Finanze

Aziende che partono: Bioggio deve rifare i conti

Moltiplicatore, servizi, nuovo asilo: nel Comune malcantonese il dibattito sale d’intensità
Il cuore economico.  ©CDT/Zocchetti
Giuliano Gasperi
27.10.2020 19:30

Bioggio comincia a preoccuparsi. L’annunciata partenza della TE Connectivity è un’altra tegola finanziaria dopo l’addio della Kerr lo scorso luglio e soprattutto del gruppo Kering nel maggio del 2019, dopo il quale il Comune aveva deciso di abbassare il moltiplicatore dal 59% al 57%. Il coronavirus non migliora certo i conti e poi ci sono gli investimenti già programmati, come la costruzione del nuovo asilo che costerà 9 milioni. Il Consiglio comunale ne parlerà nella sua prossima seduta e sarà inevitabile allargare il discorso alla situazione generale che sta vivendo Bioggio. Un discorso che abbiamo voluto anticipare insieme a quattro membri del Legislativo.

«Più intraprendenza»
Per Pietro Poretti (PPD) la partenza della TE «è l’ennesima pessima notizia», ma a metterlo più in apprensione è «la passività del Municipio». «Da due anni il nostro gruppo chiede in modo insistente più attenzione alle finanze e una maggior intraprendenza nel rendere il Comune attrattivo per le aziende, ad esempio potenziando i servizi finanziari con una ‘cellula’ di promovimento economico». In pratica, uno sportello per le aziende. «Inoltre abbiamo proposto di creare una struttura d’accoglienza per i bambini in età preasilo, che aiuterebbe i giovani residenti e sarebbe una bella carta da visita sia per le giovani coppie, sia per le aziende». «Ma invece di chinarsi sulla proposta in modo costruttivo - incalza Poretti - chi tiene le redini del Comune spinge sull’acceleratore per demolire l’attuale scuola dell’infanzia e sostituirla con una nuova, nascondendosi dietro a un laconico ‘troppo tardi’. Non è che non si vuole spendere, ma spendiamo in modo oculato e soprattutto sulla base di una visione, che oggi manca». Una visione che a detta del popolare democratico deve andare oltre il moltiplicatore, «il cui ritocco non intaccherebbe la posizione di Bioggio tra i Comuni fiscalmente più vantaggiosi».

«Niente panico»
Francesco Gandolla (PLR) crede che «Bioggio debba rimanere attrattiva, anche se evitare l’aumento dell’aliquota non basterebbe per scongiurare l’eventuale partenza di altre aziende». Contano anche e soprattutto altri fattori. Il mercato, il costo del lavoro. «Noi dobbiamo tenere i nervi saldi e non dare segnali di panico alle industrie, quindi sul breve termine non sarei favorevole a un aumento del moltiplicatore». In quel caso potrebbe esser necessario agire sulle spese. «Abbiamo cercato di fare una revisione delle uscite, ma gran parte di esse dipende dal Cantone. Abbiamo poco margine di manovra. C’è l’investimento per l’asilo, che però serve. E rinviarlo di un anno non cambierebbe nulla. Anche qui: non bisogna farsi prendere dal panico, ricordando che abbiamo un capitale proprio importante» (14,8 milioni).

«Le vacche sono magre»
Va bene avere laute riserve e costruire il nuovo asilo, ma secondo Waldo Lucchini (PS) «il Comune dovrebbe aggiornare il suo piano finanziario valutando bene le reali possibilità d’investimento e stabilendo delle priorità. Una cosa deve esser chiara: il periodo della vacche grasse per noi è finito». Il Consuntivo 2019 ha chiuso con un disavanzo di 798 mila franchi contro il -894 mila preventivato. «Ora la situazione è peggiore. Anche perché le ditte che vanno via hanno molti frontalieri e questi, con il versamento delle imposte alla fonte, risultano essere un contribuente importante. Si parla di oltre 3 milioni all’anno. E pensare di trattenere le ditte solo evitando di alzare il moltiplicatore è un errore. Se ne vanno comunque, mentre quelle arrivate da poco non sappiamo cosa porteranno».

«Qualche opera da rinviare»
Secondo Brunello Pescia (Lega-UDC-LeT) un obiettivo innegabile è quello di «rimanere attrattivi, sia per le famiglie sia per le ditte». E un modo è quello di avere un moltiplicatore «il più attrattivo possibile: è una delle ultime cose da toccare». Dove risparmiare, quindi? «Premettendo che abbiamo delle buone riserve, è difficile esprimersi adesso. Probabilmente alcune opere previste verranno posticipate, mentre si cercherà di portare a termine quelle già avviate. L’investimento per l’asilo potremmo anche rinviarlo di qualche mese, a quando la situazione si sarà stabilizzata. Sarà comunque il prossimo consuntivo - conclude Pescia - a darci le indicazioni sulla migliore strategia da adottare». Con quanta forza bisognerà schiacciare il freno?