Domande e risposte

Aumentano i casi di COVID-19, ecco com'è la situazione in Ticino

A settembre sono cresciute le visite ambulatoriali per infezioni respiratorie acute – Oltre il 40% di queste patologie è causato dalla variante «Eris» – Raccomandato l'utilizzo della mascherina soprattutto alle persone più vulnerabili
© CdT/Chiara Zocchetti
Dario Campione
19.09.2023 18:45

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) hanno adottato nei giorni scorsi le raccomandazioni di vaccinazione per l’autunno e l’inverno prossimi. «Il Coronavirus continua a circolare e le persone particolarmente a rischio possono ammalarsi gravemente», si legge nel testo diffuso assieme alle stesse raccomandazioni. Ma qual è la situazione in Ticino? E quali le prescrizioni e le indicazioni? Le risposte dell’autorità cantonale.

Qual è la situazione attuale, in Ticino, relativamente all’epidemia di COVID?

«Il monitoraggio della situazione epidemiologica avviene sulla base delle analisi delle acque reflue, delle visite mediche ambulatoriali e dei ricoveri. Dalla fine di agosto 2023 si è registrato un aumento della carica virale nelle acque reflue del Canton Ticino e, parallelamente, dall’inizio di settembre 2023 sono aumentate le visite ambulatoriali per infezioni respiratorie acute. In Svizzera si è registrato un aumento dei ricoveri COVID-19 confermati in laboratorio da luglio 2023, mentre in Ticino i ricoveri di COVID19 confermati in laboratorio sono aumentati a inizio settembre e attualmente mostrano nuovamente una tendenza alla diminuzione. Tuttavia, dai dati non è possibile concludere se un’infezione da COVID abbia portato al ricovero o se si sia trattato di un decorso asintomatico con un’altra indicazione al ricovero».

C’è, come altrove, una recrudescenza (o una ripresa) dei contagi?

«Come detto, si può confermare che il virus COVID-19 continua a circolare nella popolazione. I dati di sorveglianza in Ticino, in Svizzera e in altri Paesi europei limitrofi mostrano un aumento dei casi di COVID-19 all’inizio di settembre 2023, attualmente in diminuzione. Oltre il 40% delle infezioni è causato dalla variante Omicron EG.5 (ribattezzata “Eris”). La variante Omicron BA.2.86 (“Pirola”) è stata finora rilevata soltanto nelle acque reflue in Svizzera. Queste varianti Omicron sono molto contagiose, ma causano un decorso lieve o asintomatico della malattia».

È partita la nuova campagna di vaccinazione per la COVID?

«L’immunità della popolazione contro la COVID-19 è elevata grazie alla copertura vaccinale e alle infezioni pregresse. Inoltre, sono attualmente in circolazione sottovarianti di Omicron molto facilmente trasmissibili, ma che causano un decorso più lieve della malattia. Anche se attualmente non è ancora emersa una prevalenza stagionale della COVID-19, si presume che nelle stagioni più fredde, quando le persone tendono a rimanere al chiuso, la trasmissione dei virus sia più frequente, analogamente a quanto avviene per altri virus respiratori. Le raccomandazioni dell’UFSP sono valide dal 2 ottobre 2023, ma si raccomanda di vaccinare tra metà ottobre e dicembre. I medici e i farmacisti attivi sul territorio cantonale sono già stati informati in merito. La scelta del periodo in cui vaccinare ha due obiettivi principali: 1) protezione vaccinale ottimale per la popolazione particolarmente vulnerabile nei mesi invernali; 2) combinazione con la vaccinazione contro l’influenza stagionale. Con questo approccio si spera di raggiungere il maggior numero possibile di persone con l’indicazione alla vaccinazione contro COVID-19 e l’influenza stagionale sfruttando sinergie strutturali, in quanto i due vaccini possono essere somministrati nello stesso momento».

Quindi è partita anche la vaccinazione influenzale.

«Il periodo in cui è raccomandata la vaccinazione contro l’influenza stagionale va da metà ottobre a dicembre. L’inizio della stagione influenzale in Svizzera è intorno a metà dicembre e di solito dura fino a metà marzo. La vaccinazione a partire da ottobre consente al sistema immunitario di sviluppare una protezione sufficiente e alla persona vaccinata di avere anticorpi sufficienti fino a marzo».

Chi deve vaccinarsi? E quando?

L’UFSP raccomanda la vaccinazione contro la COVID-19 a tutte le persone con più di 65 anni e a tutte le persone con più di 16 anni che presentano una malattia preesistente. Per i ragazzi sotto i 16 anni con condizioni di salute particolari (grave immunodepressione) ci sono raccomandazioni specifiche. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, queste persone hanno un rischio maggiore di sviluppare un decorso grave in caso di nuova infezione da COVID-19. Questo gruppo comprende anche persone affette da Trisomia 21 e donne incinte con una patologia preesistente. La vaccinazione deve essere somministrata non prima di 6 mesi da una precedente infezione o vaccinazione. Si raccomanda una singola dose di vaccino, indipendentemente dal numero di dosi già ricevute. Non sono state formulate raccomandazioni di vaccinazione per il resto della popolazione. È invece molto importante sottolineare che la raccomandazione di vaccinazione contro l’influenza stagionale è più ampia. Il vaccino è raccomandato alle donne in gravidanza e ai neonati prematuri fino a due anni di età, ai parenti stretti di persone vulnerabili e agli operatori sanitari. Le raccomandazioni sono valide a partire del 2 ottobre 2023 ma si consiglia di vaccinare tra metà ottobre e dicembre».

Quali sono i vaccini utilizzati?

«Si raccomanda preferibilmente un vaccino a mRNA o a base proteica adattato per la variante Omicron XBB 1.5».

Rispetto alle nuove varianti COVID, sono stati creati nuovi vaccini?

«Per l’autunno 2023 dovrebbero essere disponibili vaccini monovalenti adattati per la variante XBB.1.5 attualmente in fase di valutazione da parte di Swissmedic. Si tratta di due a vaccini a mRNA (uno Pfizer e uno Moderna) e di un vaccino a base proteica (Novavax)».

È consigliabile tornare a utilizzare mascherine o altri sistemi di protezione?

«Si tratta di scelte personali, ma in caso di persone vulnerabili, che per via di malattie gravi o farmacoterapia in corso non sviluppano una protezione sufficiente malgrado l’avvenuta vaccinazione, una protezione con una mascherina chirurgica è una misura utile, soprattutto in luoghi affollati e chiusi. Inoltre, hanno la loro importanza anche le misure d’igiene standard, come ad esempio la disinfezione delle mani».

Il Cantone pensa di fare una campagna in tal senso?

«Appena si avranno ulteriori informazioni da Berna si provvederà a dare tutte le informazioni alla popolazione. Le vaccinazioni saranno possibili unicamente presso i medici e le farmacie che si metteranno a disposizione per offrire la vaccinazione alla popolazione a rischio».

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