Lugano

Riecco la «variantona» per tutelare i beni culturali

Pubblicata la nuova versione della lista delle costruzioni di Lugano degne di protezione - La prima conteneva 34 elementi, mentre ora sono 31
Il tempietto dedicato a George Washington. © CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
23.03.2024 06:00

L’obiettivo non è cambiato: salvare da qualsivoglia idea di demolizione o trasformazione delle costruzioni ritenute d’interesse culturale per Lugano. Un anno fa erano trentaquattro, ora trentuno. La nuova versione della lista, che tecnicamente è una variante di Piano regolatore, è pronta per essere discussa dal Consiglio comunale. Quella appena aggiornata è comunque la seconda lista di questo tipo. La prima, approvata nel 2017, aveva portato alla tutela di novantasette elementi ritenuti degni d’interesse.

Quali dentro, quali fuori

Ecco la serie aggiornata degli elementi in discussione: il cimitero di Castagnola e due edifici abitativi con negozi in viale Castagnola 23 e via delle Scuole 2; la Sala Goya al pian terreno del Grand Hotel Villa Castagnola; un palazzo in via Trevano 17, Villa Sassa, la casa parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore in via Maderno 20, un edificio abitativo e amministrativo in viale Franscini 15, Villa Gujoni in via Ciseri 3, le case popolari del Rione Madonnetta e una palazzina in via Berna 5; un edificio amministrativo e abitativo in via Cassarinetta 10, due ville e la residenza Bristol ai civici 3, 5 e 11 di via Maraini, Villa Miramonte in via Mazzini 10 e il tempietto dedicato a George Washington su Riva Caccia; Villa Angioletta e un palazzo ai civici 10 e 6 di via Bossi; Villa Adele in via San Gottardo 9, una casa con appartamenti in via Soldino 24-26, un’abitazione in via Cortivallo 6; un edificio abitativo, un condominio e i villini Gibrafranti e Marazzi ai civici 7, 22, 5 e 24 di via Rodari, due case al 2 e al 4 di via Pocobelli, una casa e una villa al 12 e al 21 di via Borromini e un’abitazione plurifamiliare in via Stabile 10. Rispetto a un anno fa sono rimasti esclusi un palazzo in via Bossi 17, Villa Linda in via San Gottardo 7 (una delle due ville Colombo: l’altra è tutelata) e la sottocentrale delle AIL via Cortivallo 34. La Città ha rinunciato poi alla tutela integrale per il Gran Hotel Villa Castagnola, limitandosi a proteggere la citata Sala Goya.

Un passo importante, ma...

Il lavoro, comunque, non è finito qui. La Città sta infatti preparando varianti più specifiche per tutelare altri oggetti, in più sono stati avviati studi che potrebbero portare ad altre proposte di tutela. Nella variante di un anno fa, il Municipio scriveva che «la necessità di conservare il patrimonio culturale», ancorata Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali entrata in vigore nel 1997, «nasce dalla volontà di trasmettere alle generazioni future la testimonianza concreta della nostra cultura e della storia del nostro territorio». Questo lo spirito di fondo. Poi però, oltre che con il Consiglio comunale, bisogna fare i conti con i proprietari degli oggetti interessati dai vincoli, che hanno la facoltà di ricorrere ed eventualmente di chiedere un indennizzo alla Città. A questo proposito, riconoscendo che la pubblicazione della nuova variante è «un passo importante» per la tutela del patrimonio culturale cittadino, il vicesindaco Roberto Badaracco sottolinea la necessità di trovare un equilibrio fra da un lato la volontà di proteggere il bello, dall’altro la sostenibilità economica e la proporzionalità di queste operazioni.

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