luce. Intorno, uno spazio volutamente svuotato: non assenza, ma invito. È lo sguardo di chi passa a completare l’immagine, a portare presenza, vicinanza, umanità.
Questa terza edizione di Urban Art Chiasso (evento del Comune, Dicastero Sport e tempo libero, coordinamento di Francesca Cola Colombo con il sostegno di Artrust) è ispirata da IMperfect, l’associazione che usa l’arte per parlare di malattia e rinascita. La matrice è dichiarata e condivisa: una città che porta la cultura fuori dai musei e la affida alle sue pareti; un’associazione che fa dell’estetica una grammatica per dire ciò che spesso resta taciuto.
«La mission dell’associazione è di rompere quella paura che c’è di fronte alla malattia, di fronte ancora alla parola “cancro”, per creare e ricostruire una nuova narrazione in cui la bellezza e la cura di sé diventano centrali», spiega Giulia Ruggeri, fondatrice di IMperfect. «Proprio come nel kintsugi: di fronte a un vaso rotto, l’oro non serve a cancellare, ma a valorizzare le ferite». E ancora: «Con gli Imperfect Days vogliamo comunicare al pubblico attraverso gli artisti e il linguaggio teatrale, parlare di malattia. Alle nostre pazienti oncologiche proponiamo percorsi per ricomporre i pezzi di sé: corsi di kintsugi con la tecnica giapponese e corsi di scrittura come cura del sé, entrambi di 16 ore». Un lavoro «intenso, profondo, trasformativo», che «ha già dato bellissimi risultati».
Ravo Mattoni – varesino, classe 1981, cresciuto tra writing e Accademia di Brera, autore del progetto “recupero della classicità nel contemporaneo” – sceglie Botticelli non per citarlo, ma per piegare un’icona universale a un senso contemporaneo. La Venere è sola, i personaggi che la accompagnano nell’originale sono scomparsi: resta la figura, resta la prova del tempo sulla conchiglia, resta il coraggio di esporsi. Il muro, al centro della città, diventa manifesto di una bellezza vissuta.

Il 4 ottobre: atelier, sguardi, incontro con l’artista
Sabato 4 ottobre, lo svelamento della nuova opera scandirà una giornata dedicata al tema delle “ferite che diventano oro”. Dalle 15.00 alle 17.00, in Corso San Gottardo 109, l’atelier-esposizione Ferite che diventano oro accompagnerà il pubblico dentro la metafora del kintsugi. Alle 17.00, un momento di incontro con Andrea Ravo Mattoni davanti al murale chiuderà il percorso del giorno: la pittura, lo spazio, le storie.
Non è un caso che Chiasso abbia scelto questa linea. Già negli anni Trenta il disegno di Carlo Basilico sul muro del Cinema Teatro annunciava una vocazione a fare dei muri un racconto. Negli ultimi tre anni, con Urban Art Chiasso, le opere sono diventate sette: un paesaggio che si arricchisce e che, come ricorda spesso il Municipio, vuole scardinare lo stereotipo della città “grigia” per abbracciare un’immagine più vera, più aperta.
Il 9 ottobre: Emozioni in Rosa per IMperfect al Cinema Teatro
Il filo d’oro non si interrompe: giovedì 9 ottobre al Cinema Teatro di Chiasso (ore 20.30) andrà in scena “Emozioni in Rosa per IMperfect”, manifestazione promossa dal Soroptimist International Club Mendrisiotto in collaborazione con IMperfect, con il patrocinio del Comune di Chiasso e di Soroptimist International Unione Svizzera. La serata si aprirà con una meditazione gentile guidata da Susana Tavares, per poi lasciare spazio alla pièce Il talento della malattia – una storia di rinascita, un inno alla vita di Paola Albini e Natalia Piana (Academy Fondazione Franco Albini). Conduce Sara Bellini, giornalista e presentatrice di TeleTicino.
La presentazione ufficiale si è tenuta in Municipio alla presenza di Lilia Lombardi-Corsenca (presidente Soroptimist Mendrisiotto), dr. med. Jolanta Jozefowski (presidente Soroptimist Svizzera e ideatrice del progetto biennale Emozioni in Rosa 2025–2026), Giulia Ruggeri (IMperfect) e del sindaco Bruno Arrigoni. Al centro, l’obiettivo di una sensibilizzazione concreta: promuovere prevenzione e diagnosi precoce, sostenere percorsi di cura, raccogliere fondi per le realtà impegnate quotidianamente accanto alle donne.
Proprio la ginecologa Jolanta Jozefowski ha sottolineato il cuore medico e sociale dell’iniziativa: «La prevenzione resta lo strumento più efficace che abbiamo: lo screening e la diagnosi precoce salvano vite. Con Emozioni in Rosa vogliamo ricordarlo a tutte le donne, ma anche ai loro familiari e alla comunità intera. Il nostro obiettivo finale è garantire la mammografia gratuita in tutta la Svizzera: oggi è disponibile solo in 14 cantoni su 26. L’arte e la cultura possono diventare veicoli potenti per trasmettere questo messaggio».
L’intero ricavato della serata di Chiasso sarà devoluto agli enti promotori, a sostegno delle rispettive missioni. La prevendita è attiva su biglietteria.ch; è possibile sostenere l’iniziativa anche con una donazione libera tramite le coordinate del Soroptimist International Club Mendrisiotto (sul sito dell’associazione).
Un unico racconto: muri, voci, comunità
Murale e teatro non sono due capitoli separati: sono lo stesso racconto che attraversa la città. Il 4 ottobre il gesto pittorico mette in scena l’immagine di una rinascita; il 9 ottobre la voce del palco la fa risuonare nella carne viva delle testimonianze. L’arte – sulla parete o sotto i riflettori – diventa strumento di alfabetizzazione emotiva, di prevenzione, di cura di sé.
In fondo, lo dicono le stesse linee d’oro che suturano la conchiglia dipinta da Ravo Mattoni: la bellezza non coincide con l’assenza di ferite, ma con la loro trasformazione. È questo passaggio che Chiasso sceglie di abitare, facendo del proprio spazio pubblico una casa accogliente per chi guarda e per chi si racconta.
E se la Venere che nasce in Corso San Gottardo è un’immagine di forza, sono le parole di Giulia Ruggeri a restituire il cuore del progetto: «Le cicatrici non sono vergogna, ma tracce di vita. Solchi preziosi che trasformano le donne in esseri unici, potenti, perfetti nella loro imperfezione». In quelle parole e in quelle venature d’oro, la città si riconosce e invita a esserci. Sabato 4 ottobre davanti al muro. Giovedì 9 ottobre in platea. O, semplicemente, ogni volta che scegliamo di guardare una ferita come l’inizio di una storia nuova.