«Bellinzona adesso deve pedalare»

Copenaghen. Utrecht. Monaco di Baviera. Zurigo. Winterthur. L'Associazione traffico e ambiente della Svizzera italiana vorrebbe che Bellinzona si ispirasse a queste realtà virtuose per fare il salto di qualità nella mobilità ciclabile. Soprattutto nei Paesi nordici, il mezzo di trasporto numero 1 è la bici, a cui sono dedicate delle vere e proprie strade. Mentre secondo il presidente di ATA e consigliere nazionale Bruno Storni la capitale ticinese, oggi, si merita un 3 in pagella, e questo nonostante gli sforzi sin qui compiuti. Certo, Lugano fa peggio. Ma guardando Oltralpe anche per la Turrita il divario è netto. Occorre spicciarsi, quindi, e fare molto di più: vere e proprie «ciclovie express» esclusivamente dedicate alle bici, superamento delle grandi arterie tramite piccole passerelle o sottopassaggi, adeguamento della larghezza delle piste e degli spazi dedicati sui grandi ponti stradali, riduzione dei limiti di velocità a 30 km/h negli abitati, ulteriore e migliore segnaletica. A favore tanto dello svago quanto degli spostamenti pendolari che abitualmente si compiono in auto, è una rivoluzione quella che l'associazione suggerisce al Comune per i prossimi 15-20 anni. Tutte le misure sono state pensate insieme agli esperti del ramo, condivise col Municipio e quindi racchiuse in un quaderno presentato oggi in città. Si intitola «Bellinzona per le biciclette», conta 40 dettagliate pagine, intende costituire un Masterplan per il settore e rivendica un deciso cambiamento di paradigma. «Il tempo è galantuomo ma ora dobbiamo accelerare», ha affermato Storni invitando la Commissione regionale dei trasporti a darsi da fare nell'ambito dei Piani d'agglomerato, d'intesa col Cantone, così da salvaguardare le ingenti risorse messe sul piatto dalla Confederazione. Spesso, ha commentato, in Ticino di milioni ne arrivano pochi perché non si fanno i compiti sino in fondo.
Arriva il semisvincolo, e anche il clima chiama
Lo spunto per questa rivoluzione su due ruote è dato da più fattori: l'arrivo tra tre anni del semisvincolo autostradale e del traffico che secondo ATA genererà verso il centro, il boom delle bici elettriche, l'urgenza climatica. A tutto ciò si aggiunge la situazione odierna della mobilità ciclabile cittadina con percorsi che si interrompono, la pavimentazione talvolta precaria, la segnaletica insufficiente o addirittura inesistente (la prima passerella ciclopedonale del Distretto, tra Claro e Gnosca, risale al 1997 e non ha ancora un cartello). Di fronte a questo punto di partenza, le misure concrete per la creazione di una rete ciclabile capillare, sicura e comoda sono numerose e ambiziose: a presentarle il membro del comitato ATA Antonio Mottini e l'ingegnere pianificatore della mobilità Marco Sailer. L'idea più forte, perché molto estesa sul territorio, è forse quella per la realizzazione delle «ciclovie express» che consentano di mettersi in collegamento in tempi rapidi con Locarnese, Riviera e Mesolcina. Qui si tratta proprio di costruire nuove «strade» destinate alle bici, così da collegare i percorsi esistenti laddove si interrompono. Un esempio - che per ATA costituisce anche una delle misure prioritarie - è il percorso che seguirebbe il fiume tra viale Giuseppe Motta (zona Arsenale) e il ponte Molinazzo-Gorduno, due punti raggiungibili solo immettendosi sulle pur ottime ciclopiste di via Pizzo di Claro. Altro esempio concreto e prioritario: il collegamento tra via Ghiringhelli e la Scuola d'arti e mestieri (e di conseguenza la zona fluviale ed il Campus formativo della Torretta). Come? Attraverso una passerella esclusivamente ciclabile lungo il riale Dragonato, come quella pedonale già esistente nei pressi dell'Istituto assicurazioni sociali.
Precedenza a bici e pedoni, limite di 20 km/h
La proposta che forse potrebbe risultare più «shock» è l'inserimento di una cosiddetta Zona d'incontro (come quella prevista in piazza Governo) che faccia da cuscinetto tra via Pellandini, viale Guisan e viale Portone. Siamo all'altezza dell'Hotel Unione, per intenderci. Proprio lì, ATA vorrebbe il limite di circolazione a 20 km/h, con precedenza a pedoni e bici: se volete farvi un'idea, è quello che accade oggi davanti alla stazione cittadina. Si tratta di scoraggiare il traffico motorizzato allontanandolo dal centro, è stato spiegato.
Finanziamento, ostacoli, premesse positive
Il costo dell'intero pacchetto di interventi suggeriti? Secondo ATA con 1-2 milioni all'anno ce la si può fare. «Siamo coscienti che varie proposte richiedono non solo impegni finanziari di una certa rilevanza ma anche costanza e cura nella preparazione e nella programmazione delle opere, dalla pianificazione nel Piano regolatore, agli accordi con i privati, con gli enti coinvolti e con la popolazione», riconoscono i promotori. Secondo i quali tuttavia le premesse positive non mancano. Ci sono una geografia pianeggiante ed un meteo spesso favorevole; c'è la sensibilità dimostrata dal Comune verso le proposte di ATA; c'è la voglia di bici dei bellinzonesi che si vedono sempre più spesso in sella; c'è la generale riscoperta della natura seguita alla pandemia. Tutti punti a favore di uno sviluppo della mobilità ciclabile così come la sogna l'Associazione traffico e ambiente.
