Beni culturali di Lugano: sì alla «variantona» bis, con possibile ampliamento

Lugano avrà presto trentuno oggetti tutelati quali beni culturali in più, Consiglio comunale permettendo. E in futuro altri ancora potrebbero aggiungersene, se l’emendamento proposta dalla Commissione della pianificazione verrà accolto dal Legislativo nella seduta del prossimo 1. luglio. Pianificazione che chiede al Municipio, con procedura separata ed entro un anno, di proporre la tutela di ulteriori sei edifici esclusi da questa tornata, per quella che sarebbe un’ipotetica Variante beni culturali 3.
Il prosieguo di un lungo iter
Quella al voto fra poco più di una settimana è infatti la cosiddetta Variante beni culturali 2, che rappresenta il prosieguo di un iter complesso iniziato nel 2010. Variante 2 che trova le sue basi in sei oggetti della Variante 1 cassati in tribunale, 26 oggetti segnalati dal Dipartimento del territorio e 21 oggetti indicati nell’ISOS, l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere. Essi sono stati analizzati uno a uno sulla base di criteri che ne definiscono le caratteristiche e qualità intrinseche, segnatamente l’importanza architettonica e artistica, l’importanza scientifica, l’importanza ideale e materiale, l’importanza tecnica, l’importanza storica, l’importanza paesaggistica e urbanistica e lo stato di conservazione. A ognuno è poi stata assegnata una nota, in seguito ponderata in base al loro inserimento nel contesto. Ne sono emerse trentuno richieste di tutela, condivise dalla Commissione della pianificazione, la quale ha poi esaminato uno a uno anche gli edifici che il Municipio ha deciso di non tutelare. Giungendo alla conclusione che per alcuni di essi una tutela potrebbe tutto sommato entrare in linea di conto.
Sei situazioni da rivalutare
La Commissione invita pertanto il Municipio a «licenziare un nuovo messaggio relativo a questi beni entro il termine di dodici mesi dalla decisione del Consiglio Comunale in merito al presente messaggio. Questo con l’obiettivo di rafforzare, nei casi giustificati, la tutela dei beni e al contempo seguire un iter pianificatorio idoneo, nel rispetto anche dei singoli proprietari che potranno pronunciarsi sulle nuove proposte, ciò che rappresenta un vantaggio anche dal profilo di un eventuale iter giudiziario futuro». la richiesta riguarda in particolare sei edifici: una «villa eclettica con giardino» in Corso Elvezia, un’altra in via Somaini, una palazzina residenziale di inizio Novecento su via Balestra, una casetta residenziale a Cassarate, un edificio residenziale dell’architetto Sergio Pagnamenta nei pressi della stazione e casa Solatia in via Motta, dell’architetto Rino Tami.