Coronavirus

Bar e ristoranti ripartono sotto la pioggia

Da Chiasso a Airolo circa l’80% delle attività riapre le porte alla clientela questa settimana, ma le incognite restano molte - Almeno un paio di settimane per trarre il primo bilancio - LE FOTO
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
11.05.2020 17:51

Di traverso ci si è messa anche la sfortuna. Dopo due mesi di chiusura forzata, il primo giorno di apertura per i bar e i ristoranti ticinesi è stato infatti caratterizzato da una giornata uggiosa che certo non ha invogliato la gente a uscire e di riflesso non ha aiutato gli affari degli esercenti. Malgrado ciò, nelle varie regioni del nostro cantone sono diversi i bar e i ristoranti che hanno deciso di aprire le porte ai clienti, o perlomeno hanno intenzione di farlo in questi giorni.

Sul Ceresio
Come ci conferma il vice-presidente di GastroLugano Fabio De Robbio, «in centro città quasi tutti hanno deciso di aprire, o lo faranno in questi giorni. Ma la situazione può cambiare di località in località. Al momento non abbiamo ancora dati a disposizione, ma potremmo dire che circa l’80% delle attività ha deciso di aprire». Complice anche la pioggia, i clienti lunedì ci conferma De Robbio «non sono stati moltissimi». Tuttavia, sottolinea, «bisognerà attendere almeno una o due settimane prima di poter trarre un primo bilancio e capire quale tipo di clientela deciderà di uscire o meno. Il primo vero banco di prova sarà questo fine settimana». Ad ogni modo, sottolinea infine De Robbio, «vista la difficile situazione occorrerà diverso tempo prima di tornare a una certa normalità. E nel frattempo, visto l’aumento dei costi e la flessione degli affari, sarà necessario intervenire con degli aiuti in qualche modo. Una questione fondamentale riguarderà gli affitti. Non si lavora più come prima, e quindi anche le pigioni devono scendere. E non sarebbe giusto che delle attività presenti sul territorio da tanti anni debbano fallire o che a rimetterci siano i dipendenti».

Sul Maggiore
Passando dalle rive del Ceresio a quelle del Maggiore, anche il presidente di GastroLago Maggiore e Valli Nunzio Longhitano ci spiega che circa l’80% dei bar e ristoranti della regione ha deciso di ripartire in questi giorni. Ovviamente, evidenzia Longhitano, «la prima giornata è stata un po’ blanda, ma qualche cliente è arrivato. Inoltre avevamo già preventivato che le prime due settimane sarebbero state complicate, anche perché alle gente serve tempo per abituarsi e, vedendo che rispettiamo tutte le regole, trovare la fiducia per uscire nuovamente». Riguardo alla clientela, Longhitano rimarca che «tutti hanno capito la situazione e rispettato le regole. Non è stato necessario spiegarle ai clienti». Tra chi invece ha deciso di attendere ancora qualche giorno prima di riaprire, spiega il nostro interlocutore, «ci sono soprattutto le piccole attività che per questioni di spazio fanno più fatica». Senza dimenticare, conclude Longhitano, che «oltre ad esserci meno gente, allo stesso tempo i costi sono aumentati per tutti, e per fortuna al momento c’è ancora la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto».

Nella capitale
Anche spostandoci un po’ più a nord, la situazione non cambia di molto. Il presidente di GastroBellinzona Alto Ticino Luca Merlo ci conferma che circa l’80% delle attività ha intenzione di aprire questa settimana, o lo ha già fatto oggi. Anche qui, però, le incognite sono molte: «Le prime due settimane abbiamo calcolato che non ci sarà una grandissima affluenza. Poi, si spera che dalla terza settimana la gente prenda un po’ di coraggio e torni a trovarci. Questo periodo sarà fondamentale per gli esercenti per capire come, quando e se vale la pena riaprire. Nel frattempo si spera di riuscire a coprire almeno le spese, che sono pure aumentate».

Al sud
Il presidente di GastroMendrisiotto Flavio Quadranti, dal canto suo spiega che servirà tempo per capire come la gente reagirà a questa riapertura. Il volume di lavoro aumenterà in maniera graduale. Sentendo alcuni colleghi della regione, posso dire che oggi la situazione è altalenante. Alcuni hanno avuto pochi clienti, altri più di del previsto. Qualcosina, in generale, si muove». Secondo Quadranti, visto l’aumento dei costi, «ci sono molti aspetti da valutare e il business della ristorazione dovrà essere ripensato». «Nel frattempo - conclude - noi cerchiamo di fare il nostro meglio per far sentire sicuro il cliente e invogliarlo così a tornare da noi».

In questo articolo: