Assassinio di Viganello: i due sospettati alloggiavano alla pensione

«Non ci sono testimoni perché tutto è avvenuto nelle camere al secondo piano». A parlare è la gerente della pensione La Santa a Viganello, teatro ieri sera di grave fatto di sangue che ha scosso il quartiere luganese. Un 35.enne del Bellinzonese ha perso la vita al termine di un violento litigio con un 34.enne cittadino austriaco domiciliato nel Luganese e di un 43.enne cittadino svizzero domiciliato nel Mendrisiotto che sono ora in arresto. Le ipotesi di reato nei confronti dei due, che ieri sono stati fermati al secondo piano della Pensione dove ha avuto luogo il delitto, sono di assassinio, subordinatamente di omicidio intenzionale.
«La dinamica? Non la conosco nel dettaglio, anche perché ieri sera ho consegnato i filmati della videosorveglianza, che copre tutto il perimetro intorno al palazzo, alla polizia», continua la gerente che vuole restare anonima e si occupa della struttura dal 2013. Stando a nostre informazioni, anche i due uomini finiti in manette alloggiavano alla Pensione, che chiuderà il 15 gennaio poiché l’edificio verrà abbattuto. In passato, l’albergo ospitava richiedenti l’asilo; da circa dieci mesi però non collabora più con l’Ufficio della migrazione ma con l’assistenza. «Quando collaboravamo con l’Ufficio della migrazione - ci dice la nostra interlocutrice - cercavamo di destinare la struttura interamente ai richiedenti l’asilo per evitare di creare problemi».
In merito al fatto di sangue e alla situazione di quella parte del quartiere si è parlato di droga, dipendenze e disagio. Ma che tipo di persone alloggia alla Pensione La Santa di Viganello? «Assistenza non fa certo rima con problemi di droga, - ci tiene a precisare la gerente - i nostri ospiti sono persone che vengono alloggiate temporaneamente, come accade in molto altre pensioni del Ticino, perché hanno momentaneamente perso l’alloggio per motivi che noi non sappiamo. Li alloggiano per uno o due mesi qui in attesa di una nuova casa». Sembra che sia la vittima sia i due arrestati fossero stati presi a carico dal servizio per le dipendenze Ingrado, non si sa se per problemi di alcol o di droga.
Come ci hanno confermato alcuni vicini, spesso si sentono litigi e grida provenire dall’albergo. «Come in tutti gli esercizi pubblici, le forze dell’ordine sono state chiamate parecchie volte negli anni. - spiega la gerente - Nessuno nega che i nostri ospiti a volte possano creare dei problemi, anche tra di loro. Se per garantire la sicurezza è stato necessario chiamare le forze dell’ordine lo abbiamo fatto. E le persone che creavano problematiche sono state allontanate», conclude.
Gli accertamenti sulle cause della morte nonché sulla dinamica dei fatti proseguono ed è già stata disposta l’autopsia. L’inchiesta è coordinata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni.