Sotto la lente

Banconote fuori corso in aiuto dell'Alta Vallemaggia

La Banca nazionale versa a Fondssuisse 180 milioni quale parte del rimborso del denaro stampato dal 1974, ma non più riconsegnato - Serviranno per sostenere enti pubblici e privati cittadini danneggiati dall’alluvione della scorsa estate
© CdT/Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
07.05.2025 06:00

Lo scienziato naturalista Auguste Forel, l’architetto Francesco Borromini ed il matematico Leonardo Eulero. Qualcuno di voi ricorderà il ritratto di questi celebri personaggi stampato sulle banconote, rispettivamente, da 1.000, 100 e 10 franchi. Banconote che appartengono alla sesta serie stampata dalla zecca nazionale a partire dal 1976 e che da tempo sono fuori corso: precisamente dal 2000. All’incirca 17,2 milioni di queste banconote non sono ancora state restituite agli istituti di credito per essere sostituite con quelle valide (attualmente è in circolazione la nona serie). Una parte è di sicuro custodita da collezionisti, un’altra potrebbe trovarsi all’estero come souvenir di un viaggio in Svizzera. Altre banconote potrebbero essere state perse, distrutte o danneggiate. Secondo una stima il valore di tutta questa carta moneta si aggira attorno al miliardo di franchi.

Una cifra considerevole, che la Banca nazionale svizzera (BNS) ha rimborsato lo scorso 1. maggio, a 25 anni di distanza dalla «data di scadenza» delle banconote della sesta serie. E chi sono i beneficiari di questo rimborso? Lo stabilisce la «Legge federale sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento»: una parte, corrispondente a circa 100 milioni di franchi, resta alla BNS, mentre quella più consistente ammontante a oltre 700 milioni finirà nelle casse di Confederazione e Cantoni. La quota parte che spetta al Ticino ammonta a 19 milioni di franchi. Ma non è tutto.

Rimborso dei danni non assicurabili

Una buona parte del rimborso delle monete fuori corso da un quarto di secolo, come riportato dalla Neue Zürcher Zeitung nell’edizione di venerdì scorso, andrà infatti impiegata per finanziare il ripristino dei danni causati dal maltempo della scorsa estate. Si tratta, su per giù, di 180 milioni di franchi. Oltre al Vallese e al Canton Vaud ne beneficeranno la Mesolcina e l’Alta Vallemaggia. E questo grazie a Fondssuisse, fondazione che fornisce contributi per coprire i costi dei danni causati da eventi naturali imprevedibili per i quali oggi non è possibile stipulare un’assicurazione. Fondssuisse finanzia il ripristino dei danni di privati e enti locali che non possono essere coperti né da prestazioni assicurative né da fondi pubblici. Oltre al supporto di Fondssuisse, l’organizzazione Alpinfra - che sostiene i Comuni di montagna - mette a disposizione risorse finanziarie per progetti a lungo termine, allo scopo di ripristinare e migliorare in modo sostenibile le infrastrutture pubbliche danneggiate.

Liquidità fornita fin dall'inizio

«Fin da subito siamo stati presenti in Alta Vallemaggia e già dopo poche settimane dalla devastante alluvione che ha colpito Lavizzara e Bavona abbiamo versato i primi importi a chi ne aveva fatto richiesto. C’era bisogno di liquidità e l’abbiamo fornita», rammenta Raffaele Sartori, responsabile di Alpinfra per il Ticino ed il Grigioni italiano e che eccezionalmente, vista l’ampiezza dei danni causati dall’alluvione dello scorso mese di giugno in Mesolcina ed Alta Vallemaggia, assicura anche il coordinamento dell’attività di Fondssuisse al sud delle Alpi. Fondazione i cui mezzi provengono, appunto, da devoluzioni della BNS, come nel caso del rimborso delle banconote fuori corso. Grazie ai 180 milioni che confluiranno nelle casse di Fondssuisse si potranno dunque finanziare ulteriori interventi di ripristino dei danni del maltempo.

La Catena della solidarietà ha già esaudito 33 richieste

Per sostenere chi ha subito danni dall’alluvione del giugno 2024, oltre a Fondssuisse e Alpinfra è scesa immediatamente in campo anche la Catena della solidarietà. Per coordinare le richieste di aiuto provenienti dall’Alta Vallemaggia e potenzialmente finanziabili con i fondi raccolti dalla Catena della solidarietà, il Consiglio di Stato ha istituito una Commissione indipendente. «Finora abbiamo soddisfatto 33 richieste per un ammontare complessivo di 700.000 franchi», precisa al CdT Arnoldo Coduri, presidente della Commissione indipendente, rilevando come in alcuni casi la Catena della solidarietà abbia elargito una somma maggiore di quella richiesta. «Nella prossima riunione che terremo a fine mese inoltreremo un’altra decina di richieste di aiuto», aggiunge Coduri invitando chi avesse bisogno di un sostegno finanziario e non l’avesse ancora fatto ad annunciarsi. Per facilitare il compito di riempire i formulari necessari per l’inoltro della richieste di finanziamento a disposizione vi è Lorenzo Sonognini, esperto di sviluppo regionale. Lo si può contattare scrivendo a [email protected] oppure telefonando allo 078/751.31.68.