Aumenta il legno raccolto per produrre energia

La raccolta di legname svizzero è aumentata del 4% nel 2022, per un totale di 5.2 milioni di metri cubi. Il dato, emerso dalle statistiche forestali dell’Ufficio Federale di statistica (UST) e dalla rete di aziende forestali dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), si iscrive in una tendenza di incremento che dura dal 2018. Il 67% del legno svizzero raccolto viene da conifere, ad esempio abeti e pini, e il resto da latifoglie, come aceri e querce.
Più precisamente, sono stati raccolti 2.1 milioni metri cubi destinati alla produzione di energia, ovvero il 7% in più rispetto al 2021. Un volume simile non era mai stato raggiunto prima d’ora. La spiegazione di tale incremento risiede nell’aumento del numero di impianti a combustione alimentati a legna, dovuto all’incertezza dell’approvvigionamento energetico e all’aumento dei prezzi dell’energia.
Questo tipo di legname costituisce circa il 41% del totale dei metri cubi prelevati, corrispondendo così al secondo assortimento più importante dopo il legname in tronchi. La percentuale è quasi raddoppiata in due decenni.
Sul territorio ticinese
La situazione in Ticino è molto simile a quanto descritto dalle cifre fornite dall’UST e dall’UFAM. «Nel nostro cantone c’è stata una progressione nel 2022, che però continua da tempo. Infatti, in otto anni, siamo passati dal raccogliere 83 mila metri cubi a 103 mila», afferma Danilo Piccioli, direttore di Federlegno. Quest’ultima è la federazione che raggruppa le associazioni di categoria della Svizzera Italiana legate al tema del bosco e del legno. «Inoltre, anche in Ticino è stato riscontrato – rispetto al 2021 – un aumento del 5% della raccolta di legname per la produzione di energia». La crescente domanda legata alla crisi energetica e i conseguenti rincari hanno contribuito a questo incremento – del resto come in tutta la Svizzera – ma è da considerare anche una particolarità dei boschi ticinesi. «Al contrario del resto del Paese, le nostre zone boschive sono composte soprattutto da latifoglie, che si prestano bene alla generazione di energia», spiega Piccioli. In Ticino è dunque da anni che il legname tagliato è prevalentemente destinato alla produzione energetica. Già nel 2015 la quota di questo materiale aveva raggiunto il 75% del totale, per poi crescere fino all’81% nel 2022. «È assolutamente vero che la domanda è esplosa a seguito dei rincari dell’energia. Però, se si verifica un aumento del prelevamento di legname in generale, è normale che una grande proporzione sia legata al legname per produrre energia», puntualizza il direttore di Federlegno.
Un altro fattore che può aver contribuito alla crescita della raccolta di legna ticinese e svizzera è la sensibilità marcata nei confronti dell’origine del materiale. «Da qualche anno, i committenti si interessano molto alla provenienza del legno che verrà utilizzato per la costruzione dei loro mobili o delle loro case. Preferiscono sempre più qualcosa di svizzero. Esiste dunque una spinta dal basso che incoraggia le imprese a ricorrere ai boschi nostrani», precisa Piccioli.
Potenziale di crescita
Nonostante il cospicuo incremento negli anni, il volume di legna raccolto potrebbe ancora progredire. Tuttavia, sarebbe sostenibile? «In Ticino potremmo arrivare anche a 130 o 150 mila metri cubi. Naturalmente, sempre rispettando il potenziale di ricrescita annua, come disciplina la legge. Ma questo potenziale, nel nostro cantone, è molto elevato», dichiara Danilo Piccioli. C’è comunque un aspetto importante da tenere presente. «È chiaro che ogni bosco ha la sua funzione, e in Ticino la maggioranza ha un ruolo di protezione dei versanti delle valli. In queste situazioni, bisogna fare attenzione ad aumentare la raccolta di legna per non mettere a repentaglio la sicurezza».